Artemisia Gentileschi, per chi non lo sapesse, era figlia del pittore Orazio Gentileschi ed era anche lei una pittrice. E' vissuta tra il 1593 e il 1653. Non deve essere stata facile la vita per una donna pittrice nel Seicento. Infatti nella sua vita dovette affrontare uno stupro e, quel che forse è peggio, un processo durante il quale, come al solito, lei passò presto da vittima a colpevole. Il processo finì, come si può immaginare, con una lieve condanna dello stupratore (un pittore amico del padre).
Nell'immagine che ho scelto come profilo, Artemisia non raffigura semplicemente l'episodio di Giuditta che decapita Oloferne, ma esprime tutta la sua rabbia e tutto il suo desiderio di vendetta. Ho scelto questo dipinto perchè oltre ad essere bello (trovo che i colori siano stupendi) è di grande potenza emotiva.
Vivo in una città d'arte e sono socia degli Amici dei Musei da vent'anni. A dir la verità non ho grande senso estetico. Il mio approccio verso un'opera d'arte è più storico. Cerco di capire chi era l'artista e cosa ha voluto esprimere con la sua opera.
Trovo che la cosa più grande dell'arte è che l'opera sopravvive alla persona e ci fa parlare di lui/lei anche dopo secoli. E' una sorta di vittoria sulla morte, l'unica, secondo me, che possa esserci.
e poi la bellezza di un'opera d'arte è che è un simbolo per i posteri, ognuno lo può interpretare a seconda del proprio essere.
RispondiEliminanella tua razionalità nel parlare di dio e della morte, colgo un dubbio; secondo me devi cercare dentro quel dubbio per aprirti a qualcosa di nuovo
ciao
veramente il quadro che hai scelto non è giuditta e oloferne ma è un autoritratto di artemisia, che lei stessa si dipinge guardandosi allo specchio!!!
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