venerdì 24 agosto 2007

Spilorcia o parsimoniosa?

Per quanto giudichi il denaro una cosa assai poco affascinante, mi interesserebbe capire cosa c'è dietro il rapporto che nutro con esso. Ho paura che esso sia soprattutto il frutto della mia emancipazione dal forte valore che mia madre dà ai soldi e che ha tentato di passarmi.
Tutti noi in famiglia (a partire da mio padre) siamo grati a mia madre per aver amministrato abilmente le scarse risorse con cui campavamo quando io e mia sorella eravamo piccole. Ma anche adesso che non se la passa così male, la sua ossessione rimane quella di ottenere il più possibile al minor costo. Niente di più corretto economicamente parlando. Quando ero ragazzina però era dura corrispondere a queste aspettative quando mi mandava a fare la spesa. Timidissima com'ero, mi sentivo obbligata a strappare il miglior prezzo possibile e questo era fonte di angoscia per me. Ho un nitido ricordo del contadino che vendeva al mercato le zucchine a 100 lire l'una. Ricordo che ne presi dieci per 1.000 lire e lui me ne aggiunse un paio dicendomi: "Tieni, se no tua madre c'è da sentirla!"
Con la vecchiaia questo aspetto le si è talmente acuito che il suo passatempo preferito è diventato comprare oggetti, che non le serviranno mai, solo per il fatto che sono scontatissimi. Sospetto (spero che non legga mai questo post!) che prenda sempre la superstrada FI-PI-LI invece che la Firenze-mare semplicemente perchè detesta pagare il pedaggio.
Ecco, penso che il mio rapporto con il denaro sia viziato dal voler essere l'opposto di lei: odio contrattare, non mi piace fare shopping, sogno un mondo senza l'uso del denaro, non mi piace comprare qualcosa se ho già un oggetto che mi fa lo stesso servizio e che funziona ancora. Mi piace invece spendere soldi per tutto ciò che è immateriale: viaggi, spettacoli, mostre e (perchè no?) anche buone cause.

11 commenti:

  1. Sì Artemisia,
    anche la mia mamma (la famosa "carabiniere in gonnella")ha trascorso la sua intera vita ad inseguire il risparmio.Ora potrebbe permettersi di vivere bene ,senza problema alcuno, ma non lo fa perchè la sua esistenza è stata sempre impostata in quel senso.
    Io ho vissuto la cosa con grandi sensi di colpa, pensando che non era giusto, che avrebbe dovuto godere anche lei, soprattutto in questo scorcio di vita. Poi ho avuto un'intuizione illuminante, te la illustro. Ognuno di noi ama determinate cose e, se può, se le concede. Io amo viaggiare, comperare oggetti per le mie collezioni, mangiare bene, bere buon vino e potrei aggiungere mille altre cose.Per molti anni ho potuto permettermi poco di tutto questo, ora ,a volte, indulgo in questi piaceri, sentendomi anche in colpa, come retaggio di un'educazione bigotta ed ottusamente cattolica. Le persone come la mia mamma e come la tua,invece, godono nell'accumulare denaro (più o meno, secondo le loro possibilità): veder crescere il conto in banca procura loro lo stesso piacere che io traggo da un bel viaggio o dall'acquisto di un oggetto d'arte. E tutto questo senza dover vivere neanche il senso di colpa di stare godendo, forse, a scapito di altri.
    Aggiungo solamente che il comportamento della mia mamma ha fatto sì che io, bastian contrario quale sono (ora, raggiunta la "maturità", molto meno)sviluppassi la famosa sindrome delle "mani bucate" :)......mannaggia 'ste mamme!!!!!!!!!!

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  2. Il senso di colpa: se potessi lo ucciderei...

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  3. Hummmmm...dovrò fare un post sui sensi di colpa......

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  4. Perchè dobbiamo sempre metterci in realzione con le nostre mamme anche se siamo molto cresciute... Lo dico a me stessa prima che a te. Ma noi siamo noi e facciamo quello che sentiamo, poi se questo ha qualcosa a che fare con le mamme pazienza, l'importante che lo faccimao volentieri e quindi continua così. Mi ritrovo molto col tuo modo di vedere il denaro, non è che assomigli a me? Un abbraccio affettuoso Giulia

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  5. Cara Giulia,
    hai ragione: siamo grandi e dobbiamo pensare con la nostra testa. E' quello che faccio ma non posso impedire una vocina dentro di me che "mette bocca" su ogni mio acquisto. Quella vocina è l'eredità della mia mamma. Allora preferisco zittirla e pensare invece ai consigli della Guida al consumo critico di Gesualdi...

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  6. Non voglio fare il sostenitore della povertà e della miseria: sarei uno schifoso ipocrita. Un pò di denaro serve: a comprarsi alcune cose (certe indispensabili...cibo vestiti luce acqua casa trasporti, certe altre un pò meno...ho proprio bisogno di 5000 libri? di tanti dvd? di tanti cd?), ad avere attorno a se una specie di air bag organizzativo.
    Però non dimentico che quanto di più bello mi accade al mondo è tutto gratis: l'amore, la fantasia, l'amicizia, in fondo la salute (sono le cure alle malattie che costano), il sesso, la fede, l'umorismo...tutto gratis.
    Un salutone http://lucianoidefix.typepad.com/

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  7. Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Super_Io"

    Il Super Io, secondo la teoria freudiana, rappresenta il censore della nostra mente, ovvero il suo compito è quello di mediare i contatti tra Io ed Es.
    Il Super io è anche detto "l'ideale dell'io", in quanto esso - con i suoi divieti e permessi - condiziona i pensieri ed i comportamenti del soggetto affinché questo tenda appunto ad un io ideale, il cui carattere sarà modellato sui soggetti che hanno contribuito a formare il Super io, in primis i genitori e poi in seguito altre figure che di loro rappresentano un continuum.

    Il Super io è quindi coinvolto anche nel controllo dell'io, quale rappresentante della realtà; esso non è un'istanza psichica ben determinabile, bensì una serie di processi mentali, formatisi nel corso dell'infanzia durante la risoluzione del complesso edipico e che con tenacia e persistenza condizionano per sempre la vita. Il Super io è indirettamente osservabile quando non si compie un'azione che si vorrebbe compiere, anche se non ci sono coercizioni che la impediscono.

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  8. Penso che i soldi spesi in cultura siano gli unici spesi bene! Ps: viaggiamo insieme? :-))

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  9. Su, Artemisia, facciamo questo nuovo post? :-PP

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  10. Il mio costruttore di super io (mia madre) era una cicala impazzita. Di me ha sempre detto che ero una tirchia.
    Semplicemente invece spendevo i miei soldi in modo differente da quello che avrebbe usato lei.
    Spesso la differenza non è in quanto compriamo ma in quello che compriamo.
    Io se ho soldi li spendo; (librerie, cartolerie, ferramenta e regali a figlia e nipote); quando non li ho smetto semplicemente di avere desideri. Sono fortunata in questo.
    In periodi di grande difficoltà soffrivo solo per gli impegni verso terzi; dei miei desideri non mi fregava niente.
    ciao marina

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  11. Hai ragione: quallo che cambia e' il target. Infatti dopo questo post mi e' venuta la voglia di sviluppare quell'ultima frase "anche buone cause" e ne sono venuti fuori ben 4 post dal titolo "soldi ben spesi". Ecco, per mia madre probabilmente quei soldi sono buttati via mentre per me sono buttati via quelli che lei spende in vestiti o gadjet anche se di poco prezzo.
    Poi c'e' la faccenda propensione al risparmio o all'indebitamento... altra materia per altro post...

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