Vorrei raccontare la mia piccola esperienza personale sul tema della convivenza con gli stranieri.
Nella classe di mio figlio alle elementari 8 bambini su 24 erano stranieri, provenienti da varie parti del mondo. Le maestre hanno fatto uno splendido lavoro sull'intercultura e non ci sono mai stati problemi. Poteva capitare che i bambini prendessero di mira un loro compagno perchè grasso ma mai per il colore della pelle o per la sua provenienza.
I migliori amici di mio figlio undicenne sono stranieri.
Mejronick, filippino, dolce, intelligente ed educatissimo, che partecipa alle riunioni con i professori per tradurre al giovanissimo padre quello che viene detto.
Payam, compagno di scuola e di squadra, figlio di due iraniani da tantissimi anni in Italia. Il padre non si perde neppure una partita di calcio dei due figli. La madre, medico ospedaliero, ostenta (a ragione) la sua bellissima capigliatura nera.
Karim, paffuto e chiacchierone, figlio di una marocchina e di un egiziano, è orgogliosissimo della sua fede islamica. Memorabile quando in pieno Ramadam andò dalla maestra per dirle: "Maestra, io ho fame!".
Freddy, dal Camerun, simpaticissimo, una vera lenza. Con i suoi innumerevoli fratelli e sorelle rende un concentrato di allegria la sua festa di compleanno in pizzeria.
Questi sono i suoi migliori amici. Senza contare Giorgiana, la bambina rumena, innamorata per cinque anni di mio figlio che lo faceva arrossire con i suoi complimenti; Ting, la bambina cinese, che lo ha invitato al suo ristorante; Adelajdo, albanese, formidabile mediano della sua squadra; Ghani, un dolcissimo marocchino, che tutte le volte che mi incontra mi chiede di mandare i suoi saluti a mio figlio che ha visto due ore prima; e tanti altri.
Per combattere il razzismo impariamo dai bambini.
Nella classe di mio figlio alle elementari 8 bambini su 24 erano stranieri, provenienti da varie parti del mondo. Le maestre hanno fatto uno splendido lavoro sull'intercultura e non ci sono mai stati problemi. Poteva capitare che i bambini prendessero di mira un loro compagno perchè grasso ma mai per il colore della pelle o per la sua provenienza.
I migliori amici di mio figlio undicenne sono stranieri.
Mejronick, filippino, dolce, intelligente ed educatissimo, che partecipa alle riunioni con i professori per tradurre al giovanissimo padre quello che viene detto.
Payam, compagno di scuola e di squadra, figlio di due iraniani da tantissimi anni in Italia. Il padre non si perde neppure una partita di calcio dei due figli. La madre, medico ospedaliero, ostenta (a ragione) la sua bellissima capigliatura nera.
Karim, paffuto e chiacchierone, figlio di una marocchina e di un egiziano, è orgogliosissimo della sua fede islamica. Memorabile quando in pieno Ramadam andò dalla maestra per dirle: "Maestra, io ho fame!".
Freddy, dal Camerun, simpaticissimo, una vera lenza. Con i suoi innumerevoli fratelli e sorelle rende un concentrato di allegria la sua festa di compleanno in pizzeria.
Questi sono i suoi migliori amici. Senza contare Giorgiana, la bambina rumena, innamorata per cinque anni di mio figlio che lo faceva arrossire con i suoi complimenti; Ting, la bambina cinese, che lo ha invitato al suo ristorante; Adelajdo, albanese, formidabile mediano della sua squadra; Ghani, un dolcissimo marocchino, che tutte le volte che mi incontra mi chiede di mandare i suoi saluti a mio figlio che ha visto due ore prima; e tanti altri.
Per combattere il razzismo impariamo dai bambini.
BELLO!!!!!
RispondiEliminaehi Arte, anch'io ho raccolto il messaggio e parlato dei pensieri dei miei alunni in contrapposizione al discorso di Bossi !!!!
RispondiEliminaciao erica
Hai dato un bellissimo taglio al post...Le testimonianze positive sono sempre la cosa più bella. Un abbraccio, Giulia
RispondiEliminaQuello che tu hai descritto è sicuramente uno dei metodi migliori per la vera integrazione: poche parole ma fatti concreti!
RispondiEliminaDa me puoi trovare anche un piccolissimo caso di come possa essere interpretata praticamente l'integrazione dal punto di vista anche spirituale...
E' molto bella questa testimonianza,soprattutto perchè comunica speranza. Il razzismo passa attraverso l'educazione e i bambini non diventano razzisti se non sono educati a diventarlo. Costanza
RispondiEliminaBellissimo post….
RispondiEliminaE’ vero, spesso siamo noi adulti con molte remore, anche il mio G. ha per migliore amico Hajdar un bambino albanese educatissimo e bravissimo a scuola, come i tuoi anche lui ha in classe stranieri da ogni dove.
Non sto a farti i complimenti, ma continuo a condividere i tuoi post con molto piacere, sarà l’ètà, i figli, i buoni propositi, il camminare, il vissuto che abbiamo alle spalle… i film, le canzoni, le lotte politiche, la solitudine, e chissà mille altre cose ancora.
Un abbraccio
La lettrice silente
anche dai nonni....m.
RispondiEliminahttp://www.02blog.it/post/2371/niente-nido-per-i-bimbi-clandestini-fioroni-vs-moratti#show_comments
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