mercoledì 20 ottobre 2010

Capitalism, a love story

Mi sono piaciuti tutti i film di Michael Moore anche se più che film sono inchieste. Mi piacciono perchè mescolano ironia a tragedia, mi piacciono anche perchè, diciamolo, un po' ci si consola nel vedere che anche oltre oceano ci sono tante cose che non vanno e magari si rivaluta un po' la nostra vecchia e malandata Italia. Talvolta, secondo me, Michael Moore cade nel medesimo nostro errore e vede troppo roseo quello che succede nei paesi diversi dal suo.
In ogni caso Capitalism, a love story è un film da vedere sia perchè spiega bene il potere che hanno le grandi banche e la finanza in genere (potere che influenza e domina le istituzioni), sia perchè mostra efficacemente a cosa ha portato l'amore incondizionato degli Americani per il libero mercato e per il profitto a qualsiasi prezzo.
Alcune scene sono un pugno nello stomaco come le interviste ai familiari che hanno perso un parente sul quale l’azienda per cui lavoravano ha messo a loro insaputa un’assicurazione sulla vita (io comunque avrei risparmiato i primi piani sulle lacrime dei figli). Altre sono divertenti come quando il registra si presenta con un furgone blindato e dei sacchi di tela davanti alla sede di Bank of America o di City Bank reclamando "i soldi del popolo americano".
Su Obama mi pare che Moore metta un punto interrogativo mostrando come da un lato le major non si siano fatte problemi a finanziare anche la sua campagna elettorale, dall'altro ha preso posizione a favore dei lavoratori che occupavano la fabbrica reclamando le paghe arretrate.
Un film probabilmente populista e semplicista ma perchè le cose semplici e chiare non devono essere apprezzabili?

2 commenti:

  1. Amo i film di Michael Moore. E ho anche letto qualcosa di lui (eheh... anche in lingua originale, tanto per tirarmela un po'...)

    Trovo che pero' qualche volta ricada nel qualunquismo. Insomma, quando penso a Moore mi viene in mente il nostro omologo, Beppe Grillo, che invece odio profondamente proprio per il qualunquismo di cui sopra.

    D'altra parte Moore sostiene Nader, per cui ha anche, nella societa' americana, il valore politico di Grillo.

    Direi che Moore e' meno devastante di Grillo perche' non se lo filano in molti, se questo puo' essere considerato una qualita'.

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  2. Anche io ho sempre molto apprezzato i film di Michael Moore, questo non l'ho ancora visto, spero di farlo presto.
    Grazie per avermene ricordato l'esistenza...ogni tanto perdo dei pezzi...

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