domenica 28 novembre 2010

L'invidiabile leggerezza del giocare insieme


Sabato mattina. Finalmente una pausa al brutto tempo. Ne approfitto per ritagliarmi un'oretta e andare alle Cascine a fare qualche foto ai bellissimi alberi gialli che ho adocchiato durante la settimana di cielo grigio.

Sul pratone del Quercione è in corso la consueta partitella di calcio. Fermo un attimo la bicicletta per osservarli. Chi sono questi uomini di tutte le età e di diversa provenienza che, abbigliati alla meno peggio, passano la mattina qui a tirare calci ad un pallone? Ci sono giovani e anziani con la pancetta. Fiorentini e sudamericani. Alcuni tarchiati, altri alti e un po' curvi. I più vecchi stanno davanti alle piccole porte costruite artigianalmente con dei pali. Si sente una bestemmia ogni trenta secondi, ma non c'è tensione. Vedo che battono persino le punizioni senza che ci sia un arbitro che le decreta. "Passala al Perù!" "Benissimo un c..o! Mi ha sgambettato!" Qualcuno con i capelli grigi tenta virtuosismi da ex, qualcun altro liscia la palla. Ma si divertono. Chi sono? Si trovano qui spontaneamente come i bambini ai giardinetti o c'è qualcuno che organizza?
Il calcio, nonostante tutti i soldi che ci girano, nonostante lo spettacolo obnubilante di quello professionistico, è un gran collante. Lo noto anche tra i coetanei dei miei figli.
Giocare insieme. Invidio questa capacità degli uomini di saper mantenere la propria dimensione ludica. A tutte le età. Di saper mettere da parte doveri, responsabilità, problemi e giocare. Non so chi sei ma basta che giochiamo.
Noi donne non lo sappiamo fare (salvo eccezioni). Sin da piccole il passatempo è chiacchierare, con tutte le dinamiche positive e negative che questo comporta. Ma non voglio fare la sociologa da strapazzo.
Semplicemente mi piacciono questi sfigati che, a costo zero, si divertono all'aria aperta, in questa splendida fredda mattina di sole.

10 commenti:

  1. Tutt'altro che sfigati, Artemisia - credo che lo pensi anche tu. Sì è bello come il calcio unisca, tu sai come la penso in proposito. La cosa più bella di questo tipo di gioco (in Italia prevale il calcio, ma potrebbe essere anche il rugby ecc....) è, come si evince da certe foto, il fatto che mentre giochi sei "nel momento". Penso soprattutto ai nostri adolescenti, sempre distratti, sempre attratti da qualcos'altro appena ottengono una cosa. E' solo nello sport, almeno nel mio caso, che li si vede davvero concentrati e, di conseguenza, sereni.
    Commento-fiume per argomento che mi sta molto a cuore.
    Ciao.

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  2. Ma io dicevo "sfigati" in senso positivo, cioè genuini, senza pretese, senza tutine tecniche da fighetti.

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  3. Sì, i maschi sanno aggregarsi con entusiasmo e hanno la capacità di momentaneamente dimenticare le rogne. Noi donne parliamo solo di rogne,o quasi.
    Cristiana

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  4. Capita qualche volta anche a me di invidiare la capacità degli uomini di riuscire a buttarsi alle spalle la quotidianità e ritagliarsi spazi ludici e divertirsi. Osservo poi che gli uomini si incontrano "per fare cose":praticare sport, guardare insieme la partita, trovarsi per suonare tra amici e quando parlano tra loro gli argomenti sono di solito tecnici (moto, computer, gadget elettronici vari). Noi donne invece ci incontriamo prevalentemente per scambiarci esperienze, per comunicare, per raccontarci e ascoltare, per sostenerci, per confrontarci e talvolta ridere insieme o confortarci a vicenda. Forse comincia nell'adolescenza, con l'amica del cuore, mentre i ragazzi invece fanno gruppo, ma il nocciolo dei rapporti con quasi tutte le mie amiche vicine o lontane è la necessità reciproca di parlare di noi, del rapporto con i nostri compagni (ex, in carica, futuribili..)dei nostri figli, dei genitori anziani.
    E spesso la sensazione comune che abbiamo è che ci tocca reggere ben più della famosa "metà del cielo" e certamente questo peso ci toglie molto della nostra leggerezza.

    PS: per un caffè insieme ben volentieri!

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  5. Non credo che si tratti di vera socializzazione, il maschio è molto meno sociale delle femmine. Piuttosto, è la capacità di concentrarsi in un'unica attività propria dei maschi, rispetto alla dimensione multi- delle donne, sempre attente a tutto. La natura ci volle così, e il calcio non credo sia così differente da altre attività, a volte anche certi tipi di lavoro hanno forti aspetti ludici. In ogni caso, le persone giocano da piccole e continuano a farlo da adulte, in quanto nel nostro sviluppo non cancelliamo nulla, possiamo soltanto aggiungere. Quegli uomini assomigliano ai dei bambini nel dare calci ad una palla, ma forse anche un dotto conferenziere in fondo non è così diverso dal bambino che decenni prima correva e saltava, la vita è in gran parte gioco.

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  6. Sara' anche in gran parte un gioco la vita, caro Vincenzo, ma bisogna fare tante cose pallose (maschi e femmine, ben inteso) mentre questi si divertono. Beati loro!

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  7. :-) piu' ti leggo e piu' riscopro la mia femminilita'...

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  8. a proposito di indotti e "naturali" ho il sospetto che la cosa bbia radici più nel sociale e dei primi anni che nella natura.
    in ogni caso beati loro sì, è proprio una bella cosa...

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  9. Lo confesso, io sono uno di questi "sfigati" nel senso buono.
    Cerco sempre di ritargliarmi qualche oretta il sabato pomeriggio per poter giocare a basket in un piccolo playground assieme ad altri compagni di sventura... siamo un gruppo formato da giovani che vanno dai 13ai 60 anni... padri e figli che giocano insieme e grazie al cielo c'è un clima molto disteso e affettuoso che ti fa rilassare e distrarre per bene i ritmi frenetici della settimana. In fin dei conti, il segreto della vita risiede anche nel non prendersi troppo sul serio.. e creare quindi sane e costruttive forme di svago.

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