La curiosità ed il banalissimo fatto che il luogo è a dieci minuti a piedi da casa mia mi ha spinto a mettere il naso alla Stazione Leopolda dove, come saprete, si è svolta in questi giorni l'iniziativa "Prossima fermata Italia". Sono contenta di poter scrivere "come saprete" perchè la manifestazione ha avuto, per fortuna, (oltre ad un bel successo di partecipazione) una discreta copertura mediatica e quindi non c'è bisogno che mi dilunghi a raccontarla.
Mi limiterò ad alcune impressioni del tutto personali:
- La formula del centinaio di interventi di cinque minuti l'uno mi ha lasciata un po' perplessa. Adoro la sintesi ma in cinque minuti si dice davvero poco e si rischia ridurre temi importanti in spot. Per esempio, avrei voluto saperne di più dell'esperienza raccontata da una giovane consigliera in un comune del nord dove il PD si è alleato con la Lega.
- Alcuni interventi mi sono piaciuti molto come quello di Cristiana di Latina, dove da anni si contendono le primarie i soliti due candidati, tra l'altro anche con qualche ombra. Altri meno, soprattutto quelli dei politici più consumati.
- Hanno parlato molti giovani sindaci di tutte le parti d'Italia. Ricordo Giovanni, giovane sindaco campano, che si è guadagnato con la sua buona amministrazione il secondo mandato nonostante il PD locale non ne abbia confermato l'appoggio o Giuseppe Catizone, sindaco di Nichelino, eletto al secondo mandato con il 75% dei voti in un comune del nord dove la lega è al 4%. Ciò dimostra che ci sarebbe un bel vivaio di persone nuove (anche non necessariamente giovani) ma con una bella esperienza alle spalle da proporre invece di passarsi le candidature tra i soliti (Vi prego ditemi che non è vero che vogliono candidare Fassino a sindaco di Torino!).
- Ho sentito tante belle idee sul fisco, sul lavoro, sull'ambiente, sulla cittadinanza agli stranieri, sulle donne, sulla necessità di diffondere la banda larga in tutto il paese, ecc. ma sono rimasta fino all'ultimo con un bel punto interrogativo: tutto bello ma ora che facciamo? Qual è la proposta concreta finale, a dire la verità, non l'ho capito (nonostante la cosiddetta Carta di Firenze).
Dubbi e perplessità a parte, alla Leopolda c'era una bella atmosfera, propositiva, speranzosa, per niente sfiduciata o aggressiva. Ha fatto male, secondo me, Bersani a non venire dimostrando di non capire ancora una volta che ovunque ci siano elettori, ex-elettori o potenziali elettori del PD, il segretario dovrebbe farsi vedere almeno interessato ad ascoltare.
Tanto di cappello alla capacità oratoria di Renzi che si dimostra, aldilà di tutto, un ottimo comunicatore per chiarezza e per capacità di coinvolgere.
Per usare le parole del costituzionalista e deputato del PD Salvatore Vassallo: “Una bella boccata d’ossigeno in tempi amari”
Mi limiterò ad alcune impressioni del tutto personali:
- La formula del centinaio di interventi di cinque minuti l'uno mi ha lasciata un po' perplessa. Adoro la sintesi ma in cinque minuti si dice davvero poco e si rischia ridurre temi importanti in spot. Per esempio, avrei voluto saperne di più dell'esperienza raccontata da una giovane consigliera in un comune del nord dove il PD si è alleato con la Lega.
- Alcuni interventi mi sono piaciuti molto come quello di Cristiana di Latina, dove da anni si contendono le primarie i soliti due candidati, tra l'altro anche con qualche ombra. Altri meno, soprattutto quelli dei politici più consumati.
- Hanno parlato molti giovani sindaci di tutte le parti d'Italia. Ricordo Giovanni, giovane sindaco campano, che si è guadagnato con la sua buona amministrazione il secondo mandato nonostante il PD locale non ne abbia confermato l'appoggio o Giuseppe Catizone, sindaco di Nichelino, eletto al secondo mandato con il 75% dei voti in un comune del nord dove la lega è al 4%. Ciò dimostra che ci sarebbe un bel vivaio di persone nuove (anche non necessariamente giovani) ma con una bella esperienza alle spalle da proporre invece di passarsi le candidature tra i soliti (Vi prego ditemi che non è vero che vogliono candidare Fassino a sindaco di Torino!).
- Ho sentito tante belle idee sul fisco, sul lavoro, sull'ambiente, sulla cittadinanza agli stranieri, sulle donne, sulla necessità di diffondere la banda larga in tutto il paese, ecc. ma sono rimasta fino all'ultimo con un bel punto interrogativo: tutto bello ma ora che facciamo? Qual è la proposta concreta finale, a dire la verità, non l'ho capito (nonostante la cosiddetta Carta di Firenze).
Dubbi e perplessità a parte, alla Leopolda c'era una bella atmosfera, propositiva, speranzosa, per niente sfiduciata o aggressiva. Ha fatto male, secondo me, Bersani a non venire dimostrando di non capire ancora una volta che ovunque ci siano elettori, ex-elettori o potenziali elettori del PD, il segretario dovrebbe farsi vedere almeno interessato ad ascoltare.
Tanto di cappello alla capacità oratoria di Renzi che si dimostra, aldilà di tutto, un ottimo comunicatore per chiarezza e per capacità di coinvolgere.
Per usare le parole del costituzionalista e deputato del PD Salvatore Vassallo: “Una bella boccata d’ossigeno in tempi amari”
Grazie per questo tuo post. Ero curiosa di sapere come fosse andata e un punto di vista esterno come il tuo mi ha dato uno spaccato interessante. Ha fatto male, come dici tu, Bersani a non andare. Sono convinta anche io che ci vuole un ricambio generazionale, ma sarebbe bello che fosse un vero passaggio perchè non basta essere giovani per garantire che tutto cambia!!!
RispondiEliminaIo sto lavorando con giovani ed è una bellissima esperienza, piccola ma significativa. Io regalo un po' di esperienza, loro mi regalano il loro modo di vedere la reltaà, l'energia, la volgia di cambiare. Una bella sinergia.
Non so dirti se Fassino sarà candidato a Torino, ma hai spaventato anche me... Chiederò in giro.
baci
Aspetto ora di vedere trasformati in programmi concreti gli enunciati della "Carta di Firenze".
RispondiEliminaAnche se appartengo alla generazione da "rottamare" e Renzi non mi fa impazzire, appoggio pragmaticamente chiunque riesca a portarci alla vittoria alle elezioni. Non possiamo permetterci di perdere di nuovo.
Dolores
Ops, Dolores, povera gattina tua al centro della cronaca! :-)
RispondiEliminaNeanche a me Renzi fa impazzire ma se non cambieranno rotta in qualche modo il PD è destinato a sparire. Lo penso da ben prima di questa manifestazione.
Giulia, l'ho sentito accennare alla militante di Latina. Non mi meraviglierebbe (Fassino è disoccupato, no?). L'ennesima dimostrazione di non aver capito nulla. Uno degli interventi è stato di un consigliere di San Salvario a Torino che ha raccontato come sono riusciti a farne da una zona di degrado ad un quartiere vivibile e interessante. La ragazza di Latina lo ha additato come esempio di candidatura possibile e innovativa.
Da spettatore lontano, la cosa migliore che è stata detta a Firenze è "Non vogliamo posti, ce li prenderemo". E' quello che a 18 anni abbiamo fatto noi, allora giovani ed alla prima esperienza politica, tesserandoci in massa alla sezione del partito e scalzando, al primo rinnovo elettorale, le cariatidi.
RispondiEliminaIl rinnovamento deve partire dal basso perché anche a sinistra nessuno regala niente.
Sono d'accordo con Maurice. E' un po' quello che cercavo di dire qualche post fa' sui giovani.
RispondiEliminaMa Bersani chi? Quello del "rimbocchiamoci le mani"? Meno male che esiste qualcosa oltre il grigio muro crepato della politica odierna...
RispondiEliminaIo invece non so se sono molto d'accordo con Maurice.
RispondiEliminaCioe', io mi sto ancora rodendo per la miserrima (anche se abbondantemente prevedibile) sconfitta di Marino alle primarie nazionali. Il motivo per cui mi rode e', credo, sopratutto il fatto che il voto popolare ha favorito di gran lunga le cariatidi. Questo significa che non solo le cariatidi vogliono rimanere dove stanno, ma anche il popolo ce le vuole li' dove stanno.
Il punto e' che le cariatidi devono farsi da parte per una semplice ragione (e in questa idea ragiono un po' come gli americani). Se uno corre e perde, vuol dire che se corre ancora perde ancora. Quindi, l'alternativa e' tra un perdente che ottiene un sacco di voti e uno che potenzialmente potrebbe anche vincere. Per forza di cose quest'ultimo non puo' che essere una cariatide, che' la cariatide ha gia' dimostrato di essere perdente.
In questo senso le primarie sono un poco un controsenso. Se io fossi un sostenitore a oltranza del PD, tra un sicuro Bersani che stimo e un incerto Marino che mah... non so... chissa'... sceglierei sicuramente Bersani, assumendo che corre per vincere. Peccato che ad una analisi piu' approfondita, Bersani non corre per vincere, ma per mantenere la poltrona.
La regola consolidata dovrebbe essere che ce la si mette tutta per vincere, ma se si perde bisogna andarsene, anche se si e' bravi belli e buoni.
ERRATA:
RispondiEliminaquest'ultimo non puo' che essere una cariatide
CORRIGE:
quest'ultimo non puo' essere una cariatide
Al solito ho capito poco del tuo intervento, Dario. Ma il punto non e' chi potrebbe vincere le primarie, il punto e' attirare/recuperare voti al PD che pare in ulteriore perdita. Cioe' non e' convincere i militanti del PD (che comunque sono in fuga) quanto attirare consensi tra gli elettori di sinistra delusi che o non vanno a votare o votano altri partiti (SEL, IDV, grillini, ecc.). E non mi riferisco solo alla carica di segretario nazionale.
RispondiEliminaAnche a me e' scocciato che non vincesse Marino, ma che significa? E' stato un tentativo. Le cose evolvono. Guardiamo al futuro.
Be'... io credo che non sia da trascurare il fatto che i militanti del PD siano in fuga.
RispondiEliminaCredo che molta gente della sinistra sia un po' delusa da come vanno le cose a sinistra e dia la colpa di cio' ai dirigenti del PD. Per questo, credo, ha senso il ricambio generazionale (cioe' cambiare i dirigenti, non la loro eta' anagrafica).
Le primarie secondo me sono un buon metodo per far decidere al popolo della sinistra chi deve dirigere la sinistra. Il problema e' che secondo me non bastano le primarie: e' la vecchia dirigenza che deve prendere atto che non e' in grado di vincere, e quindi deve farsi da parte.
A parte pochi casi (tra cui me), chi vota alle primarie e' qualcuno che e' fiero di essere del PD, e quindi si riconosce nella vecchia dirigenza. Perche' dovrebbe voler cambiare, se la vecchia dirigenza si ripropone?
Eppure la sfiducia nel PD deriva, secondo me, proprio dal fatto che la dirigenza non e' piu' credibile. Io, ad esempio, non credo che Bersani risolvera' mai il problema del conflitto di interessi. Se lo facesse, ci sarebbe da chiedersi perche' non l'abbia fatto prima.