Vincenzo Cenname si è fatto il giro di tutte le trasmissioni di Rai3: da Le storie di Corrado Augias a Report (nella rubrica "C'è chi dice no"), ad Ambiente Italia (puntata del 4.12.2010).
Durante la campagna elettorale per sindaco di Camegliano (provincia di Caserta, 1900 abitanti) il giovane ingegnere ambientale ricevette minacce. Appena eletto andò a mettere il naso in una cava in cui si scavava da trent'anni senza controllo e ben al di là di quanto autorizzato e fece sospendere i lavori. Poi si mise contro la lobby dell'eolico che voleva installare un impianto ben diverso da quello approvato dai cittadini in un referendum comunale. Inoltre si oppose alla privatizzazione della rete idrica, affidata ad una azienda privata senza gara pubblica, e fece approvare lo stop al consumo di suolo oltre il perimetro attuale del paese. Ma il pezzo forte della gestione Cenname sono stati i rifiuti: la riduzione (distribuzione di pannolini lavabili alle neomamme), la raccolta differenziata (arrivata al 60% in quattro anni, con operatori e mezzi comunali, contenendo le tariffe) e lo smaltimento (ricerca degli impianti per il trattamento dell'umido che non esistono nella provincia di Caserta).
Già nel 2004 Camegliano si era rifiutato di far parte del Consorzio Provinciale per la raccolta, lo smaltimento e la tariffazione dei rifiuti (consorzio nel quale la magistratura individuò rapporti con la camorra) riuscendo a contenere le tariffe sui 90 euro/abitante/anno contro i 120/130 dei comuni che invece vi aderirono. Ma con la legge 26 del 2010 il servizio passa obbligatoriamente ad una società provinciale a cui il comune deve trasmettere l'archivio degli utenti. Vincenzo Cenname si è rifiutato e per questo (in soli 10 giorni) è stato destituito dall'incarico. Comune troppo virtuoso, sindaco pericoloso. "Ce lo invidiano in tutta la provincia di Caserta" dicono i cittadini durante la loro manifestazione di protesta.
Mi stavo accingevo a scrivere che il problema rifiuti in Campania è scomparso dalle prima pagine quando, aprendo Repubblica.it, ecco che ricompare di nuovo il tema.
Secondo Walter Ganapini, ex assessore all'ambiente in Campania, che ha risolto l'analoga emergenza a Milano nel 1994 (con 65.000 tonnellate di rifiuti per strada contro le 3000 a Napoli di un mese fa) "tecnicamente il problema non esiste". Ganapini afferma ad Ambiente Italia (puntata del 27.11.2010) che "La Campania potrebbe importare almeno 2-3 mila tonnellate al giorno di rifiuti perché ha impianti industriali di trattamento, che altrove funzionano benissimo, capaci di trattare 8500 tonnellate al giorno". Perché non viene saturata la capacità di questi impianti? Cui prodest?
Nella Interview di Controradio del 14 dicembre scorso sentiamo invece Paolo Stancanelli, direttore operativo di Asia, la municipalizzata che si occupa della raccolta, che spiega in modo chiaro i termini della questione dal loro punto di vista di addetti ai lavori: ogni giorno Napoli produce 1400 tonnellate di rifiuti. Asia raccoglie solo quello che può conferire, il resto rimane a terra, e così i giorni seguenti. "Il nostro compito, raccogliere i rifiuti, lo sappiamo fare bene, ma bisogna avere la garanzia di poter scaricare i camion".
Nel 2009, primo anno in cui in Campania non c'è stata emergenza, c'è stato un incremento di raccolta differenziata di 6 punti percentuali, ma la raccolta differenziata, dice Stancanelli, è un processo che si avvia nel corso di 4, 5 o 6 anni come è accaduto in tutte le città del Nord e del Centro e purtroppo nel 2010 con la nuova crisi c'è stata una battuta d'arresto.
Bisognerebbe quindi smettere di pensare in modo emergenziale, di rincorrere soluzioni tampone, di mettere toppe a breve scadenza. Ci vorrebbe un piano strutturale ad ampio respiro, un sistema industriale che smaltisca e tratti i rifiuti. Mi sembra evidente invece che ci sia l'interesse (probabilmente da più parti) di mantenere l'emergenza perché essa genera flussi di denaro.
Intanto sei compattatori di ottima qualità provenienti dal consorzio fiorentino Quadrifoglio aiuteranno fino a gennaio a ripulire le piazze di Napoli. Un bel messaggio di solidarietà. La cosa divertente è che essi hanno impressa sopra la campagna per la riduzione dei rifiuti: "Compreresti rifiuti? Lo stai già facendo". Pare che le facce dei Napoletani di fronte a questo slogan siano state piuttosto stranite.
Senza un piano vero, non se ne uscirà mai. Bel post. cara amica.
RispondiEliminaGrazie, Giulia. Capisco che questi post, diciamo, di attualita' non aggiungono niente a cio' che ben altri scrivono e dicono. Ma a piace farli perche' mi aiutano a raccogliere ed ordinare le idee. Quindi mi fa piacere se hai apprezzato il mio lavoro. Bacioni.
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