Anche l'edizione di quest'anno di "Le storie - Diario Italiano", in onda su Rai3 tutti i giorni all'ora di pranzo, è finita. Corrado Augias, il conduttore, aveva preannunciato la propria collocazione a riposo con questa edizione ed invece ho letto sul blog della Rai che ne è prevista una nuova anche per il prossimo autunno. Sono contenta di questo perchè, pur essendo una breve trasmissione (circa 25 minuti), mi offre spesso spunti di riflessione interessanti e stimolanti.
Dalla puntata del 18 aprile scorso, per esempio, ho appreso l'esistenza di un patriota risorgimentale, e per di più meridionale, che per tutta la sua vita si è battuto, in clamoroso anticipo sui tempi, per i diritti delle donne.
La giornalista e scrittrice Emilia Sarogni ha infatti pubblicato "L'Italia e la donna", biografia di Salvatore Morelli, pugliese, che nel 1861, otto anni prima di Stuart Mill, con "La donna nella scienza", chiedeva l'emancipazione per le donne.
Deputato al parlamento italiano per quattro legislature (quando ancora non c'era l'indennità parlamentare), presentò numerose proposte in tema, ma riuscì a farne approvare solo una: la legge del 1877 che riconosceva alle donne il diritto di essere testimoni negli atti civili. Prima di allora, per esempio, una donna rimasta vedova non poteva prendere visione del testamento del marito. Una legge che altri paesi non avevano ancora. Si pensi che nel 1865 era stato promulgato il primo codice civile italiano che sottoponeva le donne al potere maritale, facendone delle minorenni a vita.
Salvatore Morelli, figlio della Rivoluzione Francese, ebbe l'ardire di criticarla perchè essa aveva professato uguali diritti ma solo per i maschi. Mentre all'estero era molto conosciuto e il suo libro tradotto in diverse lingue, Morelli fu sempre osteggiato in Italia, come capita alle persone in anticipo sui tempi. Prima dell'unificazione subì dieci anni di carceri borboniche, la distruzione dei suoi libri e una finta fucilazione come Dostoevskij. Ma anche dopo l'Unità d'Italia fu sempre preso in giro per queste sue idee ed anche la sinistra storica fu sempre contraria a dare troppi diritti alle donne perchè, per esempio, si temeva che votassero in modo clericale. Egli invece dedicò la vita alle due cose che considerava fondamento della società: l'istruzione e le donne, e morì in estrema miseria a Pozzuoli nel 1880.
Carissima, mi dai una gran bella notizia.
RispondiEliminaAvevo sentito Augias dichiarare che sarebbe stata la sua ultima stagione televisiva e sarebbe una ragione in più per stimarlo, vederlo ricomparire.Per me è stato sempre un appuntamento importante.
Cristiana
Arte, conosci Destini incrociati di Radio 24? Di storie interessanti ne sento molte lì :-)
RispondiEliminaNo, Marco. Scaricabile in podcast? Vado a vedere. In diretta non riesco a vedere/sentire nulla. :-(
RispondiEliminaAnch'io non ne avevo sentito parlare e dire che è un mio conterraneo. Una informazione interessante che riguarda la nostra storia, ce ne fossero ancora di uomini così che si battono per un principio valido.
RispondiEliminati lascio un caro saluto
annamaria
Uhm.... in questi giorni stavo proprio chiedendomi se valesse ancora la pena di pagare il canone della Rai...
RispondiEliminaArte: sì, è scaricabile in podcast (quantomeno le ultime puntate) e sul sito c'è tutto l'archivio. Il "play" dovrebbe essere quella freccina rossa in basso alla pagina della puntata.
RispondiEliminaGrazie, Marco!
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