venerdì 24 maggio 2013

E se staremo hungry per davvero?

"Stay hungry, stay foolish" raccomandava Steve Jobs nel 2005 ai neolaureati di Stanford. Esortazione bella e motivante. Tuttavia, pensando ai giovani italiani di oggi, mi chiedo come possano innamorarsi di questo presente e sentirsi spronati a scommettere in una qualche "folle" ambizione.
Se lo chiede appassionatamente anche Ivano Dionigi, rettore dell'Università di Bologna, ospite de Le Storie Diario Italiano. I giovani di oggi, dice il rettore, oggi in cui tutto è nell'etere, tutto online, sono costretti a vivere da spettatori e non da protagonisti.
"Come possiamo essere padroni del nostro tempo e di noi stessi in una società frenetica, anzi liquida?" chiede una ragazza del pubblico.
"Oggi per voi giovani c'è un presente che non vi basta e non vi piace, un presente che non ha prospettive, un presente dove siete eremiti di massa navigando sul web, un presente di cui altri sono padroni. Il problema è riappriopriarsi del proprio tempo. Il problema vostro, cari ragazzi, è quello di dipendere da voi stessi e non dagli altri. Chiedete fratelli maggiori, chiedete cultura, chiedete un ruolo alla scuola. Ridiventare padroni di se stessi vuol  dire avere degli strumenti, essere attrezzati. E questi strumenti li può dare solo questa realtà così umiliata e massacrata nel nostro paese che si chiama scuola. Essa è il tempo che prendiamo per noi, per la nostra crescita, per il nostro spirito critico. Non è un edificio. E' il tempo per la crescita interiore. E voi oggi siete deprivati del vostro tempo."

Tranquilli, ragazzi, il governo sta pensando a voi come illustra con il consueto divertente e amaro sarcasmo Alessandro Robecchi in questo post.

In realtà spero che nessun giovane mi legga perché non è giusto spargere pessimismo nelle giovani generazioni. Tuttavia il mio timore di cinquantenne ansiosa mi fa immaginare un futuro in cui tutti saremo letteralmente hungry e per questo dovremmo cominciare ad essere ancora più fattivamente angry di quello che siamo.

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