Vera Vigevani Jarach ha 85 anni ed è diventata un simbolo della memoria. La tragedia della storia è passata nella sua vita ben due volte.
Nel 1939, quando aveva undici anni, la sua famiglia fu costretta ad emigrare in Argentina a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista. Suo nonno materno, che era rimasto in Italia, morì deportato ad Auschwitz. Sua figlia Franca invece fu vittima del regime argentino, fu rapita a diciotto anni e gettata dall'aereo dopo atroci torture. Vera, co-fondatrice del movimento argentino Madres de Plaza de Mayo Linea Findadora, gira il mondo perché queste atrocità non si ripetano (qui la sua storia in bel video racconto realizzato dal Corriere della Sera).
Ad un recente convegno a Firenze, Vera, che ha assistito a ben cinque colpi di stato in Argentina, invita a stare attenti alle prime avvisaglie sia di forme di discriminazione razziale sia di genocidio ideologico e politico. "Si comincia col creare degli stereotipi, lo stereotipo della vittima e quello del carnefice. Quando ci sono le crisi economiche c'è già una base e bisogna stare molto attenti a cosa capita. Allora nascono questi primi passi di forme di fanatismo, si creano i capri espiatori ("quelli sono brutti, cattivi, ci portano via il lavoro, sono di un'altra religione...") e dall'altra parte il "salvatore" (della razza, della patria...)."
Occhio!
non conoscevo questa signora coraggiosa di cui parli qui sopra
RispondiEliminama ritengo che abbia perfettamente ragione nel dire che bisogna stare attenti perché si fa in fretta a finire in preda a certe forme sconvolgenti di dittatura e razzismo di vario tipo
le discriminazioni razziali ed il fanatismo possono nascere ovunque , anche all'oratorio, volendo, e debellarle non è facile
io ho spesso sotto agli occhi a scuola certe faccende di bullismo che se non si fermano subito si trasformano in persecuzione, dei diversi ma anche dei secchioni, per esempio, e i danni a lungo andare possono provocare anche conseguenze gravi
tutto questo perché non c'è rispetto per gli altri, non c'è l'abitudine a vivere civilmente...
e se il mondo del calcio insegna come insegna certi politici urlatori e violenti, i giovani imparano in fretta
da far venire i brividi e la pelle d'oca
un saluto erica
Grazie Erica. Il tuo osservatorio sui giovanissimi è prezioso.
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