Si fa presto a dire "non mi farò catturare dai social". Si fa presto a dire "mi iscrivo a Twitter ma seleziono accuratamente gli account da seguire per non perdermi nel mare del chattìo".
Poi scoppia il caso del @MovimentoArturo, nato per scherzo dalla trasmissione Gazebo, mi ci iscrivo e mi diverto un casino. Movimento Arturo nasce in risposta al nome poco felice preso dagli scissionisti del PD: MoDemPro. Nasce per voglia di cazzeggiare ma poi diventa una gara in tutta Italia, in molta parte delle Europa e persino fuori, al tweet o al gruppo più creativo e divertente facendo finta di essere veramente un partito, con i circoli, le assemblee, le mozioni e persino con la soluzione a grandi problemi del paese. Eppure alcuni tweet sono davvero geniali e i gruppi autoproclamati sono fantastici. Tutto sommato il fatto di aver collezionato in pochi giorni 36700 follower fa capire sia la potenza di uno strumento come la rete sia anche la voglia di partecipare e di condividere qualcosa, anche se leggero e futile.
Se io fossi un antropologo uno studio ce lo farei. Intanto mi vado a leggere l'ultimo tweet.
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