Quando mi iscrissi all'università (correva l'anno 1981), fui subito colpita da un senso di anonimato. Venivo dalla scuola superiore dove ero conosciuta e apprezzata ed invece lì non ero nient'altro che la matricola 822777. Alle lezioni di letteratura inglese e tedesca eravamo tra i cento e i duecento studenti. Già per capire esattamente quale programma era da studiare per l'esame ci voleva un bell'impegno. Non era nemmeno facile trovare i libri da studiare. Per parlare con il professore c'era da mettere in campo tutta l'abilità investigativa di cui si disponeva perchè non era affatto detto che egli fosse disponibile il giorno previsto e poi non era affatto chiaro in quale stanza si trovasse.
Andare in segreteria studenti era un incubo. Voleva dire impiegare tutta la mattinata a far la coda e, mentre questo si può anche mettere in conto per l'iscrizione, per altre pratiche più veloci e banali era una cosa più difficile da mandar giù.
Recentemente sono tornata in segreteria studenti per ritirare il mio diploma di ragioniera, visto che ormai sono decaduta dagli studi e che esso rimane il mio unico "pezzo di carta". Mi ero rassegnata a fare una bella coda ma, arrivata lì, ho scoperto che alle 9 avevano distribuito i numeri degli utenti che intendevano considerare quel giorno entro le 13. E gli altri? Gli altri, mi fu detto, potevano provare ad aspettare la fine della mattinata e sperare di rientrare altrimenti niente. La stanza era piena di studenti che aspettavano seduti il loro turno.
Io, che avevo preso un giorno di ferie per sbrigare varie pratiche tra cui quella e dovevo solo chiudere i conti con quel pezzo di vita, sono riuscita a muovere a compassione un'impiegata la quale gentilmente mi ha servito di straforo.
Quando sono uscita comunque ho pensato desolata: "E' proprio vero. Ora come allora il tempo dello studente non vale niente!"
Probabilmente non tutte le realtà sono così, ma leggendo un post di Nando Dalla Chiesa mi sono resa conto di quanto sia diffusa questa situazione.
visto il link.
RispondiEliminagrazie.
io l uni l ho appena lasciata,in quanto è appena nata noemi.
primo anno di infermieristica
sono passati un bel po' di anni da quando mi sono laureata ma da quello che sento dalle mie ex alunne nulla o quasi è cambiato
RispondiEliminauno strano mondo !!!
ciao erica
Eh sì, il tempo dello studente non sembra valere niente. Cin compenso, però, ci rifacciamo quando diventiamo insegnanti! :-))
RispondiEliminasecondo me lo studio serve a chi lo fa, anche se per la società puo essere inutile.. io qualche mesetto di ragioneria lo rifarei, non fosse solo per la spensieratezza di quel periodo..
RispondiEliminaCiao Artemisia... la storia si ripete per tutti uguale... di noi studenti non glie ne frega niente a nessuno...Segreterie, professori.. specie questi ultimi.. Erasmo da rotterdam diceva "il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza" ma di questo amore non ce n'è quasi più traccia.. e mi spaventa vedere le nuove leve che tra qualche anno avranno il camice... perchè in generale vedo sempre più competizione e meno amicizia, meno solidarietà... meno amore... e da questo, secondo me, ma è la mia opinione per quello che vale, non nasce niente di buono
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