Settimana di elezioni delle RSU (rappresentanze sindacali unitarie).
A vent'anni, quando ho cominciato a lavorare, ritenevo che fosse completamente inutile iscriversi al sindacato. Dopo i primi durissimi dieci anni, allorchè i rapporti con la nostra capufficio erano arrivati ad un punto insostenibile, trovammo un valido aiuto in un ricercatore che era allora il nostro rappresentante territoriale per la CGIL. Fu lui che fece capire alla nostra aguzzina che non poteva continuare a vessarci e al direttore che non poteva continuare a fare finta di nulla. Così mi iscrissi alla CGIL e con quella tessera in tasca mi sentii più protetta.
Dopo le due maternità, nel 1996 fui coinvolta in qualche attività sindacale e nel 1998 (anno delle prime elezioni) sono stata eletta RSU. Nella nostra piccola realtà, dove tutto è demandato alla contrattazione nazionale, le RSU hanno ben poco da fare e quindi il mio impegno di sindacalista è piuttosto marginale.
Del sindacato in Italia se ne parla spesso male. I sindacati tradizionali sono stati spesso accusati di aver difeso situazioni di privilegio assurde, come per esempio le baby pensioni, di aver frenato lo sviluppo economico e la modernità arroccandosi in modo miope sulle posizioni conquistate. Anche recentemente sono contestati di difendere i diritti delle vecchie generazioni a scapito dei giovani che questi diritti non li hanno. Chiunque potrà citarmi casi di persone che si sono servite del proprio ruolo nel sindacato per assicurarsi vantaggi personali, tipo far assumere parenti e così via. Purtroppo c'è qualcosa di vero in queste accuse ma il sindacato non è solo questo.
Personalmente ho conosciuto nella CGIL persone oneste e valide. Inoltre non dimenticherò mai l'emozione di aver partecipato alla grande manifestazione a difesa dell'articolo 18 organizzata il 23 marzo 2002 dalla sola CGIL (non dimentichiamoci che CISL e UIL avevano firmato lo scellerato Patto per l'Italia!).
Infine tutte le volte che pensiamo che il sindacato è inutile o addirittura dannoso, per favore, guardiamo a chi non ce l'ha e non lo può avere. Nel Sud del mondo solo i lavoratori che si organizzano in sindacati possono, spesso rischiando la loro vita oltre che il licenziamento, sperare di migliorare le loro durissime condizioni di lavoro (vedi SINALTRAINAL contro Coca Cola in Columbia). Non è un caso che nelle dittature la prima cosa che viene proibita è l'attività sindacale.
Quando il lavoratore è solo è sempre l'anello debole della catena.
A vent'anni, quando ho cominciato a lavorare, ritenevo che fosse completamente inutile iscriversi al sindacato. Dopo i primi durissimi dieci anni, allorchè i rapporti con la nostra capufficio erano arrivati ad un punto insostenibile, trovammo un valido aiuto in un ricercatore che era allora il nostro rappresentante territoriale per la CGIL. Fu lui che fece capire alla nostra aguzzina che non poteva continuare a vessarci e al direttore che non poteva continuare a fare finta di nulla. Così mi iscrissi alla CGIL e con quella tessera in tasca mi sentii più protetta.
Dopo le due maternità, nel 1996 fui coinvolta in qualche attività sindacale e nel 1998 (anno delle prime elezioni) sono stata eletta RSU. Nella nostra piccola realtà, dove tutto è demandato alla contrattazione nazionale, le RSU hanno ben poco da fare e quindi il mio impegno di sindacalista è piuttosto marginale.
Del sindacato in Italia se ne parla spesso male. I sindacati tradizionali sono stati spesso accusati di aver difeso situazioni di privilegio assurde, come per esempio le baby pensioni, di aver frenato lo sviluppo economico e la modernità arroccandosi in modo miope sulle posizioni conquistate. Anche recentemente sono contestati di difendere i diritti delle vecchie generazioni a scapito dei giovani che questi diritti non li hanno. Chiunque potrà citarmi casi di persone che si sono servite del proprio ruolo nel sindacato per assicurarsi vantaggi personali, tipo far assumere parenti e così via. Purtroppo c'è qualcosa di vero in queste accuse ma il sindacato non è solo questo.
Personalmente ho conosciuto nella CGIL persone oneste e valide. Inoltre non dimenticherò mai l'emozione di aver partecipato alla grande manifestazione a difesa dell'articolo 18 organizzata il 23 marzo 2002 dalla sola CGIL (non dimentichiamoci che CISL e UIL avevano firmato lo scellerato Patto per l'Italia!).
Infine tutte le volte che pensiamo che il sindacato è inutile o addirittura dannoso, per favore, guardiamo a chi non ce l'ha e non lo può avere. Nel Sud del mondo solo i lavoratori che si organizzano in sindacati possono, spesso rischiando la loro vita oltre che il licenziamento, sperare di migliorare le loro durissime condizioni di lavoro (vedi SINALTRAINAL contro Coca Cola in Columbia). Non è un caso che nelle dittature la prima cosa che viene proibita è l'attività sindacale.
Quando il lavoratore è solo è sempre l'anello debole della catena.
la penso proprio e in ogni particolare come te!
RispondiEliminafacevi parte anche tu di quel "piccolo gruppetto" del 23 marzo del 2002?
chissà quante volte ci siamo sfiorate!
ciaomarina