martedì 11 marzo 2008

Padri e figli



Ho appena di finito di ascoltare la lettura del romanzo "Padri e figli" di Ivan Sergeevic Turgenev.
Si tratta di un romanzo del 1862 il cui protagonista, Bazarov, studente di medicina, si definisce nichilista cioè "un uomo che non si inchina dinnanzi a nessuna autorità, che non presta fede a nessun principio, da qualsiasi rispetto tale principio sia circondato." Egli ci appare infatti cinico e sprezzante, sinceramente antipatico. Turgenev però è bravo a farcelo vedere anche sotto un'altra luce. Per esempio, quando racconta di un colloquio tra lui e un contadino alla fine del quale il giovane alza le spalle sprezzante e se ne va. Un altro contadino si avvicina al primo e gli chiede se ha il padrone gli ha parlato degli arretrati.

"Macchè arretrati, amico!" rispose il primo contadino e nella sua voce non c'era più traccia della sua cantilena patriarcale, ma ci si sentiva al contrario una specie di durezza noncurante. "Così, ha chiacchierato del più e del meno. Aveva voglia di menar la lingua. Si sa è un signore che forse capisce qualcosa."
"Che vuoi che capisca!?" rispose l'altro contadino e data una scrollatina di berretti e abbassate le cinture si misero a discorrere dei fatti loro e dei loro bisogni. Ahimè Bazarov che si stringeva nelle spalle con disprezzo e sapeva parlare con i contadini come si era vantato nella disputa con Pavel Petrovic. Questo Bazarov così sicuro di sè non sospettava nemmeno di essere ai loro occhi qualcosa come un buffone."

Il giovane nichilista, negatore di tutti i principi che chiama "romanticherie", inciampa però in due principi innegabili che sconfiggono la sua negazione: l'amore e la morte.
Turgenev infatti ci rende partecipi della sua passione infelice per Anna Sergeevna Odincova, donna giovane e affascinate, dalla mente aperta e brillante:

"il sentimento che la Odincova aveva destato in Bazarov, un sentimento che lo tormentava e lo rendeva furioso e che egli avrebbe subito negato con una risata sprezzante e una cinica bestemmia se qualcuno, anche alla lontana, avesse accennato alla possibilità di ciò che avveniva in lui."
Per lui l'amore era una "scempiaggine, una sciocchezza imperdonabile" ma
"il suo sangue si accendeva appena la ricordava. Del suo sangue avrebbe potuto facilmente aver ragione, ma qualcos'altro era penetrato in lui, qualche cosa che egli non ammetteva assolutamente, che egli aveva sempre deriso e che rivoltava tutto il suo orgoglio."

Se dall'amore Bazarov riesce a riprendersi, questo non sarà per la morte causata dal tifo. Morente dice infatti a se stesso:
"prova a negare questo adesso, prova a negare la morte. E' lei che nega te e basta."

Il romanzo è a tratti un po' noioso però ha delle pagine intense che mi sono piaciute. Una per esempio è quella tenerissima che descrive gli anziani genitori di Bazarov dopo che il figlio, per il quale stravedono, lascia la loro casa dopo un breve visita.
Vasilij (il padre) "si lasciò cadere su una sedia e lasciò cadere la testa sul petto.
"Ci ha lasciati, ci ha lasciati", balbettò, "ci ha lasciati, con noi si è annoiato. Adesso sono solo soletto", ripetè più volte e ogni volta alzava davanti a sè la mano chiusa con l'indice alzato. Allora Arina Vlasevna gli si accostò e posando la sua testa bianca vicino a quella bianca di lui, disse: "Che vuoi farci Vasilij? Un figlio è un pezzo di carne tagliato via, è come un falco. Ha voluto venire, è volato qui, ha voluto andarsene, se n'è volato via. Noi due invece siamo come due funghi nel cavo di un tronco. Stiamo uno accanto all'altro e non ci muoviamo mai. Io sola rimarrò per te sempre la stessa e così tu per me
."
Vasilij Ivanovic si tolse le mani dal viso e abbracciò sua moglie, la sua compagna, così forte come nemmeno in gioventù l'aveva mai abbracciata. Ella l'aveva consolato nella sua tristezza."


PS la foto ha a che fare con il titolo ma non con il tema del romanzo.

16 commenti:

  1. Mmm... Tuo figlio ha sempre il cappuccio in testa?!? Mi ricorda un po' Kenny di South Park!

    http://www.funbumperstickers.com/detail.aspx?ID=987

    Naturalmente e` una battuta... ho letto come (giustamente) ti alteri quando si parla dei tuoi figli!

    RispondiElimina
  2. In casa spesso si'. Probabilmente e' il suo modo per estraniarsi da quei rompiballe dei suoi genitori.
    A Londra com'e' invece il look degli adolescenti?

    RispondiElimina
  3. Ah, il cappuccio va molto anche qui! E` una specie di "segnale di appartenenza" (questa espressione fa molto psicologo de "La Vita in Diretta", no?!?); pensa che queste gang di teenager incappucciati spaventano cosi` tanto la gente che in alcuni centri commerciali e` ora vietato entrare con il cappuccio!!

    RispondiElimina
  4. E' sicuramente un modo per distaccarsi dai discorsi di quei rompi dei genitori. Mi ricordo di quando ero adolescente conoscevo una tipa che anche in casa usava molto il registratore portatile con le cuffie.Ogni generazione ha i suoi espedienti

    RispondiElimina
  5. La tipa lo faceva anche per non sentire la sorella ;-) e ora fa esattamente lo stesso per non sentire i figli che litigano ;-))))

    RispondiElimina
  6. Non mi risulta che la sorella fosse una gran chiaccherona....al contrario di quella maggiore che quando parlava non si chetava più...

    RispondiElimina
  7. Mi è piaciuta la fine del post (il pezzo in cui si parla dei genitori).

    Non sò mi ha lasciato o commosso o stranito non capisco nemmeno io.

    RispondiElimina
  8. Le battute sul letto di morte sono agghiaccianti.
    Povero Bazarov!

    Ai miei tempi il walkman non c'era, si teneva il giradischi a palla...
    ciao marina

    RispondiElimina
  9. Sembra comunque un libro interessante a giudicare dalla citazioni che fai. Un caro saluto, Giulia

    RispondiElimina
  10. ma tu dimmi, ma li paghi per stare in posa o lo fanno gratis?
    Scherzo! :-)
    Interessante segnalazione!
    Dona

    RispondiElimina
  11. No, Dona, sono io che faccio il paparazzo!

    RispondiElimina
  12. Anch'io stavo per fare la stessa domanda sul cappuccio... Che stranezza...!

    RispondiElimina
  13. Dai, Fabio, non mi dire che i tuoi alunni non si tirano mai su il cappuccio! E i jeans a meta' glutei?

    RispondiElimina
  14. Uhm, riunione di famiglia, qui nei commenti ;-)

    RispondiElimina
  15. Credo che mi piacerà! Ti farò sapere.

    RispondiElimina