Ieri sera, dopo tanto tempo, ho visto il TG3: Berlusconi vuole cambiare la Costituzione (aridaje!), l'Italia è al quarantaquattresimo posto per le emissioni di CO2 seguita solo da Polonia e Cina, nel PD non hanno di meglio da fare che accoltellarsi tra correnti, quelli della sinistra sono ancora a guardarsi l'ombelico per decidere chi ce l'ha più bello, intanto la gente perde il lavoro, peggiorano i servizi ai cittadini, i giovani hanno poche speranze di un futuro migliore. Insomma ce ne sono di motivi per spararsi o per chiudersi in un eremo in montagna.
Domani c'è lo sciopero generale. Sarò ancora una volta in piazza. Sto preparando altri slogan da "indossare", anche per mio figlio quindicenne ed i suoi compagni. Gli farò scegliere tra un "Non rubatemi il futuro" e un "Quando la scuola è in vendita, ribellarsi è giusto".
Marco da Londra mi scrive: "A mio parere i cortei lasciano il tempo che trovano" Invece io ci credo, caro Marco. Può darsi che non servano. In ogni caso ho bisogno di sentirmi circondata da persone che condividono la mia preoccupazione, il mio sdegno, la mia rabbia. Mi sento meno sola. Come dice Marco-Lupo in un bellissimo sofferto post: "Esserci. Rioccupare gli spazi anche fisicamente, esprimendo il proprio dissenso in modo forte."
Oggi nel bar dove facevo colazione ho visto Daniela Lastri, una dei candidati alle primarie per il sindaco di Firenze. Una persona che stimo e che ho apprezzato per quello che ha fatto come assessore alla pubblica istruzione. Avrei voluto avvicinarla e dirle: "Mi raccomando a lei che è una persona perbene: basta liti, odi e colpi bassi tra di voi. Fate che la gente veda che il vostro interesse primario non è la poltrona bensì la città. E poi basta cemento! Voglio un sindaco come Renato Soru. Per favore, rinunciate ai soldi che potete spillare al privato se questo significa altri metri cubi di cemento." Avrei voluto dirle queste ed altre cose. Ma le primarie sono rimesse in discussione e verranno fatte per coalizione e non per partito. Meglio? Peggio? Non lo so. Staremo a vedere!
Il mio fegato riceve colpi tutti i giorni eppure non riesco a chiudermi nella mia torre dorata. Sì, perché lo ammetto: per fortuna e per il momento, non ho di che lamentarmi nella mia vita. L'altro giorno accompagnando in auto mio figlio dodicenne a lezione di musica, gli spiegavo che la coda che trovavamo era dovuta ai fessi che ancora si ostinano ad andare in centro a fare shopping natalizio con l'auto. "Alla faccia della crisi!", ho esclamato. "Perché? Siamo in crisi?" mi chiede lui. Meno male che almeno lui non se ne è accorto!
E allora perché rimetterci domani un'altra giornata di lavoro? Potrei chiudermi nel mio confortevole privato e passare il tempo a guardarmi l'ombelico, come facevo negli anni Ottanta. Già, gli anni ottanta, anni dell'edonismo reaganiano, della Milanodabere, della DC e del PSI. Anni anche di preoccupanti crack finanziari, come mi stanno ricordando le puntate di Crack. Storie di uomini, capitali e poteri (Alle otto della sera, Radio2): il Banco Ambrosiano, Calvi, Sindona, ecc. Ma io in quegli anni ero impegnata a capire me stessa, a risolvere i miei problemi sentimentali, a resistere alla mia capoufficio che mi faceva mobbing e mi informavo poco, non mi interessavo di politica, non mi importava nulla che non fosse la mia vita. Disimpegno puro. Chissà, forse stavo meglio.
Domani c'è lo sciopero generale. Sarò ancora una volta in piazza. Sto preparando altri slogan da "indossare", anche per mio figlio quindicenne ed i suoi compagni. Gli farò scegliere tra un "Non rubatemi il futuro" e un "Quando la scuola è in vendita, ribellarsi è giusto".
Marco da Londra mi scrive: "A mio parere i cortei lasciano il tempo che trovano" Invece io ci credo, caro Marco. Può darsi che non servano. In ogni caso ho bisogno di sentirmi circondata da persone che condividono la mia preoccupazione, il mio sdegno, la mia rabbia. Mi sento meno sola. Come dice Marco-Lupo in un bellissimo sofferto post: "Esserci. Rioccupare gli spazi anche fisicamente, esprimendo il proprio dissenso in modo forte."
Oggi nel bar dove facevo colazione ho visto Daniela Lastri, una dei candidati alle primarie per il sindaco di Firenze. Una persona che stimo e che ho apprezzato per quello che ha fatto come assessore alla pubblica istruzione. Avrei voluto avvicinarla e dirle: "Mi raccomando a lei che è una persona perbene: basta liti, odi e colpi bassi tra di voi. Fate che la gente veda che il vostro interesse primario non è la poltrona bensì la città. E poi basta cemento! Voglio un sindaco come Renato Soru. Per favore, rinunciate ai soldi che potete spillare al privato se questo significa altri metri cubi di cemento." Avrei voluto dirle queste ed altre cose. Ma le primarie sono rimesse in discussione e verranno fatte per coalizione e non per partito. Meglio? Peggio? Non lo so. Staremo a vedere!
Il mio fegato riceve colpi tutti i giorni eppure non riesco a chiudermi nella mia torre dorata. Sì, perché lo ammetto: per fortuna e per il momento, non ho di che lamentarmi nella mia vita. L'altro giorno accompagnando in auto mio figlio dodicenne a lezione di musica, gli spiegavo che la coda che trovavamo era dovuta ai fessi che ancora si ostinano ad andare in centro a fare shopping natalizio con l'auto. "Alla faccia della crisi!", ho esclamato. "Perché? Siamo in crisi?" mi chiede lui. Meno male che almeno lui non se ne è accorto!
E allora perché rimetterci domani un'altra giornata di lavoro? Potrei chiudermi nel mio confortevole privato e passare il tempo a guardarmi l'ombelico, come facevo negli anni Ottanta. Già, gli anni ottanta, anni dell'edonismo reaganiano, della Milanodabere, della DC e del PSI. Anni anche di preoccupanti crack finanziari, come mi stanno ricordando le puntate di Crack. Storie di uomini, capitali e poteri (Alle otto della sera, Radio2): il Banco Ambrosiano, Calvi, Sindona, ecc. Ma io in quegli anni ero impegnata a capire me stessa, a risolvere i miei problemi sentimentali, a resistere alla mia capoufficio che mi faceva mobbing e mi informavo poco, non mi interessavo di politica, non mi importava nulla che non fosse la mia vita. Disimpegno puro. Chissà, forse stavo meglio.
Impegno e disimpegno sono categorie impossibili da districare. Si può essere disimpegnati in modo impegnato, o impegnati in modo disimpegnato (di quest ultima categoria ho alcuni esempi in mente, anche in famiglia-allargata). Al mio amico che mi rompeva l' anima per la mia partecipazione all' ultimo corteo degli studenti ("Scemo, sei sceso in piazza a difendere i privilegi dei baroni") rispondevo con un sorriso e dicevo "No, sono sceso per difendere la mia futura borsa di dottorato". Ed era vero, prima delle ragioni ideologiche c' erano quei milleduecento euro, che vedo come la carota in fondo a questo lungo bastone, e me li vorrei prendere. Sono cinico per questo ? Ma gli interessi globali sono una somma di interessi particolari (o forse più della semplice somma): i precari non sono "i precari" ma milioni di "io sono precario". Cinici anche loro ?
RispondiEliminaNon so. So solo che grazie allo sciopero di domani ho una buona scusa per non andare in clinica, se mi tira vado al corteo, se non mi tira sto a casa a scrivere la tesi. In ogni caso so con piacere che almeno tu non molli ! :)
sı sıcuramente ıl tuo fegato starebbe meglıo... ma mı sembra che cı sıano tante, troppe persone sane....
RispondiEliminaMah... sbagliero' ma questa crisi mi da' l'impressione di essere non quella del tipo che ci fa impoverire un pochino a tutti, il che sarebbe sopportabile, ma che fa impoverire totalmente alcuni. Se io perdo il lavoro, ad esempio, sono fottuto. Se pero' ci sono altri nove che non lo perdono, be', in totale quel gruppo di dieci persone si e' impoverito solo di un decimo, ma intanto io sono fottuto.
RispondiEliminaSecondo me se vi va bene tuo figlio continuera' a non accorgersi davvero della crisi. Se pero' vi va male...
Non l'ho capita quella di essere disimpegnati in modo impegnato e impegnati in modo disimpegnato. Boh!
RispondiEliminaCi sono tanti modi per essere impegnati, se è questo che vuoi dire. Anche rimetterci 250 euro in due di giornata lavorativa ma stare a casa a guardare la TV sarebbe comunque impegno. Ognuno dà quello che si sente di dare. Chi non dà nulla, è un disimpegnato. Su quello non ci piove.
Sul corteo, ahimè, mi sa invece che ci pioverà. :-)
Non mi ricordo più, chi diceva che il bene è faticoso, e il male, invece, ben più comodo e legittimo.
RispondiEliminaChe l'operosità non dà mai soddisfazioni, e l'ozio si.
Che la lotta porta sempre alla sconfitta, mentre la poltrona, quella no.
Io non so chi lo diceva, ma, ahimè, quanto aveva ragione.
"A mio parere i cortei [che poi spesso si chiamano scioperi (n.d.c.)] lasciano il tempo che trovano"???
RispondiEliminaDipende; da quanti partecipano. Certo, se siamo rappresentati da sindacati che, in nome della crisi, si preoccupano di non disturbare troppo lo smanovratore pazzo di Arcore, i "cortei" (come li chiama Marco da Londra, sperando che colga la differenza tra corteo e sciopero) servono a poco.
La Storia insegna che senza proteste, scioperi rivolte e rivoluzioni piccoli e grandi non si è mai ottenuto un cazzo, perché niente ti spetta se non usi le poche armi che hai, L'INCAZZATURA collettiva, LO SCIOPERO, LA RIVOLTA... se occorre!
E non dobbiamo scioperare perché c'è la crisi!? Ma va!
E se scioperassimo proprio perché ci siamo rotti i coglioni di pagare sempre noi tutte le crisi? Che poi scoppiano anche perché i super ricchi super imbroglioni cominciano a fallire quando non possono più continuare a rubare ai poveri stremati (e c'è il "grosso rischio" che finiscano per rubarsi tra di loro, non sia mai). O magari perché glielo impedisce la Magistratura (non certo da noi, dove non va in galera nessuno, anzi, lo fanno Presdelcons., ma nei Paesi dove qualche ladrone ogni tanto lo mettono dentro).
Vai Artemisia, sono con te, e se ci scappa, incazzati, incazzateviiii!!!
E non chiedo scusa delle parolacce, anzi, meglio che mi fermo altrimenti ne dico di peggio. Quando ce vo' ce vo'.
Hai ragione Arte, non sono stato molto chiaro, è che ultimamante noto che la mia scrittura si fa sempre più disgregata: sarà colpa dell' incipente break-down psicotico :) ?
RispondiEliminaComunque quello che volevo dire è che c è un certo tipo di impegno "che non costa niente", perchè tanto il sedere è coperto, che non approvo (ma vedi bene che, come scritto, pensavo a qualcuno che conosco bene), ed un disimpegno "stringo i denti e continuo a fare quello che faccio come un mulo", che a volte coniuga semplicemente un po' di ignoranza con la (forse solo percepita) totale impossibilità di far qualcosa.
Noto che anche in questo commento c è dello psicotico, ma evidentemente in questi giorni va così :)
da brava bimba e adolescente degli anni ottanta ho respirato a fondo il disimpegno.... eri in buona compagnia. Credo sia per questo che la mia generazione fa tanto fatica ad abituarsi all'idea della necessità di una lotta. Però non credo che sia inutile, la società è progredita a forza di manifestazioni e cortei. Forse proprio perchè negli ultimi decenni sono mancati, siamo arrivati a tutto questo.
RispondiEliminaGrazie a tutti per l'incoraggiamento. Intanto però oggi...
RispondiEliminaPIOVE GOVERNO LADRO!!
:-))
i cortei servono sempre. E bisogna guardare indietro per capire quanto la mobilitazione abbia contribuito a cambiare le cose ed ottenere diritti. Se non ci fossero state le grandi mobilitazioni degli anni '70 col cavolo che avremmo avuto lo statuto dei lavoratori! E poi i cortei servono a chi al corteo ci va, servono per sentire che non siamo soli, che ci sono altre centinaia di migliaia di persone che come noi "non mollano". Certo oggi mobilitarsi significa avere tanto coraggio e sono felice di vedere che ancora tanti lo vogliono fare; a volte mi chiedo se a scendere in piazza non siano di più quelli che già sono "garantiti" piuttosto che quelli che le garanzie le vorrebbero o almeno un lavoro. Non è per polemica che lo dico ma a volte penso che il sindacato tenda a rappresentare quelli che già ci sono nel mondo del lavoro e preservare le loro certezze piuttosto che mettersi davvero al fianco dello stuolo di ragazzi che attende ai margini.
RispondiEliminaDella politica, Arte, non vorrei parlare, sono davvero nauseato; se è vero che ogni paese ha il governo che si merita, forse ha anche l'opposizione che ne rappresenta tutti i vizi.
Ciao Arte, beh visto che mi tiri nella discussione per i capelli... ;-)
RispondiEliminaHai riportato uno stralcio della nostra discussione e, presa fuori contesto, forse mi fa passare per -God forbids!- un Berlusconiano!
Per chi non ha seguito la discussione, brevemente, io postai un video di Ricca, Arte commento` che lo stile urlato di Ricca non le piace alche` io replicai che Ricca, Grillo e Travaglio e` tutto cio` che abbiamo contro questo sistema corrotto e sottilizzare sullo stile non mi sembra opportuno. Le dissi poi che secondo me un video di Ricca vale piu` di un corteo (so la differenza fra corteo e sciopero Irnerio grazie) e che se non ci piace lo stile di Ricca, abbiamo l'opzione di procurarci una telecamerina e fare le domande nello stile che piu` ci piace ai nostri rappresentanti, tutto qui.
Un'altra cosa che ho notato in anni di "esilio". Qui in Gran Bretagna gli scioperi quasi non esistono.
In Italia ogni settimana c'e` uno sciopero diverso. Non e` forse il caso di cercare altre soluzioni? Se chi e` a capo dei sindacati non ha potere contrattuale, ci si impegni per trovare qualcun'altro, per cambiare chi rappresenta i lavoratori.
Ma con tutti questi scioperi chi ci rimette? Sempre noi! Sempre quel disgraziato che magari quel giorno doveva prendere il treno per andare a visitare la moglie in ospedale o chi vorrebbe prendere un autobus perche` i soldi del taxi quando i servizi pubblici scioperano non ce li ha.
E che immagine credete che si dia al resto del mondo in un paese dove si sciopera in continuazione? Mi ricordo in un vecchio avviso della Ryanair che diceva che in Italia i servizi aerei non erano garantiti per via dei frequenti scioperi. Questo avviso, nonostante la Ryanair voli in piu` di 20 paesi, c'era solo per l'Italia... bella figura eh?
Mi dispiace per i capelli, Marco :-)) Non intendevo affatto farti passare per un berlusconiano (notare la lettera minuscola).
RispondiEliminaLa discussione sull'utilità o meno dei cortei e/o degli scioperi la fanno tutti, anche all'interno della sinistra e anche all'interno del sindacato.
Io sarò all'antica ma ribadisco che secondo me le manifestazioni di piazza servono e anche gli scioperi. Non so se ti è mai capitato di seguire le trattative sindacali un po' più da vicino di quello che scrivono i giornali. Quando un sindacato indice uno sciopero fa una scommessa sul numero di adesioni. Il suo potere al tavolo contrattuale si misura in base alle adesioni allo sciopero. Più sono alte, più quel sindacato può far valere le sue ragioni. E' questo il meccanismo. Non ce ne sono altri, purtroppo. Non è questione di "trovare qualcun altro che rappresenti i lavoratori". I delegati sindacali sono scelti in modo più o meno diretto dai lavoratori. Se non vanno bene si possono cambiare.
Per il resto, ribadisco che sono di parere diverso dal tuo: purtroppo (e dico purtroppo) i video di Piero Ricca non servono a nulla finche non farà massa critica e riuscirà a sfondare l'attenzione dei media. Piero Ricca lo conosciamo solo noi che bazzichiamo internet. Ahimè!
Secondo me Marco ha ragione, come mai nel resto dell'europa esiste il modo di trovare l'accordo?Il sindacato di cui faccio parte cerca sempre l'accordo e solo in casi estremi ricorre allo sciopero,temo che il comportamento della cgl sia più politico che non nel vero interesse dei lavoratori.Sono tempi di crisi economica globalizzata tante grosse fabbriche chuideranno nei prossimi mesi e non penso proprio che uno sciopero in più possa fermare tutto questo.
RispondiEliminaCerto che è "politico", Carla! "Politico" nel senso vero del termine, cioè contro le politiche del governo. Nelle singole trattative di rinnovo contrattuale, sempre i sindacati cercano l'accordo perchè lo sanno che gli scioperi costano ai lavoratori. Solo quando non vedono via d'uscita ricorrono allo sciopero.
RispondiEliminaDa sempre. Non è che da altre parti d'Europa sono più bravi a trovare l'accordo.
Se no se non vi piacciono tutti sti scioperi votate una come Maggie Thatcher che faceva caricare i minatori e via...Bella soluzione quella ! E bel compromesso ! Qui mi pare che i compromessi li devono fare solo i lavoratori, ma da che mondo è mondo i compromessi per farli bisogna essere in due !
RispondiEliminaci sono fasi diverse nella vita, priorità e urgenze diverse.
RispondiEliminae ognuno di noi fa quel che può. Io oggi non sono andata alla manifestazione. Ho l'emicrania da questa notte; stamattina mi sono preparata per uscire e andare ma poi non ce l'ho fatta. Mi sento un po' in colpa. Assolvendo te (per gli anni 80) assolvo anche me :-)
marina
Certo che ti assolviamo, Marina. Ci mancherebbe! Mi spiace per il tuo mal di testa.
RispondiEliminaCome al solito, pensieri disordinati... ed anche un po' banali...:
RispondiEliminaserve lo sciopero, il corteo? mah... si, certo, serve... epuure, al contempo, una impressione di ritualità e di strumentalizzazione c'è, come hanno segnalato altri commenti. L'impressione che ho, l'atmosfera che sento attorno, è quella di una situazione stagnante, dove tutti urlano cose che, alla fin fine, poco toccano i problemi di fondo. Mi sembra che qualsiasi "soluzione" sia insufficente e finisca per l'impantanarsi in un contesto melmoso. Penso alla social card... Possiamo criticarla, dire che è un obolo, che è troppo poco, che è una forma teatrale e propagantistica... ma c'è un aspetto, a mio avviso, ancora peggiore: il solo individuare chi ne ha o meno diritto, il solo erogarla, il solo stampare la modulistica relativa, costa l'ira di dio, coinvolge caf, poste, inps, patronati, isee, cud, stampe di moduli e modulini, file, graffette, procedure informatiche, penne biro, spostamenti, (esagero...? sommate il tutto e confrontateli con i 40 euro...), prevedibili trucchi e tricchetti (residenze che cambieranno sulla carta, idem per case ed auto)... Insomma: come navigare nella neve. Sembra quasi che in italy ogni movimento è vanificato da mille ragnatele. Non so più se l'ho letto da qualche parte o l'ho inventato io: "in italia tutto è difficilissimo, ma nulla è impossibile".
I disoccupati aumentano e la "sinistra" innalza alti lai e chiama allo sciopero. Dice che è ora di cambiare. Addita l'imbroglione di turno, il privilegiato annidato, il guadagno illeggittimo. Giusto. Ma poi? Basta questo? Dice che bisogna essere competitivi, però anche un (poco, senza esagerare...) ecologici. Come? Personalmente non l'ho capito. Di fronte alla Lehman Bros. dice che i "ricchi" devono essere un po' più buoni ed i "poveri" in fin dei conti devono produrre e consumare per far produrre. Magari pannelli solari (ma senza esagerare, magari con qualche centrale nucleare che sennò le auto poi come le facciamo andare avanti). La Lehman Bros. potrebbe essere anadata a quel paese anche speculando su pannelli soalari.
Mah...
Scusate l'eccessiva anarchia nell'esporre.
Caio a tutti
Neanche io avverto la crisi... Questo è dovuto al fatto che non ho mai capito cosa è la borsa e tutta quella roba là.
RispondiElimina@ Pandoro
RispondiEliminaBeh... non sono asolutamente un esperto, ma propvo a dirti qualcosa in merito. La Borsa è un mercato, dove invece che pere, mele, benzina o caffè, si vendono PROMESSE: promesse di darti poi pere, mele, benzina o caffè. Io ti vendo delle pere a te, Pandoro, prima di averle. Forte...! Così io posso vendere e tu comprare senza limiti, diciamo, fisici, ma, aridiciamo, temporali: tutte le pere del mese o anno o decennio prossimi. Qual'è il casino? Presto detto: e se fra un mese anno decennio io le pere non le avrò o tu poi non potrai saldare il conto...? Cacchio... Doppio cacchio se 'sto casino non succede solo per le pere, ma anche per le mele, benzina, caffè, uova, grano, stilografiche, tazzine, materassi. Mettiamo che io ti ho "promesso" tutta 'sta roba, ma arrivati al dunque non ce l'ho, nè ho più i soldi che mi avevi anticipato perchè a mia volta ho dato i soldi ad un altro che mi aveva promesso che... A 'sto punto...: triplo cacchio... Nessuno ci ha i soldi e nessuno è disposto a dar via gratis le pere che si ritrova neanche in quel momento lì...
Un po' rozza come lezione di economia, ma credo e spero efficace.
Ciao
Talmente anarchico, Giam, che un c'ho capito nulla!
RispondiEliminaTi saranno fischiate le orecchie questo finesettimana. Abbiamo parlato anche di te con la tua collega Stefi.
Pandoro, sono contenta che tu non te ne sia accorto. Non è solo una questione di borsa. La crisi economica è anche recessione, quindi anche fabbriche che chiudono, gente che perde il lavoro. I figli di quelle persone questo Natale si sentiranno dire che non sarà possibile ricevere il regalo che hanno chiesto. Quelli saranno ragazzi della crisi si accorgeranno.
La mia unica, piccola consolazione in mezzo allo scempio?...Juventus- Milan 4 a 2...alla fine della partita berlusconi e galliani scappano via dallo stadio senza rilasciare interviste...spero gli sia andata almeno la cena di traverso!!!...ciaoooooo...Carmela
RispondiEliminaIo credo che sia giusto l'impegno sempre e comunque... Anche negli anni ottanta in cui ci si impegnava in modo diverso. Ora è il momento della mobilitazione, se qualcuno ce ne dà l'occasione, di renderci visibili e quindi concordo con te. Continua come continuo anch'io, tanto che sono meno presente sul blog e posso far meno visite virtuali. Mi dispiace molto, ma ho bisogno di esserci là dove mi sembra che il +1 sia sempre qualcosa da non sottovalutare. Un abbraccio, Giulia
RispondiEliminaForse stavamo meglio ma forse era solo una falsa percezione di una realtà che oggi ci si ritorce contro.
RispondiEliminaIo sono del '54. E gli ultimi quindici anni della mia vita sono segnati (in bene) da Tatjana e (in male) da Berlusconi...
RispondiEliminahttp://lucianoidefix.typepad.com