Le crociate erano dei pellegrinaggi o delle operazioni di conquista? Come si concilia il comandamento non uccidere con il concetto di guerra santa? Come erano visti gli occidentali dai Turchi e dai Bizantini?
Sono queste le domande a cui tenta di rispondere l'impareggiabile Alessandro Barbero nelle tre conferenze che ha tenuto all'ultimo Festival della Mente di Sarzana su questo tema. Le sue lezioni sono sempre godibilissime e ricche di interessanti spunti di riflessione.
Nella prima lezione, lo storico spiega che le Crociate erano sì una specie di pellegrinaggio e un momento catartico ma anche una sorta di protocolonialismo. Accanto all'entusiasmo religioso, che comunque era presente, c'era anche l'avidità sfrenata e il desiderio di conquista più spudorato.
Nella seconda lezione, Barbero ci parla, trovando delle affinità, del concetto di guerra santa cristiana e di jihad musulmana. Interessante è il fatto che, mentre i primi cristiani rifiutavano l'uso delle armi, ed infatti erano perseguitati anche perché si rifiutavano di fare il servizio militare, con Costantino si cominciò a pensare che, se il sovrano è legittimo (cioè cristiano) e comanda una guerra, si può, con sofferenza, accettare di aiutarlo. Prima delle Crociate però la guerra rimane una dolorosa necessità per i cristiani. S.Agostino diceva: "si fa la guerra per raggiungere la pace" e in ogni caso, una volta tornati, si facevano penitenze per purificarsi da quello che comunque era ritenuto un peccato: uccidere.
Con le Crociate invece si ha il passaggio da guerra legittima a guerra santa. Si comincia con la remissione dei peccati garantita da Urbano II a chi vi partecipa fino ad arrivare a dichiarare dei martiri coloro che vi muoiono con in mano la spada insanguinata. Non sono sicura che la Chiesa sia tornata alla cristianità delle origini su questo punto.
Nella terza lezione, il professore ci racconta le crociate viste dagli altri e sceglie dapprima la testimonianza della principessa bizantina Anna Comnena e poi quella dell'emiro turco Usama.
Molto carini questi brani che ci aiutano a capire come certi fenomeni possono essere così diversi a seconda del punto di vista. Nelle parole della principessa bizantina, figlia dell'imperatore Alessio Comneno) emerge il giudizio ambivalente che questa civiltà antica, di lingua e cultura greca, ma molto centralizzata e anche multietnica, dà di quelli che lei chiama "i barbari occidentali", che sono tanti ("più numerosi dei granelli di sabbia e delle stelle del cielo"), ambiziosi, avidi, maleducati, loquacissimi, però coraggiosi e abili a maneggiare la spada.
Anche l'emiro Usama vede questi uomini che lui chiama "Franchi" come rozzi, dagli usi incomprensibili (per esempio non sembrano affatto gelosi delle proprie donne), ma li ammira perché sono grandi guerrieri.
Sono queste le domande a cui tenta di rispondere l'impareggiabile Alessandro Barbero nelle tre conferenze che ha tenuto all'ultimo Festival della Mente di Sarzana su questo tema. Le sue lezioni sono sempre godibilissime e ricche di interessanti spunti di riflessione.
Nella prima lezione, lo storico spiega che le Crociate erano sì una specie di pellegrinaggio e un momento catartico ma anche una sorta di protocolonialismo. Accanto all'entusiasmo religioso, che comunque era presente, c'era anche l'avidità sfrenata e il desiderio di conquista più spudorato.
Nella seconda lezione, Barbero ci parla, trovando delle affinità, del concetto di guerra santa cristiana e di jihad musulmana. Interessante è il fatto che, mentre i primi cristiani rifiutavano l'uso delle armi, ed infatti erano perseguitati anche perché si rifiutavano di fare il servizio militare, con Costantino si cominciò a pensare che, se il sovrano è legittimo (cioè cristiano) e comanda una guerra, si può, con sofferenza, accettare di aiutarlo. Prima delle Crociate però la guerra rimane una dolorosa necessità per i cristiani. S.Agostino diceva: "si fa la guerra per raggiungere la pace" e in ogni caso, una volta tornati, si facevano penitenze per purificarsi da quello che comunque era ritenuto un peccato: uccidere.
Con le Crociate invece si ha il passaggio da guerra legittima a guerra santa. Si comincia con la remissione dei peccati garantita da Urbano II a chi vi partecipa fino ad arrivare a dichiarare dei martiri coloro che vi muoiono con in mano la spada insanguinata. Non sono sicura che la Chiesa sia tornata alla cristianità delle origini su questo punto.
Nella terza lezione, il professore ci racconta le crociate viste dagli altri e sceglie dapprima la testimonianza della principessa bizantina Anna Comnena e poi quella dell'emiro turco Usama.
Molto carini questi brani che ci aiutano a capire come certi fenomeni possono essere così diversi a seconda del punto di vista. Nelle parole della principessa bizantina, figlia dell'imperatore Alessio Comneno) emerge il giudizio ambivalente che questa civiltà antica, di lingua e cultura greca, ma molto centralizzata e anche multietnica, dà di quelli che lei chiama "i barbari occidentali", che sono tanti ("più numerosi dei granelli di sabbia e delle stelle del cielo"), ambiziosi, avidi, maleducati, loquacissimi, però coraggiosi e abili a maneggiare la spada.
Anche l'emiro Usama vede questi uomini che lui chiama "Franchi" come rozzi, dagli usi incomprensibili (per esempio non sembrano affatto gelosi delle proprie donne), ma li ammira perché sono grandi guerrieri.
Sul sito del Festival della Mente sono disponibili gli audio e i video di tutte e tre le lezioni.
Grande comunicatore il nostro Barbero, ha la capacità di trasmettere informazioni storiche in modo semplice, chiaro, ma nello stesso tempo approfondirle con somma lode.
RispondiEliminaSono questi gli storici che fanno avvicinare la gente alla materia, affinché ci si renda conto che la coscienza storica è un qualcosa di importante, pregevole, necessaria, è un qualcosa che serve nella vita di tutti i giorni, come il pane e la pasta: bisogna solo esserene consapevoli!
Buona giornata.
Rino
Grazie del riassunto! L'ho molto apprezzato.
RispondiEliminaGiorgio.
Arte, come sempre le tue segnalazioni sono puntuali ed imprescindibili, mi aggrappo subito ai link. Molto interessante la lettura crociate=protocolonialismo, e il riportare il punto di vista degli altri, non c è dubbio che all' epoca, al confronto con bizantini e arabi, i barbari sporchi e pulciosi eravamo noi !!
RispondiEliminae pensare che dopo tanti secoli ancora hanno il coraggio di sostenere che la legge divina deve essere preminente su quella umana: possibile che ancora non abbiano imparato nulla?!?
RispondiEliminaBella lezione riepilogativa
RispondiEliminaquanto debbo? :-)
marina
Qui si paga in passaggi e commenti, Marina. ;-)
RispondiEliminaMolto interessante questo tuo post, la storia dei nostri predecessori è un bene conoscerla. I concetti sono stati appresi sui libri di storia, ma è tutt'altra cosa la spiegazione di uno storico e del calibro di Barbero che comunica in maniera semplice.
RispondiEliminaLe tue riflessioni, sono giuste, i cristiani non avrebbero mai dovuto combattere, il dialogo e la persuasione erano le armi di Gesù. Tutto quello che ne è seguito è colpa del male che non deve mai dichiararsi cattolico, o musulmano o ebreo, chi esercita violenza non sta con nessuna religione, Dio non lo perdona.
Grazie cara, è un piacere leggere le tue pubblicazioni.
Con sincero affetto, Annamaria.
Pago il passaggio con il commento!
RispondiEliminaMa veramente c'è l'infallibilità che cade dall'alto e solo su pochi fortunati i quali, in duemila anni, sono riusciti a mandare al massacro milioni di creduloni e di innocenti, facendosi scudo delle parole che provenivano da lassù, ma che solo loro sentivano?
Sileno
Una bella lezione davvero, Giulia
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