mercoledì 7 gennaio 2009

Le chiavi sulla porta


Quando vado in vacanza in Lunigiana noto con piacere che in quei piccoli borghi si usa ancora lasciare durante il giorno le chiavi sulla porta. In questi piccoli paesi in genere non c'è nulla, al massimo un bar che fa anche da alimentari, emporio, ecc., e tutti si conoscono . La strada allora non è "altro" rispetto alla propria casa ma è un luogo che fa parte della comunità.
Qui si va a casa degli altri senza prima dover telefonare per sapere se è il caso e se non si disturba, come succede in città. A casa mia a Firenze suonano il campanello solo gli amici di mio figlio e i venditori porta a porta o i Testimoni di Geova. Mai che qualcuno venga a trovarci così, spontaneamente, a sorpresa.
In ufficio dobbiamo passare un badge (oltre a quello per registrare l'orario) solo per entrare e per uscire, proprio per aprire la porta. Generalmente si chiude a chiave la stanza anche per arrivare al piano di sotto a prendere un caffè alla macchinetta.
Ma perché dobbiamo essere ridotti così? Perché non possiamo lasciare anche noi le chiavi sulla porta? Sogno un mondo dove non c'è bisogno di chiavi, di codici segreti, di password. Dove tutti si fidano di tutti perché sanno che non conviene a nessuno tradire la fiducia.


25 commenti:

  1. La vera vita sta nella semplicità, nell'essere umili, spontanei, veritieri, senza maschere, oserei dire naturali.
    Peccato che il mondo civilizzato limita palesare i sentimenti umani. Meno male, che in certi paesi, paesini, borgate - la vera Italia - esista gente che ha fiducia negli altri.

    RispondiElimina
  2. Sarebbe bello tornare ad essere così... Ciao, Giulia

    RispondiElimina
  3. Un tempo anche in puglia tenevano le chiavi alla porta,da un po di anni a questa parte non più.Non parliamo poi delle persone che entravano di continuo anche a delle ore indecenti,tanto sapevano che la padrona di casa s'addormenta tardi e si sveglia presto,ma gli ospiti ....no!!Lasciamo perdere...

    RispondiElimina
  4. anche ai tempi di mia nonna il cancello restava sempre aperto come la porta
    e come dici tu le persone arrivavano a trovare mia nonna senza avvisare
    altri tempi naturalmente perchè adesso se facessimo come mia nonna, ci ritroveremmo in casa ladri e malintenzionati, che si porterebbero via anche le porte di casa
    sono tempi tristi ahimè ma non si può fare diversamente
    e bisogna diffidare sempre, anche in internet o del telefono, dove ti cercano anche lì i rompiscatole che ti vogliono vendere prodotti fasulli o ti vogliono imbrogliare!!!
    sarebbe veramente molto meglio se tornassimo almeno un pochino ai vecchi tempi d'antan
    ciao erica

    RispondiElimina
  5. "La porta è sempre aperta, la luce sempre accesa."

    RispondiElimina
  6. Quando siamo andati in Lapponia recentemente, nonostante avessimo prenotato una settimana intera in 2 posti, abbiamo fatto 3 giorni nel primo e 4 giorni nel secondo.

    Io mi ero premurato di mandare un'email e telefonare al secondo posto per spiegare la cosa cercando di ipotizzare piu` o meno l'orario in cui saremmo arrivati, ma loro rispondevano sempre poco interessati che non c'era problema.

    Quando poi siamo arrivati (ormai erano gia` quasi le 20) ho capito il perche` non gli interessava. La chiave del nostro chalet era rimasta attaccata alla porta esterna della reception dal sabato al martedi` (quando effettivamente siamo arrivati) con il nostro nome sopra e nessuno si era sognato di toccarla.

    Lo chalet era isolato in mezzo alla foresta e dentro c'era di tutto tv, elettrodomestici vari, utensili, etc.

    RispondiElimina
  7. Che bello, Marco! Sto rivalutando la Lapponia. Se non fosse per il freddo...

    RispondiElimina
  8. Anche qui nella provincia umbra (come se esistesse un umbria cittadina :) ) in una ridente località a nome Collerisana, a casa unodicinque, si lasciava tutto il giorno la chiave fuori dalla porta, da un paio d anni non lo facciamo più. E non è che sia successo qualcosa di particolare, la chiave dalla porta è semplicemente sparita !
    Avevamo anche gli ospiti a tutte le ore, e li abbiamo ancora, ma di quello non sono molto contento, data la mia sempre più profonda misantropia !

    RispondiElimina
  9. Non ci credo che sei misantropo, Belphagor! Non ti ci vedo.
    Capisco pero' che l'andirivieni di gente in casa alluzza me che sono avida di rapporti sociali e non l'ho mai avuto, ma stufi chi invece lo ha sempre vissuto e anelerebbe ad un po' di solitudine. Non oso immaginare i miei tre uomini/orso!

    RispondiElimina
  10. Mi ricordo anch'io quando andavo nei piccoli borghi questa piacevole ed accogliente usanza..
    penso però che andrà purtroppo via via sparendo... non ti pare strano il paradosso che più i centri diventano grandi, meno ci si conosce, ci si fida e ci si aiuta?

    RispondiElimina
  11. Liberiamoci del superfluo, delle gozzoviglie inutili del mercato e lasciamo che la casa sia una mensa con il pane fresco e nient'altro...la casa come rifugio per il viandante e l'amico...chiudiamo la porta per difendere la "roba", maledetta adolatria!

    RispondiElimina
  12. Succede così anche in meridizione... Semba una cosa tanto strana, eppure... E' segno di civiltà...

    RispondiElimina
  13. Sarebbe bellissimo, ma la delinquenza ha raggiunto dei livelli già noti. Non è possibile: se lasciassimo le chiavi avremmo un flusso di ladri, violentatori e chi più ne ha più ne metta. Nonostante i sistemi d'allarme e i sofisticati congegni riescono a penetrare negli appartamenti e alcune volte a far fuori anche gli occupanti. Questa società è antisociale, viviamo per conto nostro, non conosciamo neanche il vicino e siamo rintanati nelle nostre case senza mai ricevere delle improvvisate amiche. Un tempo non era così, altro che televisione, ce l'avevamo da noi ed era una serenità coinvolgente da dividere con tutti.
    Non disperiamo, il mondo cambia...
    Con amicizia, Annamaria.

    RispondiElimina
  14. a parziale correzione di quanto affermato da Belphagor dico che ancora oggi le chiavi sono fuori della porta; il fatto è che è lui a non stare più a casa. Diversamente invece la gente ci frequenta di meno, ma si sa le abitudini cambiano. Una volta, e parlo di qualche anno fa e non dell'era glaciale, ogni sera si veniva a casa unodicinque, a volte anche ad ore indecenti, perchè noi si era importato il vino del nord e nelle serate estive un frizzantino fresco e gratuito si beveva volentieri. Poi abbiamo smesso di importarlo e sono finite anche le visite. Vorrà dire qualcosa?!?

    RispondiElimina
  15. Sul tema della fiducia...lo scorso anno andai a Londra con la famiglia per qualche giorno, e trovai un'appartamento via web prenotando con una semplice mail (senza anticipi di sorta), in cui mi fu richiesto solo il numero di cellulare.
    Arrivammo lì nel cuore della notte, e - comunicandomelo via mail - ci lasciarono semplicemente la chiave sotto lo zerbino...
    La mattina dopo il simpatico signore non volle neppure un mio documento, e lo pagai soltanto la mattina della partenza, quattro giorni dopo.
    Tornato in Italia, un mese dopo, per partecipare ad un convegno a Milano prenotai tramite l'Ufficio Viaggi della mia azienda un pernottamento in un hotel (inutilmente prestigioso e costosissimo, come ahimè capita sempre).
    Ebbene, nonostante avessi un voucher con il nome della nota multinazionale energetica per cui lavoro, e la catena alberghiera fosse una della più ricche e note del mondo (quindi in grado di pagare fior di avvocati per rovinarmi nel caso intendessi fare il furbo), l'hotel mi chiese come garanzia il numero della mia carta di credito, arrivando al punto di rifiutare il pernottamento alla collega che viaggiava con me (nelle stesse condizioni) perchè sprovvista della carta! (Ovviamente garantii io per lei con la mia carta di credito, ma se fosse stata sola...nisba!).

    Inutile dire che tutti i grandi alberghi italiani, almeno a Milano, per le mie esperienze successive, si comportano in questo modo indecente: il cliente è per definizione un ladro e va sospettato a prescindere!

    Mi sembra assai sintomatico del clima che regna in questo sempre più simpatico paese...

    E condivido quel che dice Angela: tanto meno ci si affeziona ai beni materiali, da cui dobbiamo cercare di affrancarci il più possibile, tanto più si può dare FIDUCIA al nostro prossimo.

    Quando vado in giro per l'Europa, continuo a rimanere stupefatto per come in Austria, in Francia, in Germania, in Olanda, in Belgio, la quantità di barriere, recinzioni, reticolati, protezioni dalla PAURA sia infinitamente più bassa che da noi, pur con livelli simili di criminalità.

    Un popolo impaurito è un popolo che prima o poi si affida ad un uomo forte...o che sa convincere di esserlo.

    RispondiElimina
  16. Oh, verissimo!

    Ma dubito e credo che purtroppo lo avrai capito, che a quel periodo non si può tornare. Eh no, con i tempi che corrono non si può proprio lasciare casa incustodita.

    RispondiElimina
  17. Volevo solo aggiungere un chiarimento. Non è che io penso che oggi si possa lasciare la chiave sulla porta, però non sono nemmeno così convinta che in tal caso entrerebbe "un flusso di ladri e violentatori" come ha detto Annamaria.
    Quello che volevo dire è che tutta questa ansia di chiudere, sprangare, ecc. secondo me ci fa vivere peggio. Alla fine ci rimettiamo noi perchè viviamo male, con l'ansia di essere "penetrati" e non è detto che poi alla fine siamo davvero "al sicuro".
    Dove lavoro io, per esempio, nonostante il badge per aprire la porta con tanto di allarme, le stampanti sono sparite lo stesso.

    Un po' meno di paura e un po' più di fiducia e forse, come dice Angela, un po' meno di attaccamento alla "roba" ci farebbe senz'altro vivere meglio.

    RispondiElimina
  18. Come si fa ad avere fiducia,carissima Arte,vivendo in un Paese in cui la maggioranza ammira le gesta di un lestofante,circondato da lestofanti!
    Cristiana

    RispondiElimina
  19. Blindati, incarcerati, paranoici, ostili, diffidenti, in guardia, sulla difensiva, paralizzati dalle nostre stesse paure.
    Nessun nemico potrebbe avere un effetto così devastante su di noi.
    Siamo noi i nostri peggiori nemici.

    RispondiElimina
  20. Perfetto, Giorgio. Era proprio questo. Il bello e' che molti non se ne rendono conto.

    RispondiElimina
  21. Aggiungo a questo rimpianto anche quello per il salutarsi tra sconosciuti quando ci si incontra, come accade ancora solo in piccolissimi paesi. Capisco che in una grande città non ci si possa salutare continuamente tutti ma quante volte siamo in pochi in un piccolo ambiente pubblico e ci ignoriamo come se fossimo animali di specie diverse?
    marina

    RispondiElimina
  22. E' vero Marina. Un'altra situazione dove invece è d'uso il saluto è sui sentieri e fa molto piacere.

    RispondiElimina
  23. Nella foto c'e' il numero civico, se scrivevi anche la via sarebbe stato troppo facile per la schiera di ladri a piede libero.
    Sarebbe davvero bello vivere in un mondo cosi', ma ormai ho poca fiducia.

    RispondiElimina
  24. ricordo, quando ero bambino, che i genitori di un mio amico lasciavano la porta di casa sempre aperta... era meraviglioso sapere che quella porta non chiudeva mai, giorno e notte sempre aperta... che nostalgia di quei tempi là...

    RispondiElimina