In questi giorni di festa mi sono messa in pari con i video scaricati ma che non avevo ancora avuto tempo di vedere. Mi è piaciuta molto la puntata di Report del 30 novembre dal titolo "Il piatto è servito" nella quale si è di nuovo tornati a trattare uno dei temi che mi stanno molto a cuore: il prezzo del cibo e il suo costo in termini di sfruttamento della terra e delle persone.
L'ottimo servizio di Michele Buono e Piero Riccardi parte da una scatola di pelati di quelle con cui si fa il sugo e che costa intorno ai 50 centesimi e arriva a chi i pomodori li produce e li raccoglie. Sono mostrate le condizioni degli extracomunitari che raccolgono i pomodori lavorando dalle 6 del mattino alle 6 di sera per 20 euro, dormendo in terra nei casolari abbandonati. L'unico proprietario terriero che ha accettato di essere intervistato ci racconta di come è costretto a dare sempre più dopanti chimici perché i terreni sono stanchi e non riescono a produrre abbastanza per rientrare nei costi. Si apprende che il prezzo dei prodotti agricoli non lo fanno mai i produttori ma le centrali di acquisto che, per strappare il prezzo più basso possibile (tipo 10 centesimi al kilo per i pomodori), rendono irrisori i guadagni dei produttori.
Si passa poi a scoprire che il prezzo di vendita del parmigiano nella grande distribuzione è così basso che il produttore, che deve rispettare dei rigorosi criteri di qualità (latte appena munto, niente conservanti, ecc.), non ce la fa a rientrare nelle spese. Ci vogliono 16 litri di latte e 24 mesi di stagionatura per fare un kilo di parmigiano dal quale riescono al massimo a ricavare 7 euro e 30.
Che senso ha questo sistema produttivo-distributivo del cibo? Finiremo per avere un cibo di qualità ma di alto costo destinato a chi se lo può permettere ed un cibo di scarsa qualità per il resto delle persone.
Mi ha colpito questa citazione di Justus von Liebig, il chimico tedesco che a metà dell'800 introdusse la chimica in agricoltura: "Confesso volentieri che l'impiego di concimi chimici era fondato su principi che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano condurre ad una rivoluzione totale dell'agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente abbandonato, e le sostanze minerali asportate dalle coltivazioni dovevano essere sostituite con concimi minerali. Il concime avrebbe permesso di coltivare sullo stesso campo, con continuità ed in modo inesauribile, sempre la stessa pianta. Nella mia cecità, ho creduto che nella meravigliosa catena delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, ci fosse un anello mancante che io potevo rimpiazzare."
Per fortuna la puntata termina con due buoni esempi. Nelle mense di 740 scuole il Comune di Roma ha previsto per capitolato che tutto debba essere biologico e prodotto il più vicino possibile, frutta e verdura di stagione (non a caso dal 2001 non c'è stata più una tossinfezione). Inoltre, da quando si usano piatti di porcellana, posate di metallo e bicchieri di vetro sono sparite nove tonnellate di rifiuti di plastica al giorno. L'altro buon esempio è l'Ospedale di Asti dove pure utilizzano prodotti freschi (non surgelati) provenienti da 40 produttori locali riuniti in cooperativa dalla Coldiretti, rigorosamente di stagione e biologici. Il pasto singolo costa 1 euro in più rispetto a prima ma i giorni di degenza sono diminuiti perché, come dimostrano alcuni studi, la malnutrizione abbassa le difese immunitarie e rende più cagionevoli alle infezioni.
L'ottimo servizio di Michele Buono e Piero Riccardi parte da una scatola di pelati di quelle con cui si fa il sugo e che costa intorno ai 50 centesimi e arriva a chi i pomodori li produce e li raccoglie. Sono mostrate le condizioni degli extracomunitari che raccolgono i pomodori lavorando dalle 6 del mattino alle 6 di sera per 20 euro, dormendo in terra nei casolari abbandonati. L'unico proprietario terriero che ha accettato di essere intervistato ci racconta di come è costretto a dare sempre più dopanti chimici perché i terreni sono stanchi e non riescono a produrre abbastanza per rientrare nei costi. Si apprende che il prezzo dei prodotti agricoli non lo fanno mai i produttori ma le centrali di acquisto che, per strappare il prezzo più basso possibile (tipo 10 centesimi al kilo per i pomodori), rendono irrisori i guadagni dei produttori.
Si passa poi a scoprire che il prezzo di vendita del parmigiano nella grande distribuzione è così basso che il produttore, che deve rispettare dei rigorosi criteri di qualità (latte appena munto, niente conservanti, ecc.), non ce la fa a rientrare nelle spese. Ci vogliono 16 litri di latte e 24 mesi di stagionatura per fare un kilo di parmigiano dal quale riescono al massimo a ricavare 7 euro e 30.
Che senso ha questo sistema produttivo-distributivo del cibo? Finiremo per avere un cibo di qualità ma di alto costo destinato a chi se lo può permettere ed un cibo di scarsa qualità per il resto delle persone.
Mi ha colpito questa citazione di Justus von Liebig, il chimico tedesco che a metà dell'800 introdusse la chimica in agricoltura: "Confesso volentieri che l'impiego di concimi chimici era fondato su principi che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano condurre ad una rivoluzione totale dell'agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente abbandonato, e le sostanze minerali asportate dalle coltivazioni dovevano essere sostituite con concimi minerali. Il concime avrebbe permesso di coltivare sullo stesso campo, con continuità ed in modo inesauribile, sempre la stessa pianta. Nella mia cecità, ho creduto che nella meravigliosa catena delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, ci fosse un anello mancante che io potevo rimpiazzare."
Per fortuna la puntata termina con due buoni esempi. Nelle mense di 740 scuole il Comune di Roma ha previsto per capitolato che tutto debba essere biologico e prodotto il più vicino possibile, frutta e verdura di stagione (non a caso dal 2001 non c'è stata più una tossinfezione). Inoltre, da quando si usano piatti di porcellana, posate di metallo e bicchieri di vetro sono sparite nove tonnellate di rifiuti di plastica al giorno. L'altro buon esempio è l'Ospedale di Asti dove pure utilizzano prodotti freschi (non surgelati) provenienti da 40 produttori locali riuniti in cooperativa dalla Coldiretti, rigorosamente di stagione e biologici. Il pasto singolo costa 1 euro in più rispetto a prima ma i giorni di degenza sono diminuiti perché, come dimostrano alcuni studi, la malnutrizione abbassa le difese immunitarie e rende più cagionevoli alle infezioni.
L' argomento mi interessa ma ammetto che ne so ben poco, la cosa che però mi convince di più è il meccanismo dei pasti "a chilometri zero", specie se cominciano ad impiegarlo istituzioni ed aziende.
RispondiEliminaBravissima Artemisia,
RispondiEliminariesci sempre a focalizzare i problemi con grande chiarezza e sempre in prima fila per creare coscienza civile.
Ciao
Sileno
La tua informazione costante, punbtuale e precisa è davvero preziosa. Giulia
RispondiEliminaBe, non è una novità..il vero problema è che quasi nessuno fa qualcosa per 'smantellare' questo sistema!
RispondiEliminaps: l'avevo sentita anche io la storia della cassiera che aveva trovato i soldi e li ha restituiti..sono curioso di sapere quanti avrebbero fatto la stessa cosa!
ps2: il testo della lettera sul cortometraggio è tanto bello e commovente quanto irrelizzabile..mette ancora più tristezza sapere che non accadrà mai..!
ciao e a presto!
LuCa
En passant: la nuova giunta ha abolito il cibo etnico che serviva per far abituare i bambini alle differenze e per valorizzare agli occhi dei bambini italiani le abitudini degli altri bambini. A me dispiace. produciamo vicino ma guardiamo lontano!
RispondiEliminamarina
Ricordo bene quella puntata, davvero di eccellente fattura. L'argomento attira molto anche me, Artemisia. Aggiungo che, dall'ospedale di Asti, è andata in onda una puntata di dicembre di "Ambiente Italia", RaiTre, il sabato alle 14:50. Programma che ti consiglio, anche se ci rendiamo tutti conto della singolare collocazione oraria.
RispondiEliminaUn caro abbraccio.
Frank57
Grazie, Frank. Nessun problema per l'orario di Ambiente Italia: ho i miei trucchi :-)
RispondiEliminaho trovato finalmente una specie di GAS, un gruppo di aziende bio della regione che consegnano qui una volta alla settimana... adesso provo.
RispondiEliminameno km, nessun emarginato povero sfruttato e roba colta matura.
certo 7 kg di roba per una persona... ma c'è senpre l'amico congelatore!!
ciao
Brava Manu! Fammi sapere.
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