Come genitori riteniamo giusto trasmettere ai nostri figli certi valori in cui crediamo: onestà, coraggio delle proprie opinioni, libertà intellettuale, ecc. Ci capita di indicare loro come esempio nobili figure di persone che per le loro idee non hanno avuto paura di andare contro il proprio tornaconto. Anche senza arrivare ad essere eroi, ci piacerebbe che i nostri figli siano dei cosiddetti "spiriti liberi".
Nello stesso tempo capita altrettanto frequentemente di trasmettere loro un messaggio contrastante con quanto sopra: non proprio il classico (e detestabile) "fatti furbo e fregatene di tutto il resto", bensì il più moderato "cerca di evitare, se non è strettamente necessario, le polemiche fine a se stesse o i comportamenti che ti possono nuocere anche se questi sono dettati alle tue idee". Insomma cerchiamo di far loro capire che talvolta non vale la pena di fare una crociata. Non si tratta di abiurare ai nostri principi, ma magari di svicolare un po', di evitare di prendere posizione se questo non avrebbe altro risultato che autodanneggiarsi.
Ma allora cosa vogliamo da questi ragazzi? Come li vogliamo? Opportunisti o spiriti liberi?
Personalmente non ho trovato risposta. Mi limito a valutare di volta in volta. Come del resto faccio per me stessa. Mi rendo conto però che non è facile.
Per chiarezza vi propongo un piccolissimo esempio banale ma vi prego di non concentrarvi troppo su di esso (che probabilmente si risolverà con un nulla di fatto) ma di focalizzarsi sul criterio generale.
Un professore di mio figlio sarà probabilmente trasferito il prossimo anno a causa dei tagli di organico. Molti ragazzi nella sua classe lo apprezzano e sono dispiaciuti tanto da voler fare una lettera in suo appoggio. A mio figlio questo professore non è mai stato simpatico (credo che la cosa sia anche reciproca) e francamente qualche ragione ce l'ha. Per quanto abbiamo potuto constatare è un insegnante molto preparato nella sua materia ma molto pieno di sé. Noi ci siamo sempre raccomandati che mantenga un atteggiamento educato e rispettoso ma non possiamo certo pretendere che lo ami o finga di amarlo.
Quando ha sentito parlare della lettera di appoggio, mio figlio non ha avuto dubbi: "Non la firmerò mai".
Anche se fosse il solo? Anche se ha due o tre materie pencolanti? Anche se nella materia in questione ha un sei scarso? Cosa consigliargli?
Nello stesso tempo capita altrettanto frequentemente di trasmettere loro un messaggio contrastante con quanto sopra: non proprio il classico (e detestabile) "fatti furbo e fregatene di tutto il resto", bensì il più moderato "cerca di evitare, se non è strettamente necessario, le polemiche fine a se stesse o i comportamenti che ti possono nuocere anche se questi sono dettati alle tue idee". Insomma cerchiamo di far loro capire che talvolta non vale la pena di fare una crociata. Non si tratta di abiurare ai nostri principi, ma magari di svicolare un po', di evitare di prendere posizione se questo non avrebbe altro risultato che autodanneggiarsi.
Ma allora cosa vogliamo da questi ragazzi? Come li vogliamo? Opportunisti o spiriti liberi?
Personalmente non ho trovato risposta. Mi limito a valutare di volta in volta. Come del resto faccio per me stessa. Mi rendo conto però che non è facile.
Per chiarezza vi propongo un piccolissimo esempio banale ma vi prego di non concentrarvi troppo su di esso (che probabilmente si risolverà con un nulla di fatto) ma di focalizzarsi sul criterio generale.
Un professore di mio figlio sarà probabilmente trasferito il prossimo anno a causa dei tagli di organico. Molti ragazzi nella sua classe lo apprezzano e sono dispiaciuti tanto da voler fare una lettera in suo appoggio. A mio figlio questo professore non è mai stato simpatico (credo che la cosa sia anche reciproca) e francamente qualche ragione ce l'ha. Per quanto abbiamo potuto constatare è un insegnante molto preparato nella sua materia ma molto pieno di sé. Noi ci siamo sempre raccomandati che mantenga un atteggiamento educato e rispettoso ma non possiamo certo pretendere che lo ami o finga di amarlo.
Quando ha sentito parlare della lettera di appoggio, mio figlio non ha avuto dubbi: "Non la firmerò mai".
Anche se fosse il solo? Anche se ha due o tre materie pencolanti? Anche se nella materia in questione ha un sei scarso? Cosa consigliargli?
Uff! Materia spinosa. Spinosa assai. Credo che però la risposta tu l abbia già data nel post: saper valutare di volta in volta, imparare a discernere una sacrosanta incazzatura da una polemica sterile, riuscire a capire quando tirare il freno e quando premere l acceleratore. Io fossi in tuo figlio valuterei il livello di "non amore" nei confronti del prof, comparandolo con i possibili danni da mancata firma. Chi pesa di più vince. Mi rendo conto che può sembrare cinico, però...
RispondiEliminaUhm... sul caso specifico non saprei cosa dire. Sui miei massimi sistemi invece mi viene una considerazione: non sara' che forse i nostri eroi sono tali proprio perche' il loro comportamento (cioe' la disposizione a non aver paura di andare contro il proprio tornaconto per perseguire le proprie idee) e' di fatto diverso dal nostro abituale, condizionati a non eccedere nel mettere a rischio il nostro benessere...?
RispondiEliminaSì, Belphagor, la maturità è proprio la capacità di valutare di volta in volta ma è difficile capirlo a 16 anni. A quell'età il mondo è bianco o nero, non ci sono vie di mezzo.
RispondiEliminaDario: interessante lettura. I modelli sono belli proprio perchè rimangono modelli. Forse hai ragione. Forse ci servono semplicemente come fari per orientarsi più che come esempi da seguire scrupolosamente. Non so.
RispondiEliminaSai, i ragazzi sono bravissimi nel cogliere le nostre contraddizioni. Tipica frase: "Ah, babbo, tu dici di me ma vedo che tu fai peggio di me!" Quando è a corto di argomenti mio marito risponde sempre: "Non abbiamo gli stessi diritti così come non abbiamo gli stessi doveri". E' vero, ma mi suona di salvataggio in calcio d'angolo. :-)
Be', Arte, alla battuta "Ah, babbo, tu dici di me ma vedo che tu fai peggio di me!" secondo me la risposta piu' naturale e' che bisognerebbe comportarsi il meglio possibile, a prescindere dal comportamento del proprio babbo...
RispondiElimina;-) ma mi rendo conto che non e' una cosa che si possa ammettere al proprio figlio, perche' tutto prescinde da cosa si intende per "il meglio possibile"
"dipende", non "prescinde"... sorry
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RispondiEliminaE' la prima volta che passo nel tuo blog e mi permetto di fare una riflessione sulla questione, avendo anch'io un figlio alle prese con simili problemi.
RispondiEliminaLa mancanza di umiltà e la troppa pienezza di sè dei docenti la trovavo insopportabile da studente ed ora ancora di più che sto dall'altra parte della barricata. La grande competenza se non è sorretta da tatto,capacità psicologica e autorevolezza nei confronti dei ragazzi, non serve a nulla.
Ho avuto scontri feroci con colleghi del genere. Ora non so in questo caso come siano i rapporti. Ma in generale, perché uno dovrebbe firmare una cosa che non sente? Tanto non sarà una lettera a modificare la rigida burocrazia scolastica.
che argomentino facile facile, che hai toccato... io punto per lo spirito libero, con il terrore di farmi cogliere impreparato dalla mia ansia di papà... per ora, visto che mia figlia ha sei anni, punto tutto sul sorriso, i sogni e la gioia... poi si vedrà...
RispondiEliminaSei sicura che sia un prof antipatico solo a tuo figlio?Non ci saranno altri studenti che la pensano come lui?io un'indagine la farei...e poi farei valutare al ragazzo.ho imparato in 3 anni di rappresentante di classe e 3 anni di membro del consiglio d'istituto che prima , a parole partono tutti....poi coi fatti....
RispondiEliminaio ti direi sempre e comunque : che non firmi mai!!!
RispondiEliminaè da ipocriti firmare una lettera per una persona che non stimi, anche se è un insegnante e qualunque sia la situazione di uno studente
E so per esperienza, dal mio passato di insegnante, che una lettera non risolve un bel nulla
Quando ho perso la mia cattedra, ho dovuto cambiare la lingua di insegnamento e i miei alunni, molto dispiaciuti , hanno avuto una supplente, l'anno dopo...
Tuo figlio, se non stima quell'insegnante, non deve adeguarsi alla classe, ma mantenere la sua dignità e la sua libertà, senza compromessi
Io dico sempre che si può dire tutto, ma c'è modo e modo di dire le cose, che si deve essere comunque educati e rispettosi, e che si deve anche avere la libertà di esprimere il proprio pensiero ...
se no come si può crescere in modo individuale, senza finire intruppati in un branco di pecore senza personalità ???
Come ho scritto nel post, vi prego di non concentrarvi troppo sull'esempio. E' probabile che la lettera non verrà nemmeno scritta.
RispondiEliminaIl dilemma è generale e anche frequente. In teoria non avrei dubbi nel dare ragione ad Erica ma mi metto anche nei panni di un ragazzo che non ha la sicurezza di un adulto e che è in una posizione svantaggiata rispetto all'insegnante. Non è facile dirgli: "Vai avanti per la tua strada". Soprattutto se non ha la sufficienza piena in tutte le materie.
mah... non so... La difficile arte del compromesso (anche con se stessi) consiste nel cedere sull'inessenziale e tener duro (o durissimo) sull'essenziale. Più o meno cerco di trasmettere questo ai miei figli (chissa' se ci riesco). Il problema (grosso) è distinguere l'inessenziale dall'essenziale... Poi c'è un altro punto, che credo collegato al precedente: probabilmente bisogna tener presente che l'educazione di un figlio è un processo lungo, che non si esaurisce su singoli eventi. Forse nel tuo esempio l'essenziale sarebbe poter dire a tuo figlio "bravo! hai le palle! non hai voluto fare una cosa contro i tuoi principi pur pagando di tasca tua". Sul breve periodo la cosa non aiuterebbe a "passare l'anno", ma sul medio-lungo periodo mostrerebbe (e nel concreto...) cosa significa "pagare", ma anche che ci sono dei genitori che non se fregano solo di te se sei "bravo a scuola", etc. Naturalmente questo singolo "evento" potrebbe essere "utile" sopratutto se inserito in una costellazione di insegnamenti e, sopratutto, atteggiamenti. Con i mei dos figlios ho avuto "eventi" equiparabili, me la sono svangata non dando però sempre priorità alla scuola. Esempio per chiarire: ragazzi più bravi scoalsticamente dei miei figli, ma leccaculi o viscidi o bastardi, non li ho mai apprezzati, ho sempre detto (e sentito...) che preferivo loro, i miei figli. Idem nello sport o in altro. I dos figlios (in misura diversa) non hanno avuto problemi a scuola e (con mille difetti...) sono due bravi ragazzi. Ma so che la strada è ancora lunga... Il grande (anni 20, ingegneria elettronica), fa: "Ah dopodomani vado a Londra....".
RispondiEliminaBabbo: "A LONDRA!!!? Ma come caz..."
Figlio: "...perchè...? quale è il problema...?"
B: "ok ok ok... Allora a che ora parti...?"
F: "...mah... non so... forse verso le due... o le tre..."
B: "Scusa... ma da dove parti...?"
F: "... forse da Pisa... credo..."
E' a Londra...L'aereo era da Pisa... Ci aveva azzeccato.
Ciao a tutti
non credo che un buon insegnante faccia rivalsa con i voti su un alunno se quell'alunno non ha firmato per lui una lettera
RispondiEliminaprimo perchè l'insegnante sarebbe decisamente meschino e non un buon educatore super partes
e secondo perchè lettera o non lettera, con i tagli nella scuola, te ne vai e basta !!!!
e puoi anche scrivere al ministro che la faccenda non cambia !!!!
a meno che oltre che presuntuoso, quel prof è pure super raccomandato, ma da chi????
io penso come altri che ti hanno scritto che educare un figlio al meglio richieda lunghi anni e che non sia facile
spesso è anche questione di carattere oltre che di maturità e di buoni insegnamenti e di momenti appropriati per fare una giusta e saggia scelta
buona notte erica
Poichè sarebbe l'unico o uno dei pochi, io gli consiglierei di firmare, tanto anche con la sua firma la situazione non cambia. Quel professore potrebbe rendergli difficile la vita, purtroppo nell'ambito scolastico è così, i professori particolari se s'impuntano ostacolano il percorso scolastico, quindi a che serve la crociata? In questo caso è così, negli altri... è tutto da valutare di volta in volta.
RispondiEliminaUn caro abbraccio.
Grazie a tutti per gli stimolanti commenti.
RispondiEliminaGiam: tutto si può dire di mio figlio ma non che sia lecchino. Le lamentele più frequenti dei prof infatti sono che è troppo polemico, vuol sempre avere ragione, contesta sempre, ecc. Si può anche dire che "abbia le palle" ma in realtà è anche molto ingenuo.
Tanto per farvi un po' ridere. L'anno scorso mancavano pochi minuti alla fine dell'ora e il solito prof ha detto ai ragazzi di cominciare il disegno che aveva dato per casa. Lui, ritenendo inutile iniziare un lavoro per pochi minuti, si è messo a leggere tranquillamente la Gazzetta dello Sport. Non vi dico come l'ha presa il prof.
ah be', io con la mia insegnante di disegno ho avuto un conto in sospeso per 5 anni per cui nel caso specifico do ragione a prescindere a tuo figlio xD
RispondiEliminaa parte gli scherzi, tutto dipende da che tipo è questo insegnante: mettendomi anche nei suoi panni, io non vorrei ricevere una lettera di appoggio firmata da un allievo che so che mi detesta; magari, nella mia ingenuità, penso che costui, in qualche modo, abbia capito che se picchio duro è per il suo bene, e non perché ce l'ho con lui, e quando scopro che costui ha firmato la lettera solo perché temeva ritorsioni da parte mia, be' ... anche i professori hanno un cuore!
uscendo dal caso specifico, penso pure io che la soluzione sia diversa in ogni situazione; già commentando un altro tuo post avevo scritto che la vita è fatta di compromessi perciò a volte conviene lasciare da parte i principi. L'importante è non avere rimpianti, sapere di aver compiuto il proprio dovere.
A me tuo figlio piace sempre di piu'...
RispondiElimina...me lo presti?
Ma volentieri, Dario!!! :-))
RispondiElimina...immagino che stiamo parlando di quello che legge il Che...
RispondiEliminaExactly!
RispondiEliminaio concordo con belphagor, scriverei le stesse cose. anche sul caso del prof.
RispondiEliminacredo anche che la vicenda potrebbe porre un'ulteriore riflessione.
il prof fa comunque con impegno il suo lavoro? insomma, aldilà di un lecito e rispettabile sentimento di antipatia, merita davvero di non avere appoggio?
credo possa essere un'occasione di imparare a non essere troppo duri nei propri giudizi sugli altri, non lasciare che magari un difetto, per quanto fastidioso, faccia dimenticare gli altri pregi. credo sia un modo corretto (e con anche un po' di umiltà) di porsi di fronte agli altri, nessuno di noi è perfetto.
io personalmente non sono per gli atteggiamenti estremi, tranne quando davvero servono a mantenere principi morali fondamentali, penso che la morbidezza e la tolleranza nella vita siano ingredienti fondamentali.
Morbidezza e tolleranza sono cose che si imparano piano piano. E' difficile capirlo a 16 anni. Non sai quante volte sento mio figlio trinciare giudizi del tipo: "questo non serve a nulla!" con una sicurezza pari quanto alla vera insicurezza che nasconde dietro questi giudizi.
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