I poveri conduttori del programma sono costretti a traccheggiare per un buon quarto d'ora ripetendo le date e gli orari in cui si può votare, per che cosa si vota chi si candida per Firenze e per Prato e soprattutto, ossessivamente, il numero di telefono a cui chiamare per intervenire.
Ma lo squillo non arriva. Gli elettori sono talmente demotivati che non riescono nemmeno a dire la loro.
Ecco finalmente la prima telefonata.
Francesco: "Hanno riempito la strada dove abito di manifestini per terra. Soldi gettati al vento. E' ora di finirla! Siamo stanchi di questa gentaglia! Non avranno il mio voto."
Ho capito, siamo alla frutta, penso io.
Per fortuna, in zona Cesarini, arrivano altre telefonate di tono diverso a tirarmi un po' su.
Lucia: "Andrò a votare perché finché c'e' il voto voglio esercitare questo diritto. Non vorrei che, con la scusa che non si va più a votare, ce lo tolgano."
Chiarella: "Non e' vero che sono tutti uguali. Voterò, userò questo mio diritto per difendermi da chi non mi piace, per cercare di evitare qualcuno che non mi piace per niente."
Emanuele: "Mai come ora e' il momento di andare a votare per scegliere chi può portare avanti le nostre idee e i nostri diritti. Sento un gran fermento dal basso, comitati che si organizzano, si sente una gran voglia di cambiamento."
Giuliana: "Andrò a votare per rispetto a mio padre che ha combattuto come partigiano e a mio nonno anarchico."
Ivano: "Andrò perché e' l'unica cosa che ci e' rimasta. Vorrei che chi avanza tante critiche ai vari candidati (soprattutto a sinistra) dicesse cosa vuole perché non si capisce."
Enza: "Quando sento tante persone criticare i candidati, chiedo loro quanto hanno partecipato alle iniziative e agli incontri fatti per capire cosa si propone. Io a votare ci vado comunque e sempre. Ogni volta che sono in dubbio penso alla risposta che dette Panagulis quando un giornalista italiano gli chiese perché un pacifista come lui mettesse le bombe. Lui rispose che era la sua unica arma a disposizione visto che, al contrario del giornalista, lui la possibilità di votare non l'aveva".
Come ho scritto altre volte, non mi convinceranno mai a rinunciare a questo diritto/dovere "dovesse essere l'ultima cosa che faccio nella mia vita", come diceva un anno fa il buon partigiano Fuoco che purtroppo ci ha lasciati.
Tra l'altro queste elezioni, per fortuna, lasciano spazio a vari modi di esprimerci. Quelle europee permettono fino a tre preferenze e, come ho già scritto in un precedente post, ciò può servire per mandare un messaggio sulla scelta dei candidati (per esempio: "fatela finita con il riciclo dei politici disoccupati"). Le elezioni amministrative invece permettono per esempio di votare un candidato che magari non ci convince troppo (come per me e' Matteo Renzi come sindaco) e nello stesso tempo appoggiare per il consiglio comunale una forza che contribuisca a tirarlo dalla parte che si preferisce (come per me e' La Sinistra per Firenze).
Vi consiglio di leggere un ottimo post che spiega chiaramente le varie possibilità.
Non lasciamo carta bianca. Mai. Potremmo pentircene.
Ciao carissima
RispondiEliminacerto che non mi astengo, non l'ho mai fatto, ma credimi mi sono persa in questo marasma, un cosa è certa il mio voto di donna è MIO prima che qualcuno me lo tolga come ha detto un'altra donna.
S.
Sono ASSOLUTAMENTE d'accordo...sennò che mi ricandidavo a fare? :-))))
RispondiEliminaio non so come si pssa non votare. non è un giudizio, non capisco proprio.
RispondiEliminaCara Liber, anch'io fino a ieri mi ponevo la tua domanda.
RispondiEliminaPoi invece ieri sera ad una cena tra cari amici, tutti di sinistra, siamo stati a discutere quasi tutta la sera sull'astensione. Due amici che stimo molto hanno continuato per tutta la sera ad avvalorarare la loro tesi: non andare a votare perchè questa attuale sinistra venga spazzata via definitivamente e dalle sue ceneri sorga finalmente qualcosa di buono, diciamo una specie di Obama.
Devo dire che non mi hanno convinto però mi hanno destabilizzato un po' soprattutto per quanto riguarda il candidato a sindaco di Firenze che è un giovane cattolico con modi berlusconiani.
E' una tesi che può avere il suo senso.
Quello che però contesto in questo tipo di posizione è che è troppo facile stare alla finestra e fare gli schizzinosi. Credo che comunque si debba partecipare, cercare gli spazi, sporcarsi le mani. Potrebbe essere veramente pericoloso non farlo anche se questi miei amici dicono che questo è il ricatto con il quale gli attuali dirigenti di sinistra costringono la gente ad andare a votare.
Non credo assolutamente che dalle ceneri si possa costruire qualcosa di buono, e comunque i tuoi amici astenzionisti dovrebbero astenersi poi anche dal giudicare i fatti della politica (sebbene quella berlusconiana sia tutto meno che politica).
RispondiEliminaGiudico chi si astiene come coloro che si assentano dalle riunioni in cui si prendono decisioni importanti:
dovrebbero accettare ciò che gli altri hanno deliberato, o almeno non esprimere giudizi di sorta, invece spesso sono propio costoro a sbraitare e lamentarsi di più.
Gli astensionisti, come gli assenteisti hanno sempre torto... a prescindere!
sono certo idee rispettabili, anche non votare è una scelta (probabilmente in certi casi anche sofferta). anche se devo dire anch'io che non credo che riducendo le cose in ceneri si riesca poi a fare grandi costruzioni. ma ammetto di essere poco edotta su dinamiche e storia dei partiti.
RispondiEliminama un punto a sfavore del non voto mi pare che sia che comunque qualcuno decide. anche per noi. quindi preferisco esserci anch'io.
l'altro è che mister b. e company puntano sulla disgregazione degli avversari (e del popolo pensante intero?). non votare è fare il loro gioco.
Io pure ho votato a queste elezioni; capisco il ragionamento degli astensionisti ma continuo a non condividerlo. Sul fatto di 'non poter restare a guardare' in una situazione del genere, io credo che l'unico modo per battere una persona forte sia essere più forte di lei. Quindi, o si fa fronte comune, con qualcuno in grado di vincere, e si applica la regola dei tre moschettieri, o si è condannati a restare per sempre all'opposizione.
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