Non che mi aspettassi che con l'estate qualcosa sarebbe cambiata nella situazione politica e morale del mio paese, però è dura ricominciare a leggere le notizie e constatare che si va sempre più giù, il fondo sembra non arrivare mai e gli elementi di speranza sono sempre più flebili per non dire inesistenti.
In Val Maira ho utilizzato il mio personale sonnifero naturale, già sperimentato in altre situazioni in cui mi sono trovata a dormire fuori casa, soprattutto con altre 8, 12, 15 persone: l'ascolto di conferenze e dibattiti con il lettore mp3. Quest'anno ho sentito più volte Roberto Scarpinato da un file audio scaricato da Arcoiris TV. Di questo magistrato e del suo libro "Il ritorno del Principe" ho già parlato in un precedente post. Confesso che ancora non ho letto il libro che sta sullo scaffale in lista d'attesa da alcuni mesi.
In ogni caso Scarpinato mi piace. Mi piace quello che dice e come lo dice. Mi piace la sua capacità di analisi lucida e spietata, senza sconti e, purtroppo, come lui stesso ha ammesso, senza lieto fine.
Le sue parole mi sono risuonate spesso nella testa tanto che ho sentito il bisogno di metterle nero su bianco.
"In genere si suole ripetere che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita. Io non credo che sia così: ogni popolo è ciò che la sua classe dirigente lo fa essere perché la classe dirigente dirige anche la formazione dell'opinione pubblica, dell'etica collettiva, costruisce la memoria sociale, decide cosa deve essere dimenticato e cosa deve essere ricordato, offre gli esempi, i modelli. I Francesi dicono che i figli non si educano con le parole, ma con gli esempi e lo stesso, io credo, valga nel rapporto tra governanti e governati. Non si può pretendere dai governati un tasso di moralità superiore a quello dei governanti."
"C'è un avvelenamento dei pozzi, un'istigazione all'odio sociale che depista il cittadino medio dalle reali cause del malessere sociale. Di volta in volta si offre a questa rabbia sociale, che nasce da condizioni di ingiustizia, il capro espiatorio oggi dell'impiegato pubblico fannullone, domani del professore meridionale, dopo domani dell'immigrato. Tutti che odiano tutti è un vecchio trucco del potere, è una guerra tra poveri, mentre nel frattempo c'è una classe dirigente sempre più autoreferenziale che sta commettendo un grave delitto: quello di rubare il futuro ai nostri figli."
"Per dimostrare l'eternità di questa abitudine del potere di plasmare le coscienze in modo da assoggettare la psiche delle persone e depistarle, vi leggo quello che il conte De Maistre all'inizio dell'Ottocento scriveva: <<Se la folla governata può credersi uguale al piccolo numero che governa, non c'è più governo. Il potere deve essere fuori della portata di comprensione della folla dei governati. L'autorità deve essere tenuta costantemente al di sopra del giudizio critico mediante gli strumenti psicologici della religione, del patriottismo, della tradizione, del pregiudizio. Non bisogna coltivare la ragione del popolo, ma i suoi sentimenti. Occorre dunque dirigerlo e formare il suo cuore, non la sua ragione.>> Sembra scritta l'altro ieri."
"Nel 1800 negli stati del Sud degli USA la legge vietava ai negri di imparare a leggere e scrivere. I negri hanno conquistato la loro libertà imparando a leggere la storia della Bibbia. Qualsiasi potere antidemocratico ha sempre temuto la cultura e ogni cultura vera, smascherando le imposture, è l'unica strada che si può percorrere per riconquistare la libertà individuale. Per questo in Italia dove un'esigua minoranza legge dei libri, dove pochi leggono i giornali, dove la cultura passa attraverso la televisione, io credo che una vera opposizione dovrebbe mettere al centro del suo impegno la conquista di quello che oggi è il nuovo Cardinale Mazzarino, la televisione di stato. Se non partiamo da lì non possiamo risollevarci. La TV di Stato dagli anni Cinquanta in poi ha fatto gli Italiani, ha insegnato a leggere e a scrivere e ha fatto conoscere la dialettica politica. La televisione oggi trasmette spazzatura, impostura. Senza una presa della Bastiglia, non c'è gara."
In Val Maira ho utilizzato il mio personale sonnifero naturale, già sperimentato in altre situazioni in cui mi sono trovata a dormire fuori casa, soprattutto con altre 8, 12, 15 persone: l'ascolto di conferenze e dibattiti con il lettore mp3. Quest'anno ho sentito più volte Roberto Scarpinato da un file audio scaricato da Arcoiris TV. Di questo magistrato e del suo libro "Il ritorno del Principe" ho già parlato in un precedente post. Confesso che ancora non ho letto il libro che sta sullo scaffale in lista d'attesa da alcuni mesi.
In ogni caso Scarpinato mi piace. Mi piace quello che dice e come lo dice. Mi piace la sua capacità di analisi lucida e spietata, senza sconti e, purtroppo, come lui stesso ha ammesso, senza lieto fine.
Le sue parole mi sono risuonate spesso nella testa tanto che ho sentito il bisogno di metterle nero su bianco.
"In genere si suole ripetere che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita. Io non credo che sia così: ogni popolo è ciò che la sua classe dirigente lo fa essere perché la classe dirigente dirige anche la formazione dell'opinione pubblica, dell'etica collettiva, costruisce la memoria sociale, decide cosa deve essere dimenticato e cosa deve essere ricordato, offre gli esempi, i modelli. I Francesi dicono che i figli non si educano con le parole, ma con gli esempi e lo stesso, io credo, valga nel rapporto tra governanti e governati. Non si può pretendere dai governati un tasso di moralità superiore a quello dei governanti."
"C'è un avvelenamento dei pozzi, un'istigazione all'odio sociale che depista il cittadino medio dalle reali cause del malessere sociale. Di volta in volta si offre a questa rabbia sociale, che nasce da condizioni di ingiustizia, il capro espiatorio oggi dell'impiegato pubblico fannullone, domani del professore meridionale, dopo domani dell'immigrato. Tutti che odiano tutti è un vecchio trucco del potere, è una guerra tra poveri, mentre nel frattempo c'è una classe dirigente sempre più autoreferenziale che sta commettendo un grave delitto: quello di rubare il futuro ai nostri figli."
"Per dimostrare l'eternità di questa abitudine del potere di plasmare le coscienze in modo da assoggettare la psiche delle persone e depistarle, vi leggo quello che il conte De Maistre all'inizio dell'Ottocento scriveva: <<Se la folla governata può credersi uguale al piccolo numero che governa, non c'è più governo. Il potere deve essere fuori della portata di comprensione della folla dei governati. L'autorità deve essere tenuta costantemente al di sopra del giudizio critico mediante gli strumenti psicologici della religione, del patriottismo, della tradizione, del pregiudizio. Non bisogna coltivare la ragione del popolo, ma i suoi sentimenti. Occorre dunque dirigerlo e formare il suo cuore, non la sua ragione.>> Sembra scritta l'altro ieri."
"Nel 1800 negli stati del Sud degli USA la legge vietava ai negri di imparare a leggere e scrivere. I negri hanno conquistato la loro libertà imparando a leggere la storia della Bibbia. Qualsiasi potere antidemocratico ha sempre temuto la cultura e ogni cultura vera, smascherando le imposture, è l'unica strada che si può percorrere per riconquistare la libertà individuale. Per questo in Italia dove un'esigua minoranza legge dei libri, dove pochi leggono i giornali, dove la cultura passa attraverso la televisione, io credo che una vera opposizione dovrebbe mettere al centro del suo impegno la conquista di quello che oggi è il nuovo Cardinale Mazzarino, la televisione di stato. Se non partiamo da lì non possiamo risollevarci. La TV di Stato dagli anni Cinquanta in poi ha fatto gli Italiani, ha insegnato a leggere e a scrivere e ha fatto conoscere la dialettica politica. La televisione oggi trasmette spazzatura, impostura. Senza una presa della Bastiglia, non c'è gara."