Ieri ho partecipato alla prima riunione del "Gruppo ambiente" al liceo di mio figlio. Si tratta di un'attività volontaria di due insegnanti volta a sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche ambientali (raccolta differenziata, acqua potabile, ecc.). E' rivolto principalmente ai ragazzi ma sono invitati anche i genitori. Mio figlio non ha voluto parteciparvi e mi ha anche preso in giro a lungo dicendomi che sarei stata l'unico genitore "tra tanti ragazzini" (salvo poi, quando sono tornata, investirmi di domande curiose per sapere chi c'era, che cosa hanno detto, cosa avete fatto ecc.).
C'erano una trentina di ragazzi (in maggioranza ragazze, tanto per cambiare) e quattro genitori. Le insegnanti promotrici hanno illustrato il programma annuale (proiezione di documentari sull'ambiente, conferenze con esperti, gite inerenti all'argomento). Dopo di ciò bisognava montare i contenitori per la raccolta differenziata e fare il giro delle classi per controllare dove questi mancavano.
I ragazzi si sono buttati subito al lavoro mentre una mamma che era con me ha chiesto timidamente all'insegnante cosa dovevamo fare noi genitori. Per un attimo infatti ci siamo sentite un po' intruse, un po' fuori luogo, ma la professoressa ci ha rassicurate dicendoci che qualsiasi nostro apporto sarebbe stato benvenuto.
Allora mi sono messa a montare i contenitori insieme ai ragazzi condividendo con loro le difficoltà, le battute e anche aiutando quelli più insicuri. Così l'imbarazzo è passato presto e mi sono anche divertita. Non è facile in occasioni come questa spogliarsi del ruolo dell'adulto che educa e mettersi a fare qualcosa fianco a fianco agli adolescenti, ma qualche volta, secondo me, è piacevole e salutare mettersi in gioco.
C'erano una trentina di ragazzi (in maggioranza ragazze, tanto per cambiare) e quattro genitori. Le insegnanti promotrici hanno illustrato il programma annuale (proiezione di documentari sull'ambiente, conferenze con esperti, gite inerenti all'argomento). Dopo di ciò bisognava montare i contenitori per la raccolta differenziata e fare il giro delle classi per controllare dove questi mancavano.
I ragazzi si sono buttati subito al lavoro mentre una mamma che era con me ha chiesto timidamente all'insegnante cosa dovevamo fare noi genitori. Per un attimo infatti ci siamo sentite un po' intruse, un po' fuori luogo, ma la professoressa ci ha rassicurate dicendoci che qualsiasi nostro apporto sarebbe stato benvenuto.
Allora mi sono messa a montare i contenitori insieme ai ragazzi condividendo con loro le difficoltà, le battute e anche aiutando quelli più insicuri. Così l'imbarazzo è passato presto e mi sono anche divertita. Non è facile in occasioni come questa spogliarsi del ruolo dell'adulto che educa e mettersi a fare qualcosa fianco a fianco agli adolescenti, ma qualche volta, secondo me, è piacevole e salutare mettersi in gioco.
;-) che bella esperienza!
RispondiEliminaMi stupisce solo che tuo figlio abbia snobbato la cosa. Ma parliamo del grande o del piccolo?
uhm... liceo... e' il grande... scusa la domanda stupida
RispondiEliminaFigurati, non c'e' problema.
RispondiEliminaA me non stupisce affatto visto che snobbano sempre di default tutto quello che io propongo. Ma non me la prendo perche' so che fa parte del "gioco delle parti". Anch'io quando avevo 16 anni consideravo la morte civile fare qualcosa insieme ai miei. :-)
E' molto vero e detto con spirito. Snobbare di default...proprio così!.-( Comunque mi sembra un'iniziativa bellissima e, nel segreto del suo cuore scontroso di adolescente, sarà molto contento di avere una madre così.
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