lunedì 5 luglio 2010

Welcome nella Fortezza Europa

L'Unità di sabato ha lanciato un appello per salvare dei prigionieri eritrei chiusi nelle carceri libiche in condizioni disumane.
Mi è subito tornata in mente l'appassionata intervista a Laura Boldrini a Fahrenheit, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e autrice del libro "Tutti indietro".
La Boldrini, una persona seria e competente, un'Italiana di cui essere orgogliosi, nel suo libro cerca di fare chiarezza e di spiegare chi sono i profughi, cioè persone senza scelta, in fuga da regimi totalitari, da guerre, da violazioni dei diritti umani, che rischiano la propria vita, prima nel deserto e poi in mare, alla ricerca di protezione e di un paese sicuro. Inoltre cerca di sfatare luoghi comuni come il fatto che queste persone vogliano venire in massa in Europa mentre l'80% dei rifugiati vive nei paesi confinanti a quello da cui fuggono. Oppure che l'Italia spenda troppo per dare asilo politico. In Italia ci sono solo circa 50.000 profughi contro i 600.000 della Germania, i 300.000 del Regno Unito e i 150.00 della Francia.
Laura Boldrini si indigna più che altro per l'indifferenza, sia dei politici sia dell'opinione pubblica, e quando sente parlare dei respingimenti come un successo e una soluzione mentre si tratta solo di uno spostare il problema più a Sud ricacciando questi profughi nelle terribili condizioni in cui sono tenuti nei centri di detenzione in Libia, le cui violenze ormai solo chi continua a vivere senza spostare l'attenzione dal proprio ombelico può dire di non sapere.
"Chiunque abbia un po' di capacità di ascolto e di curiosità per il genere umano trova nelle storie di queste persone qualcosa di straordinario." dice Laura Boldrini e aggiunge più avanti: "L'accoglienza non è una questione di essere buoni o cattivi, ma tra chi vuole rispettare il diritto internazionale e chi no."
Mi è venuto in mente anche il bel film che ho visto l'altra sera: Welcome di Philip Lioret. Il tema è quello dell'immigrazione (fenomeno diverso da quello dei profughi ma parallelo). La storia è quella di un ragazzo curdo di diciassette anni che, dopo essere arrivato da solo a Calais, vuole attraversare la Manica a nuoto per raggiungere la sua ragazza che vive a Londra. Dal film ho scoperto che anche in Francia e in Gran Bretagna i migranti vengono trattati in modo barbaro e che Sarkozy ha voluto un'assurda legge che punisce addirittura i Francesi che aiutano i clandestini. Infatti nel film un insegnante di nuoto che prende a cuore la sorte del ragazzo passa dei guai a causa delle delazioni dei vicini ostili. Una delle cose più belle del film è proprio l'inquadratura dello zerbino del vicino di casa delatore con la comunissima scritta WELCOME (da cui il titolo).

1 commento:

  1. E' da molto che seguo con particolare sgomento questa situazione... quanti barconi della speranza sono affondati facendo morire persone bisognose d'aiuto? Quante invece sono morti ancor prima di imbarcarsi? Bhè questo nessuno lo sa, ma si può facilmente immaginare che sia un numero cospicuo!!
    Basta attaccare un attimo il cervello per capire che è anche colpa nostra: del nostro egoismo, del pensare che "tanto noi stiamo bene.. che ci frega di loro?", del non considerarli persone come noi, del non far niente per loro...
    Anche la Comunità di S.Egidio, promulgatrice di integrazione ed amore verso il prossimo, continuamente cerca di mantenere vivo tali discriminazioni, diffondere un messaggio diverso e promuove iniziative come la preghiera per tutti i morti (non solo quelli venuti alle cronache) a causa dei viaggi della speranza.

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