Dei nostri colleghi siamo soliti avere una conoscenza superficiale tranne per quelli con i quali lavoriamo a stretto contato. Succede allora che in occasione di viaggi di lavoro ci si conosca meglio. Talvolta rivediamo giudizi, talvolta si hanno piacevoli scoperte, talvolta delusioni.
Ultimamente ho fatto un paio di viaggi a Roma con un mio collega che conosco da tanti anni. Che fosse una persona espansiva e chiacchierona lo sapevo, ma non pensavo che fosse un vero fiume in piena. Praticamente questi viaggi sono stati quasi una seduta psicanalitica dove io facevo l'analista. Spesso succede che le persone si aprano con me, forse perché la mia attenzione a quello che dicono è vera, non le lascio semplicemente parlare, ma faccio domande precise o interventi che rivelano un interesse reale.
Paolo (nome ovviamente di fantasia), non solo mi ha parlato di cosa fa al di fuori del lavoro e come si prodiga per la famiglia, le figlie, i parenti e persino per i semplici conoscenti, ma mi ha raccontato anche tanti episodi della sua vita, della sua adolescenza, del servizio militare, delle sue esperienze lavorative. "Potrei raccontartene tante..." mi ha detto salutandomi alla fine della nostra trasferta.
Mi ha raccontato che da ragazzo non aveva mai un soldo in tasca, che i suoi gli negavano anche quel poco che potevano permettersi di dargli, che non aveva affatto successo con le ragazze ma siccome era (ed è) tanto simpatico, gli amici lo chiamavano sempre per "allietare" la compagnia.
Il mio collega non ha una vasta cultura e le sue aspirazioni sono semplici: gli piace stare all'aria aperta, ha un'irresistibile impulso ad aiutare gli altri e soprattutto a lavorare con le mani. E' uno di quegli uomini che sa far tutto quello che c'è bisogno di fare. "I' cche ci vole!" è la sua frase più frequente. E si mette ad arare la terra, riparare un apparecchio elettrico, segare un albero, imbiancare, sistemare un impianto idraulico, smontare, riparare, rimontare, potare, innaffiare, verniciare, stuccare, saldare, fare iniezioni e così via.
Paolo è la classica persona di cui tutti si approfittano. La tipica persona "con il cuore in mano", sempre disponibile, sempre pronto a farsi in quattro ben oltre quello che è dovuto.
"Lo so che non se lo meritano", dice quando è amareggiato perché qualcuno pretende senza essere riconoscente, "ma tanto io sono uno che vuole bene a tutti." E una lacrimuccia gli fa capolino.
Uno così in un ambiente dove tutti prima di alzare un dito vanno a controllare se questo è previsto dal proprio mansionario o se magari spetta a qualcun altro, per poi comunque contrattare qualcosa in cambio, non può essere compreso.
"Mi sa che anche tu stai nella coda della gaussiana", gli ho detto ad un certo punto.
Ehi.... piano a mettere tutti nella coda della gaussiana. Poi finisce che non e' piu' una gaussiana!
RispondiEliminaChe tu sappia ascoltare non ho dubbi. Questo tuomcollega ha tutta la mia simpatia.
RispondiEliminaUn abbraccio