Nel post del 16 gennaio scorso La variante anomala mi sono resa conto di non aver centrato bene il punto che avevo in mente perché, citando esempi virtuosi, il tema è virato su un giudizio morale con implicita riprovazione verso la maggioranza delle persone che non li segue.
In realtà l'idea di partenza era tutta un'altra e cioè quella di descrivere la mia costante sensazione di essere anomala, in un certo modo stravagante, al di là di scelte dettate dall'etica.
Proprio da un punto di vista strettamente statistico mi piacerebbe sapere, per esempio, quante cinquantenni non si sono mai truccate né tinte i capelli. Quante non hanno il buco nel lobo dell'orecchio o non possiedono un paio di stivali. Quante donne non stirano niente (tranne le camicie personali)? In quante case la prima cosa che si vede entrando è una macchina da fitness? In quante famiglie il pranzo della domenica consiste in una pizza surgelata?
Quando vado in trasferta per lavoro, pur avendo diritto al rimborso di 60 Euro al giorno per pasti al ristorante, preferisco saltare la cena (magari faccio uno spuntino) e farmi un giro a piedi. I miei colleghi mi guardano come un animale strano. Stessa espressione dei miei figli, che, sbavando dalla voglia di avere lo scooter, non capiscono perché, pur avendo a disposizione due scooter ed un auto, io vada al lavoro in bus e mio marito in bicicletta. Nemmeno i miei colleghi mi capiscono. Tanto che quando dico loro che devo scappare per non perdere l'autobus, impietositi, mi offrono un passaggio perché non concepiscono che si tratti di una libera scelta.
Potrei citare molti altri esempi. Talvolta si tratta certamente di scelte dettate da principi in cui credo, ma spesso è semplicemente questione di interessi diversi. Non so perché istitintivamente e inconsapevolmente provo un'irresistibile attrazione nel non fare quello che la maggioranza delle persone fa. Chissà in quale piega del mio Io si nasconde il motivo di questa mia esigenza.
Ho scoperto che nella rappresentazione grafica di un certo fenomeno statistico si è soliti disegnare una specie di curva che sale, ha un picco dove c'è la massima frequenza di casi per poi scendere ove la casistica si fa più rara. Quella zona lì, minoritaria e statisticamente irrilevante, pare che si chiami "la coda della gaussiana". Ah, ecco dove stavo!
In realtà l'idea di partenza era tutta un'altra e cioè quella di descrivere la mia costante sensazione di essere anomala, in un certo modo stravagante, al di là di scelte dettate dall'etica.
Proprio da un punto di vista strettamente statistico mi piacerebbe sapere, per esempio, quante cinquantenni non si sono mai truccate né tinte i capelli. Quante non hanno il buco nel lobo dell'orecchio o non possiedono un paio di stivali. Quante donne non stirano niente (tranne le camicie personali)? In quante case la prima cosa che si vede entrando è una macchina da fitness? In quante famiglie il pranzo della domenica consiste in una pizza surgelata?
Quando vado in trasferta per lavoro, pur avendo diritto al rimborso di 60 Euro al giorno per pasti al ristorante, preferisco saltare la cena (magari faccio uno spuntino) e farmi un giro a piedi. I miei colleghi mi guardano come un animale strano. Stessa espressione dei miei figli, che, sbavando dalla voglia di avere lo scooter, non capiscono perché, pur avendo a disposizione due scooter ed un auto, io vada al lavoro in bus e mio marito in bicicletta. Nemmeno i miei colleghi mi capiscono. Tanto che quando dico loro che devo scappare per non perdere l'autobus, impietositi, mi offrono un passaggio perché non concepiscono che si tratti di una libera scelta.
Potrei citare molti altri esempi. Talvolta si tratta certamente di scelte dettate da principi in cui credo, ma spesso è semplicemente questione di interessi diversi. Non so perché istitintivamente e inconsapevolmente provo un'irresistibile attrazione nel non fare quello che la maggioranza delle persone fa. Chissà in quale piega del mio Io si nasconde il motivo di questa mia esigenza.
Ho scoperto che nella rappresentazione grafica di un certo fenomeno statistico si è soliti disegnare una specie di curva che sale, ha un picco dove c'è la massima frequenza di casi per poi scendere ove la casistica si fa più rara. Quella zona lì, minoritaria e statisticamente irrilevante, pare che si chiami "la coda della gaussiana". Ah, ecco dove stavo!
(Nella foto ho preso in prestito la maglietta (non stirata) di mio figlio.)
Mi sento meno solo. :-)
RispondiEliminaIl problema è se siamo dalla stessa parte della cosa. Ma penso di si.
Pace e benedizione
Julo d.
(io invece le cose le stiro, ma vado a lavorare in bus (e a volte a piedi), non ho né piercing né tatuaggi, bevo solo acqua di rubinetto. Però non mi sono mai truccato :-)
Gel ai capelli? ;-)
RispondiEliminaio ho la sensazione che avevo colto e ricolgo, la questione non è morale.
RispondiEliminaanche noi siamo varianti parecchio anomali, ma non è questione di virtuosismi. credo che il tutto parta solo da una certa indipendenza istintiva, una gelosia delle proprie piccole libertà. non ti importa di avere le cose stirate e quindi farlo ti pare uno spreco del tuo tempo e di energia quindi semplicemente non lo fai. qualcuno potrebbe farlo perchè gli piace avere i vestiti ugualmente stirati, anche questo va bene se uno è mosso da motivazioni personali sue o un adattamento consapevole ad una convenzione. insomma non c'è un solo giusto, forse però c'è una certa tendenza a essere come ti dicono gli altri e chi semplicemente vive a modo suo nella società (senza essere un disadattato) diventa inevitabilmente una variante anomala!
Forse è la mia idiosincrasia per la solitudine, ma io nella coda non ci sto sempre bene. Di rado vado contro la mia personalità, ma quando mi scopro in quel 99,3% entro le 3 deviazioni standard, mi sento meglio :-)
RispondiEliminaE odio profondamente i giorni in cui piove e sono costretto a prendere il bus per andare a lavoro; e mi sono truccato, ma forse nel mio caso è questo che mi porta nella coda della gaussiana... xD
"Gel ai capelli?"
RispondiEliminaNé quello né la brillantina (sono abbastanza vecchio da ricordare quando si usava)!
E fai conto che ho i capelli che stanno come vogliono loro. Quando decidono di stare come a me non va bene li taglio (cioè circa ogni 4 mesi)
Ottima analisi, Liber. E' proprio cosi'.
RispondiEliminaSai un cosa, Marco? E' anche una questione di eta'. Piu' si invecchia e piu' ci viene facile fregarsene del giudizio degli altri.
Per esempio, quando per strada vedo un palo orizzontale e ne approfitto per appendermi e stirarmi la colonna vertebrale, i miei figli si scandalizzano e fanno finta di non conoscermi, ma io mi diverto del loro scandalizzarsi.
Qualche vantaggio ad invecchiare ci sara', no?
Ho letto un noiosissimo libro, Il Cigno Nero, di Taleb.
RispondiEliminaDice una cosa sensatissima ed evidente, ma che agli statistici sfugge totalmente. Cioe' che facendo statistiche sulla societa' si tende a considerare l'andamento sociale senza tenere conto del fatto che la societa' e' composta da individui il cui comportamento non ha niente a che vedere con il comportamento globale del gruppo.
Ad esempio, facendo una media aritmetica si puo' giungere alla conclusione che il popolo italiano e' alto grosso modo un metro e settantacinque. Anche se, magari, nessuno dei campioni scelti per misurare l'altezza e' esattamente 1.75. Questo ha senso in misurazioni come l'altezza delle persone, perche' dice che quelli che stanno agli estremi della gaussiana sono molto piu' alti o molto piu' bassi di 1.75, ma sono statisticamente poco rilevanti perche' pochi numericamente. Ma non ha nessun senso per altri tipi di misurazione. Ad esempio, se facciamo una media del sesso degli italiani scopriremmo che si trova piu' o meno a meta' tra maschio e femmina. Eppure non esiste neanche uno, che io sappia che e' esattamente fisiologicamente a meta' tra i due generi.
In altre parole, credo che tu non sia un caso raro. O meglio, si', sei un caso raro come lo sono la maggior parte delle persone. E' che poi si fa una media del tutto e si tende a ragionare come se la normalita' fosse in quella media, e come se quella fosse una indicazione quasi etica di comportamento. Ma perche' prendi l'autobus quando la societa' ti dice che e' meglio prendere la macchina? giustificando questa regola con la motivazione che fan tutti cosi'.
Ecco, non ho cultura sufficiente per dire se e' o meno utile fare statistiche sociologiche, ma credo fermamente che un comportamento diverso dalla norma sia comunque valido, qualunque siano i risultati di quelle statistiche, specialmente se dettato da scelte precise e ponderate.
Io credo che l'ideale sia fare scelte indipendenti, che siano conformiste o controcorrente.
Questo discorso mi ricorda Nanni Moretti in Caro Diario ("io saro' sempre con una minoranza...").
Ah, io e mia moglie non stiriamo quasi mai, perche' nessuno dei due si veste quasi mai elegante, e non vale la pena di stirare t-shirt, felpe e jeans.
Le poche volte che mi metto in tenuta "da competizione" (in genere per colloqui, matrimoni o funerali), e' R che si occupa di stirare la mia camicia. Davvero, io ci ho provato con tutto il mio impegno, ma il risultato e' sempre inqualificabile.
Insomma, Dario, mi vuoi buttare fuori dalla coda della gaussiana. Ma io ci stavo tanto benino. :-)
RispondiEliminaPS forse non ti capita di parlare di queste cose con le "brave signore di casa" ma le t-shirt, le felpe e jeans andrebbero stirati eccome.
Ti abbraccerei: ma non a fare un insieme rappresentativo, mamma mia!
RispondiEliminaSono un vecchio uomo, ma la maglietta facebook me la compro.
Un saluto.
Capisco quello che vuoi dire,ma se ci hai fatto caso ho scritto che seguo sempre la mia personalita` :) Mio cugino mi ha rotto le scatole per anni dicendomi, tanto per fare un esempio, che portando i sandali d'estate, o indumenti di colore rosa/viola/lilla appaio effeminato. Ci sono stato malissimo, e non per poco, essendo peraltro single ormai da diverso tempo. Risultato: non vedo l'ora che sia caldo per togliermi i calzini :)
RispondiEliminaUhm.... felpe e t-shirt le pieghi e le impili, o le appendi alle grucce e dopo un paio di giorni sono lisce come nuove... ma posso capire che ci sia chi le vuole stirare a tutti i costi.....
RispondiEliminaMA I JEANS NO! Cavoli, ogni singola piega sui jeans gli da' quel minimo di aria vissuta in piu' che chi non ce l'ha la fa apposta!!! i Jeans senza pieghe sono come... mmmh... come la cocacola calda e sgasata!
;-)
Marco... Io adoro il rosa...
RispondiElimina...e quando ero teenager addirittura mi facevo vanto di quella apparenza effemminata di cui parli, proprio a ostentazione di anticonformismo a oltranza.
Marco, i pregiudizi di tuo cugino mi hanno fatto venire in mente l'elenco che fece Saviano a Vieni Via con Me su cio' che e' considerato da gay nel casertano. C'erano delle cose incredibili tipo lo zainetto, l'ombrello, ecc. Altro che sandali!
RispondiEliminaBellina la maglietta, eh? Un amico di mio marito l'ha fatta stampare in copisteria e a mio figlio e' piaciuta tanto che l'ha voluta anche lui (precipitandosi a cancellarsi su FB).
Dario, non ti so dire perche'... manco a dirlo... non possiedo nemmeno un paio di jeans!
RispondiEliminaho visto or ora il video (non avevo seguito il programma) ... mi sa che mio cugino e i casertani andrebbero d'accordo! e mi sa che di questo parlerò nel prossimo post!
RispondiEliminaIo, nel mio libro mi sono spinto fino al punto di affermare che chi aspira alla libertà è un caso atipico, e tale io mi ritengo perchè quelle piccole e meno piccole cose per cui differisco dalla maggior parte della gente che mi circonda. Comunque, ti assicuro che siamo in una seppur piccola, ma felice compagnia :)
RispondiEliminaTu sei proprio così, per questo hai tutta la mia stima e affatto
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