mercoledì 4 gennaio 2012

Giovani di ieri e di oggi

Ha senso chiedersi se i giovani di oggi stiano meglio o peggio dei giovani del passato come hanno fatto fior di studiosi come Antonio Schizzerotto, Ugo Trivellato e Nicola Sartor con il saggio dal titolo "Generazioni disuguali. Le condizioni di vita dei giovani di ieri e di oggi: un confronto"?
Intervistato a Fahrenheit, il prof. Schizzerotto ammette che per quanto riguarda istruzione, reddito, disponibilità di risorse all'interno della famiglia, mobilità, transizione verso l'età adulta, posizione sul mercato del lavoro, i giovani di oggi stanno sicuramente meglio dei giovani "dell'altro ieri", cioè dei loro nonni, ma che la parabola, dopo aver raggiunto il massimo per coloro che sono nati tra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, ora sta cominciando a declinare. Cosa è successo dalla copertina di Time del gennaio 1967 sulla quale un gruppo di giovani era considerato "il personaggio dell'anno"? Come hanno fatto i giovani a passare da essere la speranza del futuro alla parte più vulnerabile della società?
Non c'è bisogno di leggere il libro di Schizzerotto per notare che i ragazzi che crescono oggi in un paese occidentale godono (in genere) di tutti i confort tecnologici, sono seguiti e curati, mangiano bene, i genitori fanno di tutto per non far mancare loro tutte le occasioni, viaggi, sport, hobby, libertà di movimento, esperienze, ecc. Purtroppo però essi godono del benessere che la nostra generazione è riuscita a conquistare e a guadagnare che continuerà ad erogare loro finché potrà permettersi di farlo. Il benessere dei 20-35enni di oggi cade però di fronte all'instabilità lavorativa, al rendimento della loro pur alta istruzione, all'impossibilità di comprarsi una casa o di fare figli senza l'aiuto dei genitori, alle prospettive di un welfare sempre più smantellato.
Alla fine quindi è sempre una questione di congiuntura. I nonni hanno vissuto una gioventù di fame e di guerra ma hanno avuto la possibilità di ricorstruirsi un futuro. Penso a mio suocero che è stato prigioniero in Germania, penso a mia suocera quando mi racconta quanto fosse capricciosa per il cibo fino al momento in cui ha conosciuto la fame. Poi ci siamo noi, i figli del baby-boom tirati su ad antibiotici, che abbiamo avuto la fortuna di poterci costruire il nostro benessere, il posto fisso, la casa, le vacanze. Riusciranno i ragazzi di oggi a sfidare l'attuale congiuntura sfavorevole e tornare ad essere "il personaggio dell'anno"?

8 commenti:

  1. Tutte osservazioni giuste ma queste sono solo la punta dell'iceberg.. le difficoltà dei giovani che tu ha elencato sono le prove oggettive ma la vera domanda è perchè è successo ciò??
    Personalmente ritengo che tutto parta da un degrado dei valori morali, un esaltazione dell'egoismo e dell'egocentrismo e gli obiettivi sempre più miseri che i giovani sono portati ad avere.. tutti figli robotizzati dalla società che se ci ragioni bene dice subdolamente cosa fare e cosa pensare..

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  2. La mia generazione nata nell'immediato dopoguerra ha conosciuto un periodo di abbondanza quale, probabilmente mai, si era visto nel nostro Paese, dalla miseria delle rovine della guerra, a un benessere che avanzava giorno dopo giorno, dalla radio alla tv, dalla Vespa alla 500 e poi sempre avanti e sempre di più, l'Occidente forte di un miliardo di persone bruciava le risorse degli altri 4 miliardi alla fame, l'industria, da questa parte del mondo cresceva sempre di più, poi un brutto giorno abbiamo aperto gli occhi e ci siamo resi conto che il mondo era cambiato, anche gli altri 5 miliardi di persone finora escluse, hanno cominciato a produrre ed innalzarsi a livelli migliori, mentre da questa parte, cosa poteva produrre di nuovo l'industria in una società che ormai possedeva già tutto e oltre?
    E i primi a pagare il conto sono stati i giovani che non hanno più avuto accesso al reddito e pure il futuro non lo vedo luminoso, perché nulla potrà ritornare come eravamo abituati e il divario fra ricchezza e povertà, ( parola impronunciabile fino a pochissimi anni fa), è destinato ad accelerare e cominceranno gli scontri sociali...
    Eccesso di pessimismo il mio?
    Vorrei augurarmelo.

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  3. Spunto, io non li vedo così robotizzati i giovani di oggi. Certo, sono vittime anche loro della società consumistica ma né più né meno degli adulti.

    Sileno,non so se sei eccessivo ma anch'io sono altrettanto pessimista.

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  4. Mi rendo sempre più conto che ogni generazione pensa che la precedente stava meglio e la successiva starà peggio per qualcosa e il contrario per qualcos'altro. Ogni periodo pensa di essere arrivato al limite e invece si va sempre avanti...Chissà...

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  5. Ma veramente mi pare il contrario, Alchemilla. I nostri nonni pensavano che i figli sarebbero stati meglio (e così è stato) e i nostri genitori lo stesso (ed infatti noi abbiamo fatto cose che loro neanche si sognavano). Le nuove generazioni di oggi, come sottolineano tutti i sociologi, sono le prime a temere di star peggio dei loro genitori (cioè noi). Speriamo che non sia così.

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  6. Leggo solo oggi questo articolo e ripenso al tema del post:
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/mutuo-senza-soccorso/181458/

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