martedì 7 maggio 2013

Salire sulla "Barca"?

La più cosa bella di ieri sera è stata il teatro Puccini strapieno, platea e galleria con persino gente in piedi tutt'intorno. Devo dire che me l'aspettavo: c'è tutto un popolo di "smarriti di sinistra" che cerca un approdo, una bussola e via proseguendo coi termini marinareschi.
Per il resto, ad essere sincera, Fabrizio Barca non mi ha smosso una cellula. Del suo famoso documento di cinquantacinque pagine è stato letto l'ancor più famoso addendum di cui gli è stato chiesto di spiegare ciascuno dei dodici punti. Probabilmente sono diventata troppo arida e scettica, ma a me è sembrato da un lato un bignamino della Costituzione, per altro da lui stesso citata (dall'uguaglianza dei cittadini al ripudio della guerra alla disciplina e onore richiesta agli eletti), dall'altro una specie di libro dei sogni lontano anni luce dall'attuale dirigenza del PD. 
Ai limiti della socialdemocrazia e del neoliberismo, Fabrizio Barca contrappone quello che lui chiama "sperimentalismo democratico". Non sono affatto sicura di aver capito bene cos'è. Mi pare che egli intenda che chi governa prende le decisioni ma insieme fa una costante verifica sugli effetti di esse con un ascolto permanente di quello che la base (che sia di un partito o che sia di uno Stato) ha da dire.
Quando è stato chiesto a Barca perché pensa di poter proporre queste sue idee all'interno del Partito Democratico e non, per esempio, di fondare un nuovo partito di sinistra, egli ha risposto che nel PD c'è una consistente base e una capillare organizzazione territoriale che non si trova da nessuna altra parte. Personalmente sono un po' scettica sulla persistenza di questa base dopo le ultime vicende.
Mi ha convinto ancora meno quando ha detto che l'elettorato grillino e berlusconiano bisogna capirlo e conquistarlo.
Insomma, a mio avviso, una proposta troppo fumosa e troppo intellettuale per il livello culturale a cui ormai (purtroppo) è ridotta la gran parte degli Italiani dopo vent'anni di anestetizzazione crerebrale da televisione spazzatura.
Sarò anacronistica e gerontocomica, ma ho sentito più nelle mie corde l'intervento, pur più rozzo e semplicistico se si vuole, di Maurizio Landini a Che tempo che fa.
Comunque non ho pregiudizi e rimango in standby, anche se mi sarebbe piaciuto fare una domanda all'ex ministro: che ci faceva in un governo palesemente di destra come quello di Monti?

2 commenti:

  1. Risposte
    1. E' un appellativo con il quale l'imitatrice di Giorgia Meloni si rivolgeva alla Dandini a "Parla con me".

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