La signora arriva al punto di ritrovo con la sua bicicletta ed appare subito piena di energia di buon mattino. "Buon giorno! Sono Cecconi Maria.*" Suona strano questo presentarsi con cognome e nome in un'associazione di ciclisti-ambientalisti dove di solito ci si chiama per nome, e poi come sa di popolare questo mettere il cognome per primo! Quello spiritoso di mio marito non resiste ad una delle sue battute sardoniche: "Non le garantisco che mi ricorderò il suo nome." Ma la signora Maria, ad occhio tra i 65 e i 70 anni, non si fa problemi, giustamente ignora e, sprizzando energia e chiacchiera da tutti i pori, attacca a raccontarci del lieve incidente che le ha impedito l'uso della bicicletta nell'ultimo periodo, della nipotina che deve badare a giorni alterni, per passare poi ai problemi del palazzo dove vive sotto il quale stanno facendo dei grossi lavori. Penso a mia madre, che ha pochi anni più di lei, e confronto la sua vita così ritirata, abitudinaria e timorosa, con quella di questa donna che sembra un vulcano.
Ed ecco infatti che qualche giorno dopo alla radio locale, che ospita talvolta cittadini o comitati che vogliono portare l'attenzione su un problema, sento annunciare: "E' venuta a trovarci nei nostri studi Maria Cecconi per esporre le sue preoccupazioni, come abitante del quartiere, in relazione ai lavori che si stanno effettuando nel viale...." Ohibò!
La signora Maria espone con la sua schiettezza tutta fiorentina i suoi timori per le vibrazioni del palazzo dove vive dovute alle perforazioni sottostanti e per eventuali infiltrazioni d'acqua.
"Non credo che ci siino... ma non si sa mai!"
"Ieri una mia amiha me l'ha fatto vedere anche su Fesbuc. Io i' computer non ce l'ho."
"La gente dice... sa... siamo Fiorentini: sia apre la bocca e si spara..."
"Si ha paura perché lì c'era tutta acqua un tempo. C'erano i bindoli."
"I bindoli?" chiede il conduttore.
"Sì, eran quelli dei hontadini, dove lavavan le verdure... c'era l'acqua. Hapito?" E racconta di aver portato una lettera con le firme del condominio al quartiere, all'assessorato al traffico, a Matteo Renzi, ad un giornale locale ed a La Nazione.
"Poi un signore mi ha detto: 'perché un tu vai a Radio...?' Alla radio? Icché vo a fare? Ma come si dice: se tutti si sta zitti, si fa come San Lorenzo: si piglia in tasca e si fa silenzio. Diho bene?"
"Gli stianti gli si sentano... non credo sia una hosa dal giorno alla notte, però la paura fa novanta."
"I' traffico ora passa tutto dall'altra strada. Lo vedo 'i lunedì che vo a fa' volontariato. Ora sembrano 'e mettino un semaforo."
Nella lettera del condominio si chiede notizie sullo stato dei lavori ma "siccome qualcuno ora è troppo indaffarato, gli sta dappertutto fòri che a Firenze..."
Ed infine non risparmia una battuta da ambientalista:
"Tutti si vole la strada pulita però la macchina ci s'ha sempre sotto il sedere..."
Quale profezia fu più sbagliata di quella di mio marito? Ci ricorderemo eccome della signora Cecconi Maria. Dieci, cento, mille Cecconi Maria!
*il nome ovviamente è di fantasia, il resto è tutto vero.