Mi sono passati per le mani i miei quarant'anni di lavoro. Periodi contrassegnati da attività diverse che neanche ricordo più: quando facevo la segretaria scientifica e battevo al computer gli articoli dei fisici zeppi di formule, quando facevo la rappresentante sindacale, quando davo una mano alla biblioteca, quando ho fatto parte del comitato per le pari opportunità, gli appunti dei colloqui con i diversi direttori che si sono avvicendati, quando facevo il backup su CD, ma soprattutto gli anni duemila, quando ho cominciato a fare la responsabile della contabilità e tutto era su carta, tabelle sui tagli alla spesa, rendiconti, circolari, dispense dei vari corsi di formazione, libroni di normativa superata (e comunque ora reperibile in rete).
Emozioni contrastanti: un passato che non torna più ma anche un atto liberatorio (soprattutto il lancio dentro il cassonetto): Ed inoltre ho provato anche a mettermi nei panni di chi presto prenderà il mio posto. Lo dico serenamente, andare in pensione, per l'ambiente di lavoro che hai frequentato per tanti anni, è un po' come morire . Si usa termini come "da quando non c'è più", "quando c'era lui/lei", "chi mi succederà", ecc. Non c'è da averne paura ma è così.
Proprio per questo ho cercato di facilitare il compito di chi verrà al mio posto facendo declattering (rimuovere oggetti non necessari, sgombrare, riordinare) perché non si trovi la valanga disordinata di carte che mi sono trovata io.
Altra considerazione: da metà degli anni dieci, le carte nell'armadio sono praticamente scomparse: documenti in pdf, firma digitale, PEC, fattura elettronica, repository online e poi, dopo il Covid, il salto forzato verso gli incontri da remoto dove le slide, i manuali, gli atti dei convegni si mettono in condivisione e non si stampano più. Nonostante tutti i problemi di invecchiamento del supporto informatico, credo che sia comunque un progresso.
E così l'armadio si svuota e la cancelleria ancora buona rimane inutilizzata e indesiderata: cartelline trasparenti a elle, coi fori, classificatori con gli anelli, fascicolatori col bottone o con il laccetto. Nessuno li vuole più. I CD e i relativi porta CD volano addirittura nel cassonetto dell'indifferenziato.
Alla fine, confesso, mi sono sentita più leggera e mi preparo a passare il testimone.
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