Oggi voglio parlare un po' del mio noiosissimo lavoro. Sono un'impiegata amministrativa in un ente pubblico. Il mio compito, in linea di massima, è quello di riguardare le pratiche che mi passano i miei collaboratori, restituirle se ci sono degli errori, altrimenti firmarle e passarle al direttore per la sua firma. Niente di entusiasmante quindi.
Poichè sono sempre interessata al lato umano di tutte le cose, mi diverto (si fa per dire) a farmi rivelare dalle carte che ho davanti la personalità di chi ci sta dietro. Particolarmente istruttive in questo senso sono le richieste di rimborso delle trasferte che gli utenti compilano quando hanno fatto un viaggio di lavoro.
Innanzitutto quanto e come scrivono. Compilare moduli nel senso comune è considerata una necessità noiosa ed inutile. E' vero che talvolta le informazioni richieste possono apparire superflue ma non è detto che lo siano. Ho notato che spesso le persone ci danno delle lunghe spiegazioni a voce delle spese che hanno documentato, del perchè e del per come, ma sfugge loro una cosa banale e cioè che basterebbe che quella lunga spiegazione la scrivessero in modo chiaro e sintetico sul modulo. Non serve che ce la spieghino se non rimane scritta. E qui vanno nel panico! Sono arrivata a pensare che la gente non sappia più scrivere, cioè non sia più abituata ad esprimere in modo chiaro e conciso un concetto per iscritto. Povere professoresse di Italiano!
Si notano poi differenze di genere: le donne normalmente sono più precise, scrivono in modo più chiaro e si attengono in modo più scrupoloso a quello che viene richiesto. Maggiore senso del dovere? Più amore per l'ordine? Più capacità di mettersi nei panni del cristiano che dovrà leggere e interpretare quello che c'è scritto?
Infine lasciatemi fare una considerazione di merito. Prima ancora di prendere in mano la trasferta, so già se quella persona ha viaggiato in prima classe o si è accontentata della seconda, se a pranzo si è accontentata di un panino e a cena di una pizza o se è andata nel migliore ristorante della zona spendendo il massimo consentito, se si è arrangiata con i mezzi pubblici o se ha preso un taxi per ogni spostamento del suo deretano. In sintesi, se si è ispirata alla sobrietà oppure al "quanto ce vo' ce vo', tanto paga lo Stato". Non importa aggiungere altro: si capisce da quale parte sto.
Poichè sono sempre interessata al lato umano di tutte le cose, mi diverto (si fa per dire) a farmi rivelare dalle carte che ho davanti la personalità di chi ci sta dietro. Particolarmente istruttive in questo senso sono le richieste di rimborso delle trasferte che gli utenti compilano quando hanno fatto un viaggio di lavoro.
Innanzitutto quanto e come scrivono. Compilare moduli nel senso comune è considerata una necessità noiosa ed inutile. E' vero che talvolta le informazioni richieste possono apparire superflue ma non è detto che lo siano. Ho notato che spesso le persone ci danno delle lunghe spiegazioni a voce delle spese che hanno documentato, del perchè e del per come, ma sfugge loro una cosa banale e cioè che basterebbe che quella lunga spiegazione la scrivessero in modo chiaro e sintetico sul modulo. Non serve che ce la spieghino se non rimane scritta. E qui vanno nel panico! Sono arrivata a pensare che la gente non sappia più scrivere, cioè non sia più abituata ad esprimere in modo chiaro e conciso un concetto per iscritto. Povere professoresse di Italiano!
Si notano poi differenze di genere: le donne normalmente sono più precise, scrivono in modo più chiaro e si attengono in modo più scrupoloso a quello che viene richiesto. Maggiore senso del dovere? Più amore per l'ordine? Più capacità di mettersi nei panni del cristiano che dovrà leggere e interpretare quello che c'è scritto?
Infine lasciatemi fare una considerazione di merito. Prima ancora di prendere in mano la trasferta, so già se quella persona ha viaggiato in prima classe o si è accontentata della seconda, se a pranzo si è accontentata di un panino e a cena di una pizza o se è andata nel migliore ristorante della zona spendendo il massimo consentito, se si è arrangiata con i mezzi pubblici o se ha preso un taxi per ogni spostamento del suo deretano. In sintesi, se si è ispirata alla sobrietà oppure al "quanto ce vo' ce vo', tanto paga lo Stato". Non importa aggiungere altro: si capisce da quale parte sto.
Si capisce, si capisce! Si capisce anche da quale sto io?
RispondiEliminaMi sa che stiamo dalla stessa parte!
RispondiEliminacomunque lavora meno e scrivi più post, tanto paga lo stato :-)
ciaomarina
dimenticavo: ma perché non si riesce ad inserire il tuo link? Come risposta ho: l'operazione richiesta non può essere portata a termine. Devi autorizzarlo tu?
RispondiEliminaciaomarina
ciao Artemisia
RispondiEliminama che bel lavoro fai ... non è poi così noioso se puoi immaginare le persone
non concordo invece con marina
il fatto che paghi lo Stato non è un motivo per lavorare meno!!!
un saluto erica
Sei veramente simpatica,Artemisia!
RispondiEliminaPotresti anche cambiare attività e fare la psicologa.
Un caro saluto
Cristiana
Nooooo Artemisia non pubblicare la faccenda di Cagliari in "Buone notizie"! Se proprio vuoi mettila in "Falsa informazione"! Proprio questa mattina ho saputo che la storia l'hanno inventata!
RispondiEliminaCiao Artemisia, è un bel po' che non ti vengo a trovare, ma come al solito rimango colpita favorevolmente dai tuoi post.
RispondiEliminaMi soffermo un attimo su questo perché anche io sono un'impiegata amministrativa in un ente locale (ma semplice categoria c). Avendo vinto però il mio primo e ultimo concorso in tarda età (37 anni) non mi sono mai adattata bene al pubblico e ho pensato di approfittare delle nuove normative per chiedere il part time a 12 ore e continuare il mio vecchio lavoro (impiegata informatica) per le restanti 24 ore.
Avendo a che fare con un'infinità di moduli in entrambi i lavori, me la prendo anche con chi non sa impostarli in modo chiaro ed univoco: grafica a casaccio, nessuna indicazione di risposta esclusiva o multipla, linee per le riposte lunghissime per risposte brevi e viceversa ....
E così mi dispiaccio e mi diverto al tempo stesso nel vedere le mille interpretazioni date dalle persone.
Un caro saluto.
Vanessa
Cara Vanessa, sono d'accordo: i moduli devono essere fatti bene. Noi ce li facciamo da noi. Spero bene!
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