mercoledì 29 ottobre 2008

La scoperta dell'amore

Non sono una psicologa, ma credo che la scoperta dell'amore sia un processo fondamentale per la crescita di un individuo. Almeno per me è stato così e penso anche per tutte le donne. Nei maschi non lo so. Mi piacerebbe anche capire le differenze in questo senso.
Come succede alle bambine, ho cominciato presto a pensare al "fidanzato". Nel mio diario di quando avevo nove anni c'è tanto di classifica, aggiornata periodicamente, con accanto al nome di qualche bambino un simbolino di due labbra e in fondo alla pagina la "legenda" che spiega il suo significato: baciato.
Il mio diario di tredicenne invece è quasi monotematico. Si parla costantemente di ragazzini adocchiati, puntati, incontrati, pedinati ma sempre rigorosamente a distanza. Era il tema centrale della mia vita di quel periodo e anche quello delle mie amiche. Non si parlava d'altro. Spesso a questi ragazzini, non sapendo neppure il nome, affibbiavamo i soprannomi "loden blu", "quello con i Rayban", ecc.
Poi un giorno, durante la messa (ero nel breve periodo in cui tentavo di avere una fede) uno dei ragazzi che avevamo adocchiato approfittò dello scambio del segno di pace per darmi la mano e chiedermi come mi chiamavo. Si chiamava Alessandro, aveva 15 anni e io 13. Era un bel ragazzo, occhi verdi, riccioli neri, il fascino di quello che la sa lunga. Aveva il vespino cinquanta e mi portava per stradine secondarie sulle colline intorno a Firenze. Io ero orgogliosissima di avere finalmente un ragazzo, di piacere a qualcuno. La mia autostima aveva subito un vertiginoso rialzo. Alessandro però era troppo audace nelle sue effusioni per la mia immaturità. Non sapevo come gestire le sue richieste. Per pudore non avrei voluto che lui allungasse le mani sotto il mio maglione ma ero troppo timida per contrariarlo. Per questo dopo solo tre mesi lo lasciai. Lui non capì e forse ci rimase anche male mentre io ripiombai nella triste solitudine di sempre.
Due anni dopo mi misi con Stefano, un ragazzino della mia classe, tenero e inesperto come me, con il quale mi divertii molto. Aveva solo un difetto: era gelosissimo. Appena scherzavo un po' di più con altri compagni maschi mi metteva il muso. D'estate volli provare l'esperienza del lavoro facendo la commessa in un negozio. Poiché mi avanzava ben poco tempo libero e mio padre non mi faceva uscire da sola né la domenica pomeriggio né tanto meno dopocena (non era la Preistoria, si parla del 1978, ma mio padre aveva la mentalità dell'Ottocento), le occasioni per vedersi con Stefano erano minime e giustamente lui reclamava. Così la nostra storia dovette concludersi con mio e suo rammarico.
Tra i sedici e i diciassette anni passai la crisi più dura della mia adolescenza. Mi sentivo incompresa, infelice, una fallita, un'inetta. Ne uscii a 18 anni grazie al mio primo grande amore, Piero, anche lui un compagno di classe. Più maturo della sua età, Piero seppe essere paziente e comprensivo con i miei problemi di "autocensura", nello stesso tempo era allegro e affettuoso. Mi ricordo le telefonate fiume la sera dopo cena e le lunghe discussioni anche di politica. Mi ricordo che arrivavo a scuola sempre prima la mattina perché così potevo stare un po' con lui. Il nostro rapporto durò tre anni alla fine dei quali non ero più la stessa persona. Probabilmente sarei maturata lo stesso ma sicuramente questa esperienza ha dato un contributo importante alla mia autostima.
Scoprire l'amore è un'esperienza bellissima e fonte di emozioni indimenticabili ma anche di sofferenze indicibili che spesso gli adulti tendono ingiustamente a minimizzare.

PS nella foto: i più teneri fidanzati del mondo: i miei genitori.

19 commenti:

  1. Ciao, la tua nipote ha detto che è più brava lei a dare i soprannomi ad i ragazzini adocchiati per strada!! Le nuove generazioni!!Quella della classifica dei compagni alle elementari non la sapevo,da brava aspirante segretaria non potevi fare altrimenti.Sul tema del post non lascio commenti miei personali....

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  2. Si possono sapere alcuni soprannomi della nipote o sono top secret anche quelli?

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  3. Ciao carissima!
    Mi piacciono i post che raccontano le storie personali. Sì, scoprire l'amore è importantissimo. A volte non lo si riconosce subito, ma, se si è perseveranti,si viene premiati.Io, come te, ho avuto in casa genitori con mentalità ottocentesca. Quindi, fino ai 15 anni, solo amori platonici mai dichiarati. Poi arrivò la contestazione e il professare l'amore libero. A dire il vero, da noi si professava solo, più che applicarlo:-))
    Sembravamo delle grandi spregiudicate, ostentavamo disinvoltura, ma, all'atto pratico, l'educazione subita si faceva sentire pesantemente. A 18 anni mi innamorai follemente, il classico colpo di fulmine, di un uomo che, visto con gli occhi di oggi,valeva ben poco. Fu una storia travolgente, solo da parte mia, che si consumò nell'arco di 3 mesi. Poi lui mi lasciò. Disperata, reagii applicando finalmente quelle che prima erano state solo teorie. Ma dopo 6 mesi, mentre appunto applicavo tali teorie, incontrai l'uomo della mia vita. Per lui fu colpo di fulmine immediato, io ero ferita, andavo con i piedi di piombo. Imparai ad amarlo lentamente, giorno dopo giorno. Ci incontrammo il 20 novembre: a giugno vivevamo insieme. Da allora ancora oggi, con amore immutato.

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  4. Maglietta rossa, maglietta a righe, il "cine", come vedi non è cambiato molto...ma lei è convinta così!!

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  5. Mmmmmmm, bel post! Mi ha fatto riflettere alquanto. Credo che non sia questione di uomini o donne ma di sensibilità, di quello che significa per te l' amore. Ma forse io non faccio testo, più di una persona mi ha detto che ho uno spiccato lato femminile...

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  6. E invece tu si' che fai testo! Da addetto ai lavori mi aspetto una tua opinione sulle differenze di genere in questo campo. Per intendersi: per i ragazzi maschi e' altrettanto importante che per le femmine trovare una "fidanzata"? Per le ragazze e' ESSENZIALE per essere considerata ganza. Invece mi pare di notare che per i ragazzi e' solo un aspetto dei tanti per la propria affermazione, per qualcuno puo' essere piu' importante, ma per molti non lo e'. Mi sbaglio, Belphagor?
    Quando i miei figli andavano alle elementari per loro le bambine potevano essere trasparenti da quanto erano poco interessanti. Invece le mamme delle bambine mi raccontavano che tra loro si "spartivano i maschi" (del tutto ad insaputa degli interessati). Pensa te come e' centrale questo tema per questa parte del cielo!

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  7. In realtà Arte su questo campo ne so come chiunque altro (diciamo che la psicologia dinamica non è il mio campo),da naif a questo punto ti dico che, sarà brutto, ma fino ad una certa età per i maschietti l' importante per affermarsi non è avere una fidanzata, ma fare sesso (possibilmente con più di una ragazza), alcuni restano così più o meno tutta la vita, per altri, superata una sana e fisiologica fase di "dove trovo mi butto", comincia ad assumere importanza anche il rapporto affettivo, la conoscenza, l' amore. Ma forse in assoluto gli uomini hanno meno bisogno di un rapporto afettivo per sentirsi completi, anche se questo non vuol dire che sappiano stare soli meglio dele donne (credo anzi che sia vero il contrario).

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  8. Non e' brutto: e' normale, caro "normalista". Sicche' tu non sei un seguace dell'Argentieri? Che peccato! Mi piace tanto l'Argentieri.

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  9. Citando l' immortale don Abbondio: "Argentieri, chi era costui ?"

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  10. Simona Argentieri. Ho intenzione di parlarne in prossimo post. Stay tuned!

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  11. Sono davvero due dolcissimi fidanzati! Ma tu, già baciavi a 9 anni! SVERGOGNATA!!!
    marina

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  12. Cara Artemisia, scusa se lo faccio qui, ma mi hai sollecitato e ti rispondo. Oggi avrei voluto effettivamente parlare del protagonistmo della scuola, ma non ce l'ho fatta. Sono ancora abbastanza giù, per farmi carico di questa situazione assurda nelal quale paiono tutti essere perdenti... Mi perdoni?

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  13. Certo che ti perdono, Fabio, ci mancherebbe! Io pero' non vedo tutti perdenti. I ragazzi che hanno protestato in questi giorni hanno dimostrato una maturita' e un senso di responsabilita' inaspettati. Solo loro i vincitori.

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  14. Cara Artemisia, complimenti per il blog che ho scoperto solo ora. Ieri anch'io ho pubblicato un post sull'amore, sulla durata dell'amore. E oggi ne metterò uno sul sesso. Tu chiedi cos'è la scoperta dell'amore per un uomo. Credo che non ci sia una risposta uguale per tutti, come per le donne. Poi le cose cambiano in base alle generazioni... Credo che ciascuno abbia la sua storia, il suo percorso... Poi c'è chi per sua sfortuna non ce l'ha e non si evolve. Normalmente credo che si passi da una fase narcisistica all'interesse per l'altro, che può essere di sesso e/o di anima. Certo che ci sarebbe da augurarsi che tutti, uomini e donne, arrivassero a desiderare di amare, cioè di desiderare il bene dell'altro come crescita propria, senza usare l'altro per i propri fini egoistici. Ma il discorso sarebbe troppo lungo... Ti linko e ti saluto caramente, Giorgio.

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  15. Ciao Giorgio, grazie del passaggio. Mi pare che abbiamo in comune che siamo entrambi frequentatori del blog di Marina.
    Si', certo, ognuno, uomo o donna che sia, ha una sua esperienza personale e particolare. Pero' ti posso assicurare che per tutte le donne (salvo eccezioni), o meglio, per tutte le ragazze, la questione rapporto con l'altro sesso e' centrale nell'adolescenza. Questo non mi pare sia nei ragazzi. E' un'impressione del tutto empirica. Per questo mi piacerebbe che gli amici maschi la smentissero o la confermassero, sempre in base alla loro esperienza.

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  16. Non credo che ci siano differenze. Forse nei maschi c'è più paura, meno confidenza coi sentimenti e più con l'impulso sessuale.

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  17. Io mi innamoravo pazzamente a quattro, cinque anni. Un'estate, durante una vacanza a Grado, volevo scappare nelle isole dei Mari del Sud con la mia coetanea Gloria. L'appuntamento era a mezzanotte vicino al porto. Dato che ci addormentammo tutti e due (forse attorno alle 21.15), il progetto naufragò. Nei miei libri per ragazzi cerco sempre di raccontare anche gli amori tra adolescenti o tra bambini. E mai, mai, mai mi permetterei di prenderli in giro o di sminuirne l'importanza. Mi piace sorriderne ASSIEME a loro, ma mai con i gioavnissimi come vittime degli sberleffi degli adulti.
    http://lucianoidefix.typepad.com

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  18. Luciano, lo so che sei un passionale :-)
    Riguardo all'atteggiamento di molti adulti sulle passioni dei ragazzi, ho sempre detestato gli adulti (tipicamente le zie) che mi chiedevano: "Ce l'hai il fidanzatino?" Mi dà noia anche ora quando me lo chiedono riguardo ai miei figli. Ho sempre pensato: "Ma anche se lo avessi, te lo verrei a raccontare a te?"

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