Una vecchia puntata de Le Storie-Diario italiano di Corrado Augias apriva con una tabella di dati che riportava la frequenza degli insulti e/o risse in TV. Al primo posto risultavano i reality e talent show con un insulto ogni 8 minuti, seguivano i talk show d'informazione con uno ogni 10 minuti, al terzo e quarto posto le trasmissioni sportive e quelle di intrattenimento domenicale con un insulto o rissa ogni 12/15 minuti (dati Studio "Comunicazione Perbene" Aprile 2009).
Penso che questi dati non abbiano bisogno di commenti. Nella puntata però si è abilmente accostato questa fotografia desolante con un fenomeno che va in direzione opposta: il crescente successo di pubblico che registrano, da alcuni anni, i festival culturali, letterari o scientifici che siano.
In studio Carlo Fortes, amministratore delegato dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, ha raccontato come in 4 anni questa fondazione sia diventato il complesso culturale più grande d'Europa (il secondo al mondo) e abbia chiuso lo scorso anno con un milione e cento mila spettatori paganti e più di 1100 eventi, dalla musica alla storia, alla matematica, al giornalismo.
Fortes si è dichiarato convinto che lo spettatore televisivo sia molto più intelligente di quello che crede chi fa i palinsesti e ha notato che, tutte le volte che hanno rischiato con proposte "estreme", come per esempio il festival della matematica (55.000 spettatori in 4 giorni), ha sempre avuto un riscontro al di là delle aspettative.
Ospite con lui il professor Moriggi, organizzatore del festival della filosofia di Crema, secondo il quale "la televisione sta raggiungendo la realtà e quando l'avrà raggiunta del tutto, anche con il ritmo delle parolacce, sarà così noiosa che la gente la spegnerà del tutto."
In effetti il fenomeno del successo dei festival culturali, primo fra tutti quello della letteratura a Mantova (cominciato 12 anni fa con 12.000 persone, più di 70.000 nell'ultima edizione) mostra un pezzo di paese inimmaginabile: gente che paga, anche se poco, per andare a sentire uno che parla. Lo stesso piccolo programma di Augias, meno di mezz'ora in fascia oraria da pensionati, pare che abbia un pubblico superiore ad un milione di telespettatori. L'avreste mai detto?
Io francamente no, ma nel mio piccolo posso testimoniare che al Festival della mente di Sarzana (dove vado in vacanza) sono già due anni che non riesco a trovare i biglietti per le conferenze che mi interessano e alle lezioni di storia organizzate da La Terza a Firenze sono riuscita ad entrare solo perchè mi sono sempre messa in coda un'ora prima dell'inizio (vedi foto sopra).
Sarà forse, come dice Carlo Fortes, merito di "quell'alchimia che solo l'evento dal vivo sa creare tra il grande intellettuale che parla e il pubblico"o forse sarà che la cultura dà quel piacere particolare. E' certo che si parla comunque sempre di una minoranza rispetto ai milioni di telespettatori della TV trash, pare però che sia una minoranza in crescita e comunque è una minoranza che rincuora.
Penso che questi dati non abbiano bisogno di commenti. Nella puntata però si è abilmente accostato questa fotografia desolante con un fenomeno che va in direzione opposta: il crescente successo di pubblico che registrano, da alcuni anni, i festival culturali, letterari o scientifici che siano.
In studio Carlo Fortes, amministratore delegato dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, ha raccontato come in 4 anni questa fondazione sia diventato il complesso culturale più grande d'Europa (il secondo al mondo) e abbia chiuso lo scorso anno con un milione e cento mila spettatori paganti e più di 1100 eventi, dalla musica alla storia, alla matematica, al giornalismo.
Fortes si è dichiarato convinto che lo spettatore televisivo sia molto più intelligente di quello che crede chi fa i palinsesti e ha notato che, tutte le volte che hanno rischiato con proposte "estreme", come per esempio il festival della matematica (55.000 spettatori in 4 giorni), ha sempre avuto un riscontro al di là delle aspettative.
Ospite con lui il professor Moriggi, organizzatore del festival della filosofia di Crema, secondo il quale "la televisione sta raggiungendo la realtà e quando l'avrà raggiunta del tutto, anche con il ritmo delle parolacce, sarà così noiosa che la gente la spegnerà del tutto."
In effetti il fenomeno del successo dei festival culturali, primo fra tutti quello della letteratura a Mantova (cominciato 12 anni fa con 12.000 persone, più di 70.000 nell'ultima edizione) mostra un pezzo di paese inimmaginabile: gente che paga, anche se poco, per andare a sentire uno che parla. Lo stesso piccolo programma di Augias, meno di mezz'ora in fascia oraria da pensionati, pare che abbia un pubblico superiore ad un milione di telespettatori. L'avreste mai detto?
Io francamente no, ma nel mio piccolo posso testimoniare che al Festival della mente di Sarzana (dove vado in vacanza) sono già due anni che non riesco a trovare i biglietti per le conferenze che mi interessano e alle lezioni di storia organizzate da La Terza a Firenze sono riuscita ad entrare solo perchè mi sono sempre messa in coda un'ora prima dell'inizio (vedi foto sopra).
Sarà forse, come dice Carlo Fortes, merito di "quell'alchimia che solo l'evento dal vivo sa creare tra il grande intellettuale che parla e il pubblico"o forse sarà che la cultura dà quel piacere particolare. E' certo che si parla comunque sempre di una minoranza rispetto ai milioni di telespettatori della TV trash, pare però che sia una minoranza in crescita e comunque è una minoranza che rincuora.
La televisione rispecchia, ahimè, la vita quotidiana degli italiani e, sembra, in questi ultimi anni la dis-educazione essere di moda.
RispondiEliminaQuest'anno spero andare al Festival della Mente a Sarzana, tempo permettendo.
Un abbraccio.
Rino.
Anche a Roma c'è un festival della filosofia. Anche lì si fa la fila...
RispondiEliminama non saremo sempre gli stessi???
marina
Può darsi,Marina. Io però a Crema non ci sono mai stata ;-)
RispondiEliminaCredo sia particolarmente vero il fatto che lo spettatore è meno scemo di quello che crede chi fa il palinsesto televisivo, e forse anche di quello che crede lo spettatore stesso. La TV di qualità fa spesso ascolti tanto alti quanto i programmi trashoni...
RispondiEliminaSì ascoltavo sempre "Le storie - Diario italiano" però vorrei dire che la classifica citata da Augias, secondo me va aggiornata.
RispondiEliminaC'è una trasmissione (diciamo così) in cui di insulti ce n'è uno ogni tre parole, oltre a una menzogna ogni singola parola e a una vergogna a ogni azione, sia pubblica e ancor più privata.
Per non parlare di risse; è sempre solo e comunque tutta una rissa continua.
Vediamo se indovini di quale "trasmissione" a reti unificate parlo e a chi mi riferisco.
Lo so, è un po' difficile, ma ti do un aiutino: il sprannome del protagonista (unico..., come Dio: non avrai altro protagonista all'infuori di me) fa rima baciata con alcune parole da me usate sopra.
Il TG1/2/4/5 ?
RispondiEliminaSì certo,
RispondiEliminama potevi in questo caso mettere anche il 3, quando appare Lui, la bocca della verità, il grande tra i grandi de la tera (tera-tera, alla romana), da me soprannominato "ZAMPOGNA", con rispetto parlando (se non avessi avuto rispetto lo avrei chiamato in Esp. il "Merdulo" che ci prende per il culo).
E ora vai (anzi, eventualmente vadano gli altri, perché tu le sai benissimo) a vedere le parole con cui fa rima.
Festivaleteraturaaaa che bello è ormai tre anni ceh faccio il volontario lì XD eventi gratis, vitto e alloggio pure (previo quota di iscrizione, 12 euro sai che roba) è una figata, ovviamente sarò la anche questo settembre dal 9 al 13!
RispondiEliminaE bravo Luca!
RispondiEliminaDa queste parti ci sta questo:
RispondiEliminahttp://www.pordenonelegge.it/
A settembre. Piccolino, ma ben frequentato (ci sono parecchi autori internazionali, di solito).
Si', ne ho sentito parlare a Fahrenheit
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