Delle centinaia di cose che mi piacerebbe fare ogni tanto qualcuna riesco a farla. Qualche tempo fa sono andata al liceo di mio figlio per una lezione di educazione alimentare. Il ciclo di lezioni era aperto anche ai genitori ma naturalmente ero l'unica mamma a parteciparvi. Il relatore era un anziano pediatra, supportato da un altro signore dell'associazione noprofit "Nutrizione e prevenzione" che promuove queste iniziative nelle scuole per prevenire il diabete e altre malattie legate a scorrette abitudini alimentari.
Non ho capito molto di ciò che è stato spiegato anche per motivi indipendenti dai miei limiti che dirò più avanti. Una cosa l'ho capita bene: bisogna mangiare solo quando si ha davvero fame. La tesi del medico infatti, in estrema sintesi, è che bisognerebbe reimparare (i bambini fino ad una certa età lo sanno perfettamente e poi disimparano) a capire quando la glicemia è sufficientemente bassa. Se invece mangiamo, come troppo spesso capita, per abitudine, per gola, per noia, perchè è pronto, ecc., la glicemia è ancora alta, l'insulina non è smaltita e l'organismo permane in uno stato pro-infiammatorio che a lungo andare può provocare seri problemi (diabete, problemi cardiovascolari, tumori).
Una tesi piuttosto allarmante, forse un po' terroristica, che però mi ha fatto riflettere e accorgermi che davvero mangio quasi sempre senza avere affatto fame e probabilmente il livello di glicemia non è ancora sceso al punto ottimale.
L'esperienza della lezione però è stata frustrante soprattutto per un altro aspetto. Dei ragazzi che vi hanno partecipato (abbastanza numerosi) solo un piccolo gruppo stava attento. Gli altri erano palesemente disinteressati all'argomento e facevano un casino terribile approfittando della mitezza del relatore e del fatto che nessuno dei loro insegnanti era presente perché contemporaneamente si svolgevano i consigli di classe. Pur essendo nei primi banchi stentavo a sentire cosa veniva detto tale era il volume del chiacchiericcio inframezzato da stonfi, schiamazzi e persino squilli di cellulare. Inoltre diversi studenti sono arrivati in ritardo e altri sono andati via prima della fine. Ad un certo punto un ragazzo alza la mano come per voler fare una domanda e il relatore tutto contento lo invita a parlare: "Posso uscire?" :-(
Bollendo di rabbia, mi sono chiesta perché questi ragazzi fossero venuti. Poi ho visto l'elenco con le firme di presenza e ho capito che la partecipazione avrebbe "fruttato" loro qualche credito per la maturità. Allora ho apprezzato mio figlio il quale ha declinato subito la proposta di partecipare a questa iniziativa con un semplice e più dignitoso: "Non mi interessa".
Non ho capito molto di ciò che è stato spiegato anche per motivi indipendenti dai miei limiti che dirò più avanti. Una cosa l'ho capita bene: bisogna mangiare solo quando si ha davvero fame. La tesi del medico infatti, in estrema sintesi, è che bisognerebbe reimparare (i bambini fino ad una certa età lo sanno perfettamente e poi disimparano) a capire quando la glicemia è sufficientemente bassa. Se invece mangiamo, come troppo spesso capita, per abitudine, per gola, per noia, perchè è pronto, ecc., la glicemia è ancora alta, l'insulina non è smaltita e l'organismo permane in uno stato pro-infiammatorio che a lungo andare può provocare seri problemi (diabete, problemi cardiovascolari, tumori).
Una tesi piuttosto allarmante, forse un po' terroristica, che però mi ha fatto riflettere e accorgermi che davvero mangio quasi sempre senza avere affatto fame e probabilmente il livello di glicemia non è ancora sceso al punto ottimale.
L'esperienza della lezione però è stata frustrante soprattutto per un altro aspetto. Dei ragazzi che vi hanno partecipato (abbastanza numerosi) solo un piccolo gruppo stava attento. Gli altri erano palesemente disinteressati all'argomento e facevano un casino terribile approfittando della mitezza del relatore e del fatto che nessuno dei loro insegnanti era presente perché contemporaneamente si svolgevano i consigli di classe. Pur essendo nei primi banchi stentavo a sentire cosa veniva detto tale era il volume del chiacchiericcio inframezzato da stonfi, schiamazzi e persino squilli di cellulare. Inoltre diversi studenti sono arrivati in ritardo e altri sono andati via prima della fine. Ad un certo punto un ragazzo alza la mano come per voler fare una domanda e il relatore tutto contento lo invita a parlare: "Posso uscire?" :-(
Bollendo di rabbia, mi sono chiesta perché questi ragazzi fossero venuti. Poi ho visto l'elenco con le firme di presenza e ho capito che la partecipazione avrebbe "fruttato" loro qualche credito per la maturità. Allora ho apprezzato mio figlio il quale ha declinato subito la proposta di partecipare a questa iniziativa con un semplice e più dignitoso: "Non mi interessa".
Uhm... ha senso quello che dici, cioe' che bisogna mangiare solo quando si ha veramente fame...
RispondiEliminaMa una volta feci una dieta da un dietologo (che funziono' - persi 20 kg in un anno - non fosse che poi li ripresi tutti). Questo mi aveva assegnato ben 5 pasti al giorno (2 merende + i tre pasti principali). Ed era fondamentale rispettarli, mangiando non piu' delle dosi indicate nella dieta. L'idea era che se ci si lascia trasportare dalla fame, facilmente condizionabile dall'ambiente, si finisce per mangiare di piu' di quanto necessario, e distribuendo male gli orari in cui ci si sfama, si finisce per allontanarsi da una disciplina rigorosa.
Boh... penso che la soluzione del mio dietologo abbia senso proprio per chi come me ha perso - come dici tu - il senso della glicemia troppo bassa.
Nel mio caso la dieta aveva funzionato, ma poi ci sono ricaduto proprio perche' non e' stata sufficiente ad imprimermi una adeguata disciplina alimentare.
Del resto, penso che la cucina sia un fatto culturale, e 70 grammi di riso bollito condito con un cucchiaino di olio extravergine sfama, ma fa a polpette il presupposto culturale che ci consente di giudicare un cibo buono da uno cattivo.
Ho l'impressione che i crediti formativi, nati sicuramente con le migliori intenzioni di far pesare sul giudizio finale dei ragazzi abilità ed esperienze non stettamente scolastiche, siano diventati una sorta di "raccolta punti"; i ragazzi dovrebbero partecipare solo ad iniziative che veramente li interessano. Tuo figlio ha quindi giustamente declinato l'invito.
RispondiEliminaPer quanto riguarda invece l'argomento educazione alimentare trovo l'iniziativa fondamentale e spero che nelle prossime lezioni sia previsto l' intervento di uno psicologo, perchè il rapporto con il cibo, gira e rigira, è strettamente connesso a stati di disagio emotivo: anoressia e bulimia sono in agguato dietro l'angolo e cominciano ad interessare anche il sesso maschile.
Parola di obesa!
Dolores
E' triste l'immagine di una tanto salutare comunicazione di studi, ed esperienza diretta, "blowing in the wind" del disinteresse dei destinatari (nonchè dei loro assenti genitori).
RispondiEliminaSono fondamentalmente d'accordo sulla tesi alimentare: sovraccaricarsi di cibo per abitudine oraria fa molto male; ma penso che a volte sia necessario anche resistere ai richiami dell'appetito; a me succede quando torno dal lavoro nel cuore della notte: ho imparato a tamponare la fame con mezza mela, perché le volte che ho seguito l'istinto e l'impulso, poi ho dormito malissimo.
Un saluto.
I corsi fatti al di là di un lavoro degli insegnanti fanno spesso questa fine. Ma sarebbe di nuovo un lungo discorso e non volgio tediarti.
RispondiEliminaPiuttosto se si deve mangiare quando si ha fame, io mangerei pochissimo.
Devo proprio fare così?
Un abbraccio e a prest
Dario: la lezione era solo una di un ciclo di cinque e aveva per argomento "Importanza del livello glicemico nell'assunzione del cibo." Non aveva quindi la pretesa di proporre una dieta valida per tutti. Soprattutto le diete dimagranti infatti dovrebbero essere mirate alla singola persona e alle sue esigenze.
RispondiEliminaQuanto al gusto, hai perfettamente ragione. Infatti nello spazio riservato alle domande ho provato a dire al relatore che non si mangia solo per fame ma anche per piacere, ma lui mi ha risposto qualcosa che ha a che fare con il trovare altri tipi di piacere. D'altra parte un medico tende a guardare solo il lato salutare della faccenda. E' vero però che nei paesi occidentali si mangia sempre troppo e dovremmo curare sì la qualità, ma diminuire le porzioni (come insegna anche il mitico prof. Cannella).
Giulia: non so risponderti. E' una domanda che mi sono posta anch'io. Sarei veramente curiosa di misurarmi la glicemia per qualche giorno per vedere come si comporta.
Non so perchè (anzi temo di saperlo), ma del tuo interessante racconto (brilli per la capacità di catturare l'attenzione) a colpirmi è stata l'insipienza dei ragazzotti. Quella mano alzata, poi, a chiedere di uscire...
RispondiElimina"Crediti formativi", come una raccolta punti ha scritto Ruby, a dimostrazione che le migliori intenzioni, se non sono accompagnate da esempi concreti, finiscono col cadere nel ridicolo. La scuola, oltre che i genitori, di questo sono responsabili e quei ragazzotti si renderannno conto troppo tardi di essere superati da altri coetanei più seri, come quelli che ascoltavano, perchè interessati o non hanno partecipato, spiegandolo con molta chiarezza.
Un caro saluto.
Credo che il relatore non abbia coinvolto i ragazzi, quando le spiegazioni sono solo didattiche, risultano noiose. La spiegazione sulla glicemia è leggermente in contrasto per coloro i quali mangiano spesso ed hanno un fisico abbondante. Gli obesi non attendono solo i pasti principali, mangiucchiano durante il giorno e si abboffano poi a tavola, Brava ad aver seguito il corso, mi è piaciuto l'atteggiamneto di tuo figlio, coerente e leale.
RispondiEliminaun saluto mattutino
annamaria
Per spezzare una lancia a favore di queste iniziative e degli insegnanti, preciso che ho partecipato ad un'altra sul tema del rischio sismico dove era presente l'insegnante promotore. L'incontro e' stato interessante ma abbastanza impegnativo (circa due ore) e i ragazzi sono stati bravissimi (attenti e pazienti). La differenza sta sicuramente nella presenza dell'insegnante ma anche in quei ragazzi che probabilmente erano piu' motivati di questi.
RispondiEliminaArtemisia hai centrato la questione: la presenza degli insegnanti di classe in questi incontri è fondamentale, soprattutto se accompagnata da una preparazione sul tema fatta in orario didattico. Se viene dato il giusto peso a queste iniziative, anche i ragazzi, sebbene non nella totalità, ne avvertono sicuramente l'importanza. Comunque mi stupisce davvero la carenza di sorveglianza.
RispondiEliminaSarebbe altresì stato interessante avere i numeri delle presenze all'incontro di ragazzi e ragazze per valutarne la differenza. Ma questo avrebbe dovuto farparte di un progetto più articolato, credo.
Nota più leggera: ho letto il post e i commenti mentre stavo sgranocchiando dei cereali; conseguenza: ho smesso di farlo :-)
Mi dispiace, Ilaria. Non volevo farti sentire in colpa.:-)
RispondiEliminaprima ti racconto un piccolo episodio che mi ha pietrificato. Mia figlia mi ha raccontato che una sua compagna di classe si è impegnata particolarmente negli ultimi giorni perché la mamma le ha promesso di portarla a vedere George Leonard (poi ti spiego chi è). Sono rimasto basito, e non tanto per la ragazzina che , ahimè, subisce la nefasta influenza dei programmi televisive che le consentono di vedere, quanto per la madre. George Leonard è uno di quegli illustri sconosciuti che sono stati all'ultimo G.F. (anche io mi ero chiesto chi dimine fosse, anzi all'inizio mi sembrava un vecchio cantante). Tutto questo per dire che :
RispondiEliminaa) abbiamo creato dei mostri (magari no io, non te ma in generale), persone che è difficile interessare per più di qualche minuto e che, ahi ahi ahi, hanno una memoria breve (aspetto più preoccupante)
b) non sappiamo cos'è la fame, il cibo è disponibile sempre ed il più delle volte si mangia per abitudine ,; un po' come fumare, per chi fuma, la sigaretta si accende anche se non ne hai voglia (sono un fumatore pentito)
Unodicinque: ti ha pietrificato per il tipo di premio, non per il fatto di averle promesso un premio, vero? Non c'e' niente di male a promettere un premio (credo che si chiami "rinforzo positivo"). Di solito, ahime', si opta per l'opposto "se non passi, non ti mando in vacanza" ecc.
RispondiEliminaE' vero, la capacita' di attenzione dei ragazzi e' una cosa labilissima (troppi stimoli?). Una mia amica che insegna alle medie mi dice che per attirare la loro attenzione li deve stupire continuamente. E' dura.
tuo figlio è una persona seria.
RispondiEliminaMa tu due strilli li potevi pure fare, no?
marina
devo perdere OTTO chili!
sono disperata perché io la fame la sento e come!
Marina,non sai quanta voglia ne avevo, ma mi sentivo un po' un'intrusa.
RispondiEliminaCome molti hanno sottolineato, spesso il difetto di una scarsa attenzione della platea è nel manico: attirare l'attenzione, tenerla viva, rendere comprensibile un argomento ostico come quello del rapporto tra glicemia, insulina, obesità e infiammazione (e lo dico con cognizione di causa, perchè è parte del mio work in progress per la tesi) non è semplice.
RispondiElimina@ Arte : certo che si! come si può prometere una cosa del genere....è deprimente. E poi ci stupiamo che Berlusconi continui ad essere votato!?!
RispondiEliminacara Arte, è diventata una moda quella di alzare la mano e di chi chiedere Posso uscire?
RispondiEliminaa me capita spesso, soprattutto in terza, di spiegare la civiltà e di diventare furente perchè mentre spiego argomenti estremamente interessanti, si alza la mano del solito/ o solita/ superficiale e disinteressato a tutto alunno che chiede Scusi prof posso andare ai servizi???
ci sono genitori ultimamente che promettono soldi, vacanze o altro regalo ai figli se questi ultimi promettono di " studiare e prendere 6" Incredibile metodo didattico che mi fa regolarmente inorridire, naturalmente
Quanto a diete, glicemie ed altro, non ho nessun problema a controllare ciò che mangio
Ho vissuto per anni con un padre diabetico, di tipo giovanile, che faceva l'insulina più volte al giorno ed aveva l'obbligo di una dieta
Anche adeso che lui non c'è più mia mamma ed io abbiamo conservato certe abitudini dietetiche molto salutari
Non rinuncio ai dolci ma li controllo, evito i grassi in eccesso, mangio con poco sale e pochissimo zucchero
Faccio 3 pasti al giorno e se sono a casa anche 2 spuntini, cammino parecchio e dedico tanto tempo al giardino, dove faccio anche lavori faticosi
Riesco a mantenere i chili necessari senza ingrassare e sto bene con me stessa Penso sia anche una questione mentale il non volere mangiare in eccesso e il non esagerare mai troppo nelle abbuffate a tavola
erica