giovedì 15 luglio 2010

Ecco i miei gioielli


Non sono una che si affeziona facilmente agli oggetti. Anzi, se non fosse per lo scrupolo di creare inutilmente rifiuti ed anche, ammettiamolo, per una certa dose di tirchieria, d'istinto cambierei spesso e volentieri gli oggetti di uso quotidiano (così come mi piace cambiare percorsi, fornitori, passatempi, ecc.). Sugli oggetti tecnologici però faccio una resistenza fortissima al cambiamento per diversi motivi. Innanzitutto semplicemente per la fatica di impararne l'uso, operazione che mi costa maledettamente. Poi perchè mi dà ai nervi il fatto che siano "programmati" per l'usa-e-getta. Quante volte si porta a riparare un apparecchio e ci dicono che conviene buttarlo e ricomprarlo! Chiaramente è tutto mirato ad incentivare il consumo e l'acquisto.
Tutto questo preambolo per mostrarvi i miei adorati vetusti apparecchi. Reggono l'anima con i denti, hanno pezzi staccati e non sempre reincollati, sono straordinariamente obsoleti e hanno una capacità di memoria ridicola, ma io li amo. So già che presto mi lasceranno e, non essendo più sul mercato, sarà costretta ad adattarmi ad usare altri più nuovi, più sghiribillenti, più con più opzioni di cui non me ne importerà un bel nulla. E so già che questo mi farà imprecare.
Il lettore di mp3 sulla sinistra è volato diverse volte in terra, metà schermo non è visibile e, come si nota, è tenuto insieme da un elastico. Non è un caso che sul PC io l'abbia chiamato "troiaino". Eppure mi ha accompagnato in bus per quattro lunghi inverni e grazie a lui ho sentito decine e decine di audiolibri.
Il lettore piccolo bianco presenta un paio di caratteristiche assai comode a mio parere: se ne stacca una parte che diventa a tutti gli effetti una pennina USB (senza bisogno di cavi o di software particolari per metterci i file) e ha una custodia che si può attaccare al collo e quindi è comodissimo da sentire pedalando in bicicletta o facendo le faccende di casa. Grazie a lui ho ascoltato ore e ore di podcast di Radio3 o di Controradio o di conferenze, convegni e lezioni scaricati a destra e a manca. Mi ha aiutato ad addormentarmi durante i miei viaggi o almeno mi ha tenuto compagnia nelle notti in cui non riuscivo a prender sonno. Non mi capacito che sia fuori produzione.
Ho scoperto che il telefonino a destra è stato acquistato nel 2001 da mio marito che me lo ha passato quando ne ha comprato uno nuovo. E' monocromatico, non fa le foto, ha dei tasti micragnosi, ma fa e riceve telefonate e SMS. Cosa si vuole di più?
Insomma lunga vita ai miei gioielli che comunque vada adesso sono immortalati in questo post.

10 commenti:

  1. Nulla da obiettare, anzi. Io sono più sensibile alla modernità, anche se. lo ammetto, almeno la metà delle nove funzioni mi è assolutamente inutile.

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  2. Uhm... ci ho pensato...
    Io ho la tendenza ad affezionarmi agli oggetti, ad esempio ero affezionatissimo alla Ford Focus che ho dato dentro quando ho cambiato l'auto.
    Ma non riesco ad affezionarmi agli oggetti tecnologici. L'unico, mi pare, e' il palmare, che utilizzo soprattutto come navigatore satellitare quando vado in auto o quando esco in escursione (con due software diversi). Pero' non so se ci sono affezionato perche' e' utile (e quindi, cambiandolo otterrei solo un miglioramento pari al miglioramento evolutivo di quegli accrocchi) oppure per l'oggetto concreto in se'...

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  3. Anch'io un ho vecchio lettore mp3 Creative Zen Nano che assomiglia al tuo, tenuto insieme con un elastico verde, a cui sono affezionatissimo (anche se è ormai obsoleto, registra ed ha la radio).
    Col cellulare non ho rapporti affettivi, solo di uso. Gli oggetti a cui sono affezionato davvero sono tutti non-tecnologici: la stilografica Parker Duofold (http://www.parkerpen.com/en/discovery/product/duofold), autentica coperta di Linus, la mia scatola dei pennarelli, alcuni contenitori per matite e colori, le innumerevoli moleskine e taccuini pieni e vuoti in giro per borse e scrivania...

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  4. Io sono affezionato alla mia calcolatrice scientifica, una Sharp che mi accompagna fin dalla terza liceo - cioè, ormai, da 16 anni. Ne ho avute per le mani altre, col display a due righe e la possibilità di tornare indietro nel caso si sbagli a digitare un'espressione con parentesi, ma non l'ho mai abbandonata. Nonostante la custodia abbia da anni i fermi consumati. Se non altro, perché tutte le altre calcolatrici che ho usato non hanno in memoria le costanti fisiche fondamentali :-)

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  5. Fortunato Marco che non hai un fratello che te l'ha rotta come e' successo a mio figlio grande ;-)

    Insomma mi sa che ognuno ha il suo "troiaino" da custodire.

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  6. Uh... anch'io avevo una calcolatrice Sharp, comprata nel 1980, programmabile in basic. Questa:
    http://web.ticino.com/calcolo/calcolatrici/sharppc1211.jpg
    Ci ero affezionato, poi pero' qualcuno me l'ha fregata...

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  7. abbiamo lo stesso telefonino micragnoso!
    se lo perdessi mi butterei a Tevere!
    marina

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  8. Credo che ci si affezioni agli apparecchi tecnologici per il semplice fatto che i nuovi hanno funzioni più avanzate che richiedono tempo di comprensione. I giovani sono al passo con i tempi e anche quando hanno il modello di ultima generazione sanno già il funzionamento. Anch'io, sinché un apparecchio funziona non lo smetto: non ho la foga del nuovo.
    buon weekend, cara.
    un abbraccio
    annamaria

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  9. io sono super affezzionata al mio vecchissimo walkman rosso, con cui ascolto le vecchie cassette di musica quando sono in casa o in giardino a leggere; ho invece cambiato il cellulare due anni fa perchè quello che usavo da anni era ormai defunto
    uso pochissimo il cellulare ma lo amo come tutti gli altri oggetti che possiedo
    ma il mio grande amore restano sempre le mie macchine fotografiche e il mio PC portatile...

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  10. il walkman rosso non puo' che suonare solo bella ciao ;-)

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