Da tempo la comunità islamica fiorentina ha avanzato la richiesta di costruire una moschea, dato che l'attuale luogo di culto è indecoroso e molto sacrificato. Il sindaco Renzi, in campagna elettorale, affermò che non aveva niente in contrario e invitò gli interessati a presentare un progetto. Poco tempo è stato presentato un progetto a firma dell'architetto David Napolitano che ha fatto molto discutere.
Il Sindaco però ha posto più che altro il problema del luogo dove costruirla affermando che "non c'è posto". E' vero che la città è già abbondantemente edificata e infatti il Piano Strutturale che sta per varare il Comune è impostato proprio a non costruire nuovi edifici ma a recuperare quelli non utilizzati.
Nel dibattito si è inserito lo storico dell'arte Tommaso Montanari che ha fatto una proposta originale e innovativa ma nello stesso tempo antica: perché non donare con un gesto unilaterale di pace e di dialogo alla comunità islamica una chiesa in via di dismissione?
Montanari, fiorentino e cattolico, ricorda, intervistato a Controradio, che moltissime chiese hanno perso la loro funzione e sono state destinate ad altri usi, sia comunitari che privati (abitazioni, negozi, attività industriali). Negli ultimi anni, con la contrazione del culto, molte chiese non sono più utilizzate, sono un peso per le diocesi che infatti se ne disfano e finiscono per trasformarsi nei luoghi più disparati e stupefacenti, dalla Spa allo Show room. Inoltre non tutte le chiese sono di proprietà della curia, alcune sono del Comune o dello Stato.
Devo dire che le affermazioni del professor Montanari durante l'intervista mi sono piaciute molto. Egli ha sottolineato la sua proposta su tre livelli. Uno civile e costituzionale: la comunità islamica ha diritto ad avere un luogo di culto. Uno religioso cristiano secondo il quale bisogna rispondere ai propri valori, cioè di apertura e di fraternità, e non con obiezioni di reciprocità tipo "Quando ci sarà a Riad una chiesa faremo anche noi una moschea". Senza contare che i paesi a maggioranza islamica sono pieni di chiese anche belle e funzionanti (tranne in Arabia Saudita dove non ci sono Cristiani). Infine, dal punto di vista storico culturale, Montanari trova che sia meglio valorizzare il patrimonio artistico-culturale con un impiego "vivo" piuttosto che musealizzarlo come avviene per le chiese dove oggi si entra pagando un biglietto (vedi Santa Maria Novella).
"Nella storia millenaria abbiamo assistito alla stratificazione secondo la quale gli stessi luoghi, e spesso gli stessi simboli, hanno assunto una funzione di volta in volta diversa. Poter registrare una tappa in cui il cambiamento di culto sia legato non a fatti di sangue, non a un rapporto di forza, non a un cambio di civiltà, ma ad una scelta volontaria, spontanea e unilaterale sarebbe veramente una bella pagina di storia dell'arte. Da cristiano mi piacerebbe che la mia religione, che spesso gioca come elemento di regresso, sia per una volta elemento di progresso."
Da atea che vede con preoccupazione ogni ulteriore consumo di territorio, penso che Tommaso Montanari abbia avuto una gran bella idea.
Qui Tommaso Montanari risponde ad alcune frequenti obiezioni che gli sono state fatte.
Nel dibattito si è inserito lo storico dell'arte Tommaso Montanari che ha fatto una proposta originale e innovativa ma nello stesso tempo antica: perché non donare con un gesto unilaterale di pace e di dialogo alla comunità islamica una chiesa in via di dismissione?
Montanari, fiorentino e cattolico, ricorda, intervistato a Controradio, che moltissime chiese hanno perso la loro funzione e sono state destinate ad altri usi, sia comunitari che privati (abitazioni, negozi, attività industriali). Negli ultimi anni, con la contrazione del culto, molte chiese non sono più utilizzate, sono un peso per le diocesi che infatti se ne disfano e finiscono per trasformarsi nei luoghi più disparati e stupefacenti, dalla Spa allo Show room. Inoltre non tutte le chiese sono di proprietà della curia, alcune sono del Comune o dello Stato.
Devo dire che le affermazioni del professor Montanari durante l'intervista mi sono piaciute molto. Egli ha sottolineato la sua proposta su tre livelli. Uno civile e costituzionale: la comunità islamica ha diritto ad avere un luogo di culto. Uno religioso cristiano secondo il quale bisogna rispondere ai propri valori, cioè di apertura e di fraternità, e non con obiezioni di reciprocità tipo "Quando ci sarà a Riad una chiesa faremo anche noi una moschea". Senza contare che i paesi a maggioranza islamica sono pieni di chiese anche belle e funzionanti (tranne in Arabia Saudita dove non ci sono Cristiani). Infine, dal punto di vista storico culturale, Montanari trova che sia meglio valorizzare il patrimonio artistico-culturale con un impiego "vivo" piuttosto che musealizzarlo come avviene per le chiese dove oggi si entra pagando un biglietto (vedi Santa Maria Novella).
"Nella storia millenaria abbiamo assistito alla stratificazione secondo la quale gli stessi luoghi, e spesso gli stessi simboli, hanno assunto una funzione di volta in volta diversa. Poter registrare una tappa in cui il cambiamento di culto sia legato non a fatti di sangue, non a un rapporto di forza, non a un cambio di civiltà, ma ad una scelta volontaria, spontanea e unilaterale sarebbe veramente una bella pagina di storia dell'arte. Da cristiano mi piacerebbe che la mia religione, che spesso gioca come elemento di regresso, sia per una volta elemento di progresso."
Da atea che vede con preoccupazione ogni ulteriore consumo di territorio, penso che Tommaso Montanari abbia avuto una gran bella idea.
Qui Tommaso Montanari risponde ad alcune frequenti obiezioni che gli sono state fatte.
Premesso che sono contrario alla reciprocità, però la frase "tranne in Arabia Saudita dove non ci sono Cristiani" è sbagliata. In Arabia Saudita di cristiani ce ne sono, solo che è vietata sia la costruzione di qualsiasi luogo di culto che non sia islamico, sia l'espressione della propria fede se non islamica. Anche a casa propria è vietato pregare o celebrare una messa.
RispondiEliminaQuesto perché essendoci la città sacra de La Mecca, qualsiasi altro culto che non sia quello islamico è una profanazione.
Pace e benedizione
Julo d.
Io sono contento quando si danno le possibilità ad ognuno di poter professare la propria fede, specialmente quando si utilizzano gli spazi in modo così intelligente. Certo non si possono confondere una religione con un'altra.. pur nel comune rispetto, rimangono due realtà completamente indipendenti.
RispondiEliminaDevo poi dar ragione a Julio che nei paesi islamici però la situazione è molto diversa da qui in quanto, pur se magari ti danno la possibilità di costruire una chiesa, è praticamente impossibile vivere pienamente e liberamente la propria fede in quanto facilmente si viene accusati di blasfemia e proselitismo che determina tragiche conseguenze per i fedeli(non di rado la morte)
Ma toglimi una curiosità: te ti annoveri tra i credenti o tra gli atei?
Sono atea, Spunto, come ho scritto piu' volte.
RispondiEliminaSta' pur carta che la soluzione più ovvia non sarà adottata.Troppo umanistica.
RispondiEliminaCristiana
L'idea di Montanari è veramente ottima, eviterebbe nuove costruzioni e sarebbe un bel segno di apertura. Non ci vedo controindicazioni, anzi!Le chiese dismesse, che di solito finiscono col diventare "contentori commerciali" continuerebbero ad essere utilizzate per la funzione per le quale erano state pensate in origine:luoghi di culto.
RispondiEliminaUn saluto a tutti
Dolores
Mah, leggendo il tuo post pare anche a me una bella idea, ma sai qual'e' la prima cosa che mi e' venuta in mente? Che la religione musulmana, per quanto ne so, vieta la raffigurazione dell'essere umano nei dipinti e negli ornamenti, mentre in genere le chiese hanno in questo tipo di raffigurazione proprio il loro valore artistico. Un affresco di una chiesa dovrebbe quindi essere cancellato se la chiesa fosse adibita a moschea?
RispondiEliminaCerto, mi viene in mente che se invece della moschea ci facessero un supermercato o un'abitazione il problema si porrebbe lo stesso....
...a meno che la chiesa non abbia al suo interno alcun valore artistico di questo tipo... perche' il valore artistico dipende dall'interpretazione che ne vuole dare l'artista... sto dicendo stupidaggini?
...credo che alla fine dipende un po' da quale chiesa si voglia trasformare in moschea. Dispiace pensare che ci sia dell'arte che venga distrutta o ridotta di valore dalla trasformazione.
Infatti, Dario, nessuno sta pensando a Santa Croce con gli affreschi di Giotto e credo che la Sovrintendenza si guardi bene da permettere qualsiasi trasformazione su un bene sottoposto a tutela.
RispondiEliminaDue cose: per quanto riguarda Montanari la sua idea è bella, ma, come si dice di solito, fa i conti in tasca agli altri: chi è che deve regalare una chiesa? la diocesi di Firenze? lo Stato del Vaticano? l'ordine francescano? Non certo il Comune di Firenze, visto che le chiese non sono proprietà comunale, né, immagino, Montanari.
RispondiEliminaE poi, agli evangelici non viene regalato niente? E ai testimoni di Geova? Agli ebrei? Ai seguaci di Scientology?
A me quelli che chiedono agli altri di fare un regalo per "facilitare la distensione interculturale" mi fanno sempre ridere.
Seconda cosa, la reciprocità.
Mi viene in mente la considerazione di Bloomberg riguardo la costruzione della moschea vicino al WTC: certo, costruire una chiesa in un paese musulmano è difficle, talvolta impossibile, perché ci sono dittature e regimi. Il problema non è la religione ma, as usual, la politica: da noi si possono costruire moschee perché se ne ha tutto il diritto.
O, come dice Bloomberg, abbiamo vinto la libertà.
Toh, guarda chi si rivede: Heike.
RispondiEliminaBen tornato.
Riguardo alla tua prima domanda: dipende di chi è la chiesa. Nell'intervista Montanari cita diversi casi tra cui anche chiese del Comune. E' tutto da definire.
La seconda osservazione non l'ho capita. Posso solo dire che mi è piaciuta la citazione che Montanari fa dell'Amleto. Non l'ho scritta per amor di brevità.
Amleto dice a Polonio di alloggiare una compagnia di commedianti e Polonio dice: "saranno trattati secondo i loro meriti". "No, Polonio." risponde Amleto, "devi trattarli secondo la tua dignità perchè se tutti fossero trattati secondo i propri meriti chi non riceverebbe una frustata?"
Che c'entrano poi le altre comunità? Ognuno farà le sue richieste in base anche alla consistenza della comunità in questione. Vicino a casa mia hanno fatto recentemente un bellissimo Tempio dei Testimoni di Geova. E allora? Dove sta il problema? Ovviamente tutti rispetteranno le leggi che sono vigenti.
Qui Tommaso Montanari risponde ad alcune frequenti obiezioni che gli sono state fatta.
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