Giornalista, critico letterario, curatore da anni della bella e longeva trasmissione "Per un pugno di libri", Piero Dorfles ha pubblicato recentemente "Il ritorno del dinosauro. Una difesa della cultura".
Mi è sempre piaciuta la trasmissione "Per un pugno di libri" (anch'essa in pericolo ma che per fortuna riprenderà ad Ottobre) e mi sono spesso rammaricata di averla vista poco e di sfuggita. L'intervista che Piero Dorfles ha rilasciato a Fahrenheit Radio 3 mi ha fatto venir voglia di leggere il suo libro, oltre che a ripromettermi di scaricare la trasmissione.
L'autore si ribella a sentirsi chiamare dinosauro e ritiene che non sia vero che siano estinti quelli che pensano che i libri abbiano un valore, che la lettura sia importante e che senza la conoscenza del passato non si possa progettare il futuro. Anzi, egli ritiene che sia in atto un'emergenza culturale e che ci sia bisogno di una sorta di rivoluzione culturale più che di riforme economiche e istituzionali.
"Oggi non corriamo esattamente lo stesso rischio come alla vigilia del fascismo, però corriamo rischi simili, cioè se prevale conformismo e indifferenza (come li definiva Moravia) ci sarà un assolutismo un po' più subdolo, meno terribile di quello fascista, che però ci toglierà delle libertà e forse lo sta già facendo."
Il giornalista vede come cause dell'attuale declino da un lato lo svilimento di tutto ciò che è cultura da parte dei principali strumenti di trasmissione del sapere: la famiglia, la scuola, l'università, la televisione. Dall'altro il prevalere del conformismo nella classe dirigente, dove per conformismo egli intende un certo adattamento alle mode, l'indulgenza verso il prendersi le proprie responsabilità, il rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con la cultura, la banalizzazione e l'appiattimento del linguaggio come segno di modernità.
"Ho la netta sensazione che questa scarsa maturità intellettuale non riguardi più solo gli adolescenti e gli sbandati ma anche una gran parte del ceto politico e intellettuale che tende a considerare tutto come superficiale, tutto come perdonabile, tutto come smentibile da un minuto all'altro. Una sorta di adolescenza infinita che ormai arriva fino oltre i settant'anni, anche settantatre."
Ed infine Dorfles insiste sull'importanza dei libri e della lettura. E' vero che ci sono stati nazisti coltissimi che leggevano tanto e che hanno passato la vita a sterminare le persone, ma il mestiere di lettore, dice Piero Dorfles, che non è affatto facile e si impara anche leggendo libri inutili e insignificanti, "è un insostituibile esercizio per la riflessione teorica e il pensiero simbolico. L'uomo è fatto anche di pensieri astratti, leggere serve anche a familiarizzarsi con questa dimensione. Se non si legge succede che si diventa un po' più razzisti, un po' più intolleranti, un po' meno capaci di fare i conti con la complessità della vita contemporanea."
Puntiamo sulla riscossa dei dinosauri, quindi.
Mi è sempre piaciuta la trasmissione "Per un pugno di libri" (anch'essa in pericolo ma che per fortuna riprenderà ad Ottobre) e mi sono spesso rammaricata di averla vista poco e di sfuggita. L'intervista che Piero Dorfles ha rilasciato a Fahrenheit Radio 3 mi ha fatto venir voglia di leggere il suo libro, oltre che a ripromettermi di scaricare la trasmissione.
L'autore si ribella a sentirsi chiamare dinosauro e ritiene che non sia vero che siano estinti quelli che pensano che i libri abbiano un valore, che la lettura sia importante e che senza la conoscenza del passato non si possa progettare il futuro. Anzi, egli ritiene che sia in atto un'emergenza culturale e che ci sia bisogno di una sorta di rivoluzione culturale più che di riforme economiche e istituzionali.
"Oggi non corriamo esattamente lo stesso rischio come alla vigilia del fascismo, però corriamo rischi simili, cioè se prevale conformismo e indifferenza (come li definiva Moravia) ci sarà un assolutismo un po' più subdolo, meno terribile di quello fascista, che però ci toglierà delle libertà e forse lo sta già facendo."
Il giornalista vede come cause dell'attuale declino da un lato lo svilimento di tutto ciò che è cultura da parte dei principali strumenti di trasmissione del sapere: la famiglia, la scuola, l'università, la televisione. Dall'altro il prevalere del conformismo nella classe dirigente, dove per conformismo egli intende un certo adattamento alle mode, l'indulgenza verso il prendersi le proprie responsabilità, il rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con la cultura, la banalizzazione e l'appiattimento del linguaggio come segno di modernità.
"Ho la netta sensazione che questa scarsa maturità intellettuale non riguardi più solo gli adolescenti e gli sbandati ma anche una gran parte del ceto politico e intellettuale che tende a considerare tutto come superficiale, tutto come perdonabile, tutto come smentibile da un minuto all'altro. Una sorta di adolescenza infinita che ormai arriva fino oltre i settant'anni, anche settantatre."
Ed infine Dorfles insiste sull'importanza dei libri e della lettura. E' vero che ci sono stati nazisti coltissimi che leggevano tanto e che hanno passato la vita a sterminare le persone, ma il mestiere di lettore, dice Piero Dorfles, che non è affatto facile e si impara anche leggendo libri inutili e insignificanti, "è un insostituibile esercizio per la riflessione teorica e il pensiero simbolico. L'uomo è fatto anche di pensieri astratti, leggere serve anche a familiarizzarsi con questa dimensione. Se non si legge succede che si diventa un po' più razzisti, un po' più intolleranti, un po' meno capaci di fare i conti con la complessità della vita contemporanea."
Puntiamo sulla riscossa dei dinosauri, quindi.
Anche a me piace molto Dorfles.
RispondiEliminaPeccato che nella mia casetta tra valli e montagne, Raitre non lo si riesca piu' a ricevere e il digital divide e' ancora lungi dall'essere superato.
Non sono totalmente d'accordo con il fatto che basti leggere. Bisogna anche saperlo fare nel modo giusto.
Beh, leggere "qualsiasi cosa" porta comunque ad ampliare il proprio modo di pensare. A confrontarlo ed anche a metterlo in crisi. Insomma, non può mai far male:-)))
RispondiEliminaDorfles è un grande e quella piccola trasmissione è aria fresca tra aria soffocante.
RispondiEliminaIo penso che s''impari a leggere' fin da bambini.Bisogna invogliarli e discutere di ciò che leggono,anche a costo di passare un po' per pazzi -come dice di me mia nipote.
non so perchè ma leggendo il post ho riflettuto sul fatto che in fondo dorfles ti assomigli parecchio..
RispondiEliminaE' tristemente noto che l'emergenza culturale che stiamo vivendo sia pericolosissimo non tanto per il presente quanto per il futuro.. ma credo che come si diceva nel post che l'unica arma a nostra disposizione sia quello dal basso, sforzarci ognuno nel suo piccolo, per rinsavire il prossimo, inalzare i paletti a cui attaccarci nella nostra vita e creare nell'altro la curiosità di approfondire le domande essenziali della vita del chi sono, dove mi trovo e dove vado...
Spunto, mi hai fatto un gran complimento. Grazie!
RispondiElimina