Che invidia mi fa chi si addormenta appena posa la testa sul cuscino! Che nervi essere stanca e aspettare il sonno che non arriva!
Ricordo che anche da bambina qualche volta, se ero preoccupata per qualcosa, non riuscivo ad addormentarmi. Da qualche anno però le cose sono di gran lunga peggiorate e il processo di scivolamento nel sonno è diventato per me delicatissimo. La lettura è la cosa più soporifera che esista per me. Qualsiasi cosa legga, dopo due o tre pagine le palpebre si abbassano, allora capisco che è l'ora di spengere la luce e tipicamente, per dribblare i pensieri ansiogeni, provo a ripetere dentro di me cosa ho appena letto (da lì mi accorgo che spesso non ho capito un bel niente). Talvolta l'espediente fallisce ed allora ho provato negli anni altre strategie: raccontarmi mentalmente film, viaggi o ripercorrere con il pensiero i ricordi di infanzia, ripetere nel pensiero la conferenza o la lezione che ho sentito quel giorno, ascoltare con il lettore mp3 qualcuno che parla.
Ci sono periodi comunque in cui niente sembra funzionare e ormai è infranto il tabu di arrivare al mattino "in bianco". Per fortuna durante il giorno reggo bene e non sento troppo la stanchezza però quando si riesce a riposare decentemente il mondo appare tutto più roseo.
Ma cos'è che mi impedisce di addormentarmi? Talvolta è evidente: sono in un letto che non è il mio, magari in una camerata di un rifugio in montagna con altre persone estranee. E poi non deve essere troppo caldo ma nemmeno devo provare freddo. Infine (come tutti, credo) ho il mio personale retaggio infantile necessario per lasciarmi andare e cioè devo coprirmi la testa, anche con il semplice lenzuolo (esigenza che sconto d'estate con delle gran sudate). Altre volte invece non c'è niente di anomalo o di strano. E allora perchè il sonno non arriva? Mi pare di aver capito che uno dei principali impedimenti è l'avere qualcosa in sospeso, qualcosa di non risolto, qualcosa che mi rode, che sta lì zitto zitto in un angolino del mio cervello. Succede che, una volta spente le luci, "il problema del momento" guadagna l'attenzione. Capita che io non ci possa fare nulla ed allora le cose si mettono male. Altre volte però proprio in quei momenti di insonnia, a bocce ferme, vedo tutto più chiaro e mi viene persino in mente una soluzione percorribile. E allora magicamente mi addormento.
Tuttavia non sempre purtroppo le cose vanno così. E mi fanno una grande invidia quelli che si addormentano ovunque, come i bambini piccoli, in tutte le posizioni possibili, in auto, in treno, in aereo, con la luce, con il rumore, abbracciati a qualcuno. Si vede che non hanno conti in sospeso con il mondo.
Uno di questi giorni mi è capitato di risentire quella bella canzone interpretata dalla Fiorella Mannoia che si intitola "Quello che le donne non dicono" e mi ha colpito quel passaggio che dice: "tanto ci potrai trovare qui, con le nostre notti bianche..." . Vuoi vedere che è un problema prevalentemente femminile!
Ricordo che anche da bambina qualche volta, se ero preoccupata per qualcosa, non riuscivo ad addormentarmi. Da qualche anno però le cose sono di gran lunga peggiorate e il processo di scivolamento nel sonno è diventato per me delicatissimo. La lettura è la cosa più soporifera che esista per me. Qualsiasi cosa legga, dopo due o tre pagine le palpebre si abbassano, allora capisco che è l'ora di spengere la luce e tipicamente, per dribblare i pensieri ansiogeni, provo a ripetere dentro di me cosa ho appena letto (da lì mi accorgo che spesso non ho capito un bel niente). Talvolta l'espediente fallisce ed allora ho provato negli anni altre strategie: raccontarmi mentalmente film, viaggi o ripercorrere con il pensiero i ricordi di infanzia, ripetere nel pensiero la conferenza o la lezione che ho sentito quel giorno, ascoltare con il lettore mp3 qualcuno che parla.
Ci sono periodi comunque in cui niente sembra funzionare e ormai è infranto il tabu di arrivare al mattino "in bianco". Per fortuna durante il giorno reggo bene e non sento troppo la stanchezza però quando si riesce a riposare decentemente il mondo appare tutto più roseo.
Ma cos'è che mi impedisce di addormentarmi? Talvolta è evidente: sono in un letto che non è il mio, magari in una camerata di un rifugio in montagna con altre persone estranee. E poi non deve essere troppo caldo ma nemmeno devo provare freddo. Infine (come tutti, credo) ho il mio personale retaggio infantile necessario per lasciarmi andare e cioè devo coprirmi la testa, anche con il semplice lenzuolo (esigenza che sconto d'estate con delle gran sudate). Altre volte invece non c'è niente di anomalo o di strano. E allora perchè il sonno non arriva? Mi pare di aver capito che uno dei principali impedimenti è l'avere qualcosa in sospeso, qualcosa di non risolto, qualcosa che mi rode, che sta lì zitto zitto in un angolino del mio cervello. Succede che, una volta spente le luci, "il problema del momento" guadagna l'attenzione. Capita che io non ci possa fare nulla ed allora le cose si mettono male. Altre volte però proprio in quei momenti di insonnia, a bocce ferme, vedo tutto più chiaro e mi viene persino in mente una soluzione percorribile. E allora magicamente mi addormento.
Tuttavia non sempre purtroppo le cose vanno così. E mi fanno una grande invidia quelli che si addormentano ovunque, come i bambini piccoli, in tutte le posizioni possibili, in auto, in treno, in aereo, con la luce, con il rumore, abbracciati a qualcuno. Si vede che non hanno conti in sospeso con il mondo.
Uno di questi giorni mi è capitato di risentire quella bella canzone interpretata dalla Fiorella Mannoia che si intitola "Quello che le donne non dicono" e mi ha colpito quel passaggio che dice: "tanto ci potrai trovare qui, con le nostre notti bianche..." . Vuoi vedere che è un problema prevalentemente femminile!
No, non è un problema soltanto femminile. Ce l'ho anch'io. Personalmente ho imparato a conviverci.
RispondiEliminaE non sempre se la notte dormi, il giorno dopo sei più sveglio. Anzi!
Pace e benedizione
Julo d.
Io sono uno di quelli li' che si addormenterebbero ovunque in qualsiasi condizione.
RispondiEliminaQuando leggo mi accorgo che e' ora di spegnere la luce (altrimenti finisce che mi addormento col libro in mano!) non perche' mi si chiudono le palpebre, ma perche' continuo a leggere e rileggere lo stesso paragrafo perche', arrivato in fondo, mi rendo conto che non ho prestato la minima attenzione a quello che leggevo. Difficilmente riesco ad arrivare alla fine della pagina.
Raramente mi capita di non riuscire a dormire perche' ho un problema (che puo' essere anche una semplice cazzata) che mi mette in agitazione. Quelle volte, in effetti, non c'e' verso di prendere sonno, perche' l'insuccesso stesso dell'incapacita' di mettere da parte il problema ne acuisce la concentrazione. Un po' come l'idea stessa di cercare di non sbadigliare fa sbadigliare.
La soluzione, pero', nonostante il tempo buttato di notte a preoccuparsi di un problema a me arriva sempre al mattino. Direi che la quasi totalita' delle soluzioni arrivano al mattino, il resto della giornata e' inutile ;-)
Capita anche a me e il mio rimedio è quello di cercare di creare un indovinello o di risolvere un rebus di cui vedo,ad occhi chiusi, il disegno e le lettere
RispondiEliminaCristiana
ti assicuro di no, è un problema che riguarda molti. Io, ad esempio, non ho tanto il problema di addormentarmi quanto di risvegliarmi precocemente. Il punto è che , di notte, quando non hai distrazioni, tutti i problemi si affollano nell'angusto spazio del tuo letto e non puoi fuggire come di giorno, quando magari di abbandoni ad un ristoratore viaggio tra i blog. Io so cos'è, almeno per me; tanto è vero che da poco più di un anno riesco a dormire meglio avendo sciolto alcuni dei nodi che, la notte, mi impedivano di riaddormentarmi tranquillamente. Io te la butto lì: uno psicologo?
RispondiEliminaLo psicologo sarebbe senz'altro utile ma se tutti quelli che soffrono d'insonnia dovessero andare dallo psicologo penso che ci sarebbe la fila.
RispondiEliminaDa quello che sento in giro e' un problema comunissimo. Il mio capo per esempio passe le notti a scrivere mail di lavoro.
L'importante, almeno per me, e' che questo non pregiudichi la qualita' della vita (per esempio non vorrei mai essere arrivare ad essere dipendente dai sonniferi). Cerco di prenderla con filosofia.
invece di prenderla con filosofia......prendila con psicologia!! :o)
RispondiEliminaNon ha lo stesso costo (di soldi e di tempo) :-D
RispondiEliminaE' un problema che riguarda molte persone e nei più svariati modi. Ad esempio a me succede spesso che a metà notte, quando inevitabilmente mi devo alzare per andare al bagno, dopo non riesca a riaddormentarmi (specialmente se ho qualche preoccupazione nella testa).
RispondiEliminaSuccede anche a me, Spunto. Meno di frequente ma capita anche quello (come capita anche di svegliarsi molto presto e di non riaddormentarmi)
RispondiEliminaio pure sono uno di quelli da te invidiati, anche se sui mezzi di trasporto non riesco a dormire, o meglio odio quando mi viene da dormire perché poi mi sveglio col mal di testa -.-
RispondiEliminatuttavia, ogni tanto quello che racconti succede anche a me: la prima strada è leggere; se non è possibile, per esempio perché sono in stanza con altri, comincio a pensare al seguito della storia che ho in mente da mesi. Talmente mi è difficile trovare un episodio interessante che mi porti alla conclusione che il cervello si sovraccarica e si spegne.
Io invece, quando facevo il pendolare in treno, avevo sviluppato una tecnica che mi consentiva di addormentarmi subito dopo la stazione di partenza e di svegliarmi bello fresco e riposato precisamente un minuto prima dell'ingresso alla stazione di arrivo.
RispondiEliminaPraticamente un interruttore, Dario. Che bello! Il mio sogno.
RispondiEliminaE' un problema spesso anche mio, se leggo, come dici, tu capita che riesco più facilmente ad addormentarmi. Leggere mi svuota almeno momentaneamente da altri pensieri. Un abbraccio
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