venerdì 16 marzo 2012

Che mi metto stasera?

Attraversando le belle sale damascate della Meridiana di Palazzo Pitti, abbiamo fatto, condotti dalla brava Dr.ssa Daniela Matteini, un viaggio nella moda dal '500 al '900, dalla braghetta che custodiva i genitali del Granduca Cosimo I agli straordinari modelli degli stilisti contemporanei: Ferré, Pucci, Cavalli, ecc.
Alla Galleria del Costume gli abiti ruotano ogni due anni perché sono talmente delicati e preziosi che temono la luce e la polvere.
Salvo qualche eccezione, la collezione si incentra soprattutto sulla moda femminile e ci fa capire come essa si sia trasformata seguendo la condizione della donna nei secoli.
Le nobildonne del Settecento conducevano una nonvita. Costrette sin da bambine nel loro rigido busto, impedite nei movimenti da gonne gonfiate dal panier, con maniche strette e scarpette con tacco alto, si potevano sbizzarrire solo nelle decorazioni degli abiti talmente preziosi da non poter essere lavati (con immaginabili conseguenze olfattive e non solo).
Relativamente più libera la donna di epoca Neoclassica che vestiva abiti chiari e retti tanto da farla assomigliare ad una statua greca (o addirittura ad una colonna greca con tanto di capitello). Peccato che la moda le imponesse lo stesso abito leggero di cotone, con maniche corte e spalle nude anche di inverno (e conseguente epidemia di polmonite).
Ritorna costretta nel busto la signora della Restaurazione e vi rimane, tra crinoline e sellino posteriore, fino all'affermarsi della donna androgina ed emancipata degli anni Venti del Novecento: magra, seno piatto, capelli corti, abito corto e aderente, fumatrice.
Oltre ad ammirare degli abiti stupendi (detto da una notoriamente poco sensibile alla moda), ho imparato varie cose interessanti. Tipo che l'abito da sposa bianco si affermò solo dopo il matrimonio della Regina Vittoria del 1840. Tipo che l'alta moda nasce nel 1887 con il sarto inglese Charles Worth che per primo impose i modelli alle clienti presso il proprio atelier invece che recarsi presso le loro abitazioni ad eseguire semplicemente i loro dettami. Tipo che il tailleur femminile fu inventato nel 1885 dal sarto inglese John Redfern. Tipo che il bellissimo abito raffigurato nel famoso ritratto di Eleonora di Toledo, opera le Bronzino, probabilmente non è mai esistito. Pare infatti che non ce ne sia traccia nei registri del Guardaroba mediceo dove venivano annotati scrupolosamente tutti i movimenti di tutti gli oggetti, anche minimi, che entravano e uscivano da palazzo. L'abito bianco con broccati d'oro è comunque un'invenzione "verosimile" in quanto presenta il taglio tipico in uso all'epoca con la decorazione più bella che le botteghe fiorentine potessero realizzare.
Suscita invece una gran malinconia vedere i capi che hanno accompagnato la bella Eleonora nel suo ultimo viaggio verso la tomba a soli quarantatre anni.

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