Penso che l'importanza e la misura di una giornata come quella di ieri si colga meglio restando a casa e guardandosi i servizi dei telegiornali o leggendo gli articoli sulla stampa. Parteciparvi è certo un importante atto di testimonianza ma la prospettiva è inevitabilmente parziale, la stanchezza della levataccia, il vento freddo del Porto Antico, il male ai piedi e alla schiena non fanno apprezzare pienamente l'evento.
Rimane impressa nella mente la bella e colorata massa di giovani (gran parte scout) anche se a Napoli tre anni fa mi pareva che ci fossero molte più scuole e a Milano due anni orsono mi sembrava che ci fossero molte più persone.
Sono rimasta invece colpita da Genova che avevo visto frettolosamente recandomi a visitare l'acquario e che avevo catalogato come brutta, devastata dal cemento e con un centro storico irrimediabilmente degradato. Invece la visita guidata a cui abbiamo partecipato nel pomeriggio attraverso i vicoli del quartiere della Maddalena (chissà se c'è un qualche collegamento tra la Santa e le "passeggiatrici" che lo abitano) mi ha fatto scoprire un'altra Genova, nascosta sotto la scorza dei vicoli fatiscenti e desolati. Una Genova antica, medievale, fatta di palazzi prestigiosi e bei portali in marmo che rivelano una ricchezza che fu. Sorprendente uscire dai carrugi su via Garibaldi (l'ex "Strada Nuova") dove si possono ammirare i sontuosi palazzi costruiti dalle straricche famiglie genovesi nel Cinquecento, e che fanno parte del sistema dei "Rolli", patrimonio dell'Unesco.
Mentre la guida ci spiegava che al posto della anonima piazza Caricamento e dell'orribile sopraelevata, vi era il mare ove si affacciavano direttamente i portici dei palazzi, mi si è concretizzata nella mente quella città magnifica che era detta "la Superba" e che ho visto raffigurata anche nelle vedute esposte alla mostra "La bella Italia". Una città che vive ancora sotto il cemento e l'incuria. Chissà se si riuscirà a farla riemergere in qualche modo.
L'annuale Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordate le vittime innocenti di tutte le mafie serve a non dimenticare queste persone (i cui nomi, a forza di approfondire questi temi, mi sono sempre più "familiari") ma anche a trovare stimolo per impegnarsi di più per la legalità, impegno che, per quanto mi riguarda, spero si possa concretizzare ora che ho conosciuto i ragazzi che stanno mettendo su un presidio di Libera a Firenze.
Rimane impressa nella mente la bella e colorata massa di giovani (gran parte scout) anche se a Napoli tre anni fa mi pareva che ci fossero molte più scuole e a Milano due anni orsono mi sembrava che ci fossero molte più persone.
Sono rimasta invece colpita da Genova che avevo visto frettolosamente recandomi a visitare l'acquario e che avevo catalogato come brutta, devastata dal cemento e con un centro storico irrimediabilmente degradato. Invece la visita guidata a cui abbiamo partecipato nel pomeriggio attraverso i vicoli del quartiere della Maddalena (chissà se c'è un qualche collegamento tra la Santa e le "passeggiatrici" che lo abitano) mi ha fatto scoprire un'altra Genova, nascosta sotto la scorza dei vicoli fatiscenti e desolati. Una Genova antica, medievale, fatta di palazzi prestigiosi e bei portali in marmo che rivelano una ricchezza che fu. Sorprendente uscire dai carrugi su via Garibaldi (l'ex "Strada Nuova") dove si possono ammirare i sontuosi palazzi costruiti dalle straricche famiglie genovesi nel Cinquecento, e che fanno parte del sistema dei "Rolli", patrimonio dell'Unesco.
Mentre la guida ci spiegava che al posto della anonima piazza Caricamento e dell'orribile sopraelevata, vi era il mare ove si affacciavano direttamente i portici dei palazzi, mi si è concretizzata nella mente quella città magnifica che era detta "la Superba" e che ho visto raffigurata anche nelle vedute esposte alla mostra "La bella Italia". Una città che vive ancora sotto il cemento e l'incuria. Chissà se si riuscirà a farla riemergere in qualche modo.
L'annuale Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordate le vittime innocenti di tutte le mafie serve a non dimenticare queste persone (i cui nomi, a forza di approfondire questi temi, mi sono sempre più "familiari") ma anche a trovare stimolo per impegnarsi di più per la legalità, impegno che, per quanto mi riguarda, spero si possa concretizzare ora che ho conosciuto i ragazzi che stanno mettendo su un presidio di Libera a Firenze.
Qui alcune immagini della giornata.
Nessun commento:
Posta un commento