«Nel primo anniversario della strage di Capaci, mi si avvicinò una donna, in lacrime. Mi chiese perché il nome di suo figlio non veniva mai ricordato. Suo figlio era Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone, anch’egli morto il 23 maggio 1992. In quel momento ho capito, abbiamo capito perché ero con altri amici ed è sempre il noi che vince, che avremmo dovuto fare qualcosa di concreto per ricordare questi avvenimenti e che avremmo dovuto trasformare questa memoria in impegno.
Non si tratta di un corteo, di una manifestazione o di un evento: è l’abbraccio che cittadini responsabili che hanno deciso da che parte stare e che provengono da tutta Italia, daranno ai famigliari delle vittime delle mafie, presenti con una delegazione di oltre 500 persone»
(Don Luigi Ciotti, estratto da un articolo dell'ultimo numero di Narcomafie)
Non si tratta di un corteo, di una manifestazione o di un evento: è l’abbraccio che cittadini responsabili che hanno deciso da che parte stare e che provengono da tutta Italia, daranno ai famigliari delle vittime delle mafie, presenti con una delegazione di oltre 500 persone»
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