Quando ero piccola ricordo che ti prendevano in giro tra cognati perché nascondevi la tua precoce calvizia sotto una parrucca. E poi, non mi ricordo a causa di quale episodio di presunto snobbismo, ti soprannominarono "il conte". Eppure eri una persona semplice, come tutti i mariti che le numerose sorelle di mia madre si sono trovate una volta migrate, da Palermo, nel capoluogo toscano.
Ricordo la tua bella risata sonora ed anche il sorriso un po' smarrito che avevi l'ultima volta che ci siamo visti, qualche mese fa, quando l'Alzheimer aveva già devastato la tua vita e quella della tua inseparabile Italia, oggi affranta dal vuoto che hai lasciato.
Ciao, zio! Riposa in pace!
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