Camminando sull'argine del canale |
Alla fine della mia giornata di lavoro in ufficio ho la testa che mi ribolle a forza di concentrarmi nel risolvere le piccole e grandi magagne della burocrate pubblica. Talvolta sono anche nervosa a causa delle interazioni con i colleghi. Talvolta ne ho piene le tasche di spiegare le stesse cose a mille persone che non mi ascoltano.
Così non vedo l'ora di infilarmi le scarpe comode, le cuffie sulle orecchie, accendere l'mp3 ed incamminarmi verso casa.
E allora tutto mi pare più semplice o comunque non così drammatico come sembrava poco prima. Il cielo di colore sempre diverso, i cavalli che pascolano, gli uccelli che mi svolazzano intorno, garzette, aironi, piropiro, germani. L'acqua del canale che scorre, gli alberi che hanno messo i fiori, i funghetti nati sull'argine, il canneto, i tramonti.
La mia ora di libertà e di pace: il mio cammino fino a casa. Quasi sette chilometri in piano, circa 80/90 minuti, col caldo, col freddo, col sole, col vento e, perchè no, anche con la pioggia. Raccogliendo, quando mi è possibile, lattine, bottiglie di vetro e di plastica per buttarli al primo cassonetto. Un piccolissimo contributo per rendere il mondo un po' più pulito. Ascoltando audiolibri, podcast di Fahrenheit, Wikiradio, La lingua batte, conferenze del Festival della mente e tante altre cose che mi arricchiscono la mente mentre il mio corpo si allena e le tensioni si scaricano.
Tre volte la settimana (salvo contrattempi), il lunedì, il mercoledì e il venerdì, alle quali si aggiunge la camminata più lunga la domenica.
Oggi è un anno che mantengo il mio proposito, con pochissime eccezioni. Ormai è diventato un bisogno fisico che mi manca tantissimo quando sono costretta a saltare. Spero faccia bene alla mia salute fisica ma di sicuro fa bene al mio morale.
Qui gli album cominciati l'anno scorso con arricchimenti successivi:
Percorso 1
Percorso 2
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