mercoledì 15 luglio 2009

E se spengessimo il motore?

Dall'ascolto della puntata di Fahrenheit La civiltà dei motori ho appreso che, secondo uno studio, nelle città italiane l'uso di auto e moto è cresciuto nell'ultimo anno mentre quello dei mezzi pubblici è diminuito. Si parla di un misero 13% di Italiani che utilizzano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro. Pare che circa la metà degli spostamenti sia inferiore ai 5 km, distanza tranquillamente percorribile in bicicletta. Quello della mobilità è un altro dei miei chiodi fissi perchè, prendendo a prestito le parole di Guido Viale, autore del libro Vita e morte dell'automobile, l'auto è un mezzo insostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche "esistenziale". Viale però secondo me non ha spiegato bene il concetto e proverò a farlo io.
So benissimo che la possibilità di scegliere un mezzo alternativo all'auto privata non è alla portata di tutti, ma sono convinta (e l'ho scritto tante di quelle volte) che per qualcuno, oserei dire per molti, l'alternativa c'è.
Per anni sono andata in ufficio con lo scooter e nel quarto d'ora di strada la mia attenzione si rivolgeva o all'asfalto per scansare le numerose buche o ai mezzi che mi stavano davanti o che attraversavano la strada. Massima concentrazione. Nessuna distrazione permessa. Al massimo una sbirciatina con la coda dell'occhio a qualche manifesto appeso.
Da quando percorro lo stesso tragitto con l'autobus, ho scoperto come cambia il paesaggio con le stagioni, che il cielo è di un colore di verso ogni giorno ed ogni ora del giorno (come provano a raccontare le immagini di questo post). E' vero che alle 7.30 devo essere a tutti i costi alla fermata (pena aspettare venti minuti), è vero che ci metto il doppio all'andata e forse di più al ritorno rispetto al motorino. Ma è tempo guadagnato all'ascolto di audiolibri e anche alla riflessione. Anche lo scrittore Fabio Stassi, altro ospite della puntata di Fahrenheit (collegato al telefono in attesa della corriera), conferma che molti dei suoi libri li ha scritti nel lungo tragitto di pendolare tra Roma e Viterbo.
In questo periodo invece utilizzando la bicicletta, analogamente a quanto ho raccontato in questo post dell'anno passato, ho scoperto altre meraviglie che altrimenti mi sarei persa. Come la fioritura di cardo giallo (Scolymus Hispanicus) che cerca di avere la meglio sull'asfalto della pista ciclabile


o quella di cicoria

che si contende la scena con quella di verbasco (grazie ad Equipaje per la consulenza).


Il motivo fondamentale per cui la gente non usa i mezzi pubblici è che non sono competitivi quanto a tempo impiegato però bisognerebbe, ove possibile, smettere di privilegiare il criterio del "ci devo mettere meno possibile" per rivalutare la liberazione dallo stress e anche il minore rischio.
Infine, una curiosità: ho letto sul giornalino della FIAB che una clinica privata a Ravenna premia con minuti di permesso retribuito ogni km percorso dai dipendenti per andare al lavoro sia a piedi che in bicicletta considerando che in tal modo contribuiscono ad abbattere la CO2 e a fare esercizio fisico.
Piccola ma geniale idea!

11 commenti:

  1. Ehiehiehi, un momento, questa "consulenza" mi è stata estorta con l'inganno!
    Su Scolymus hispanicus, ho pur detto, non ci scommetterei manco un caffè; e Cichorium intybus l'ho sparata vedendo il solo fiore, senza le foglie, e dunque..!
    Qui ne va della mia reputazione, voglio e pretendo il mio avvocato..! :-P

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  2. Anche se il Decreto Alfano e' stato rimandato, posso sempre pubblicare la rettifica!

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  3. Bella idea si'.

    Io penso pero' che il motivo principale per cui non si usano i mezzi pubblici e' che sono davvero moooolto meno efficienti di quanto potrebbero in realta' esserlo.
    Faccio un esempio. Il treno delle 7.33 che mi portava a Milano dal mio paesello natio per andare all'universita' ci impiegava 27 minuti d'orario (piu' almeno cinque minuti cronici di ritardo). Il treno era vecchio e brutto. Nonostante fosse lunghissimo, non ci si riusciva a sedere perche' la gente era troppa.
    Mi e' capitato di recente di prendere lo stesso treno. Ci impiega ancora 27 minuti d'orario, ma il ritardo e' stato considerevolmente piu' lungo (oltre mezz'ora). Il treno e' ancora vecchio e brutto, ma ora e' anche decisamente molto sporco che' fa schifo aggrapparsi agli appositi pali. Ora il treno e' piu' corto e, oltre a dover stare in piedi, bisogna ammassarsi l'un l'altro. E il biglietto costa di piu'.

    Nel posto dove abito ora c'e' un servizio di autobus. Due corse giornaliere, una verso le dieci del mattino e una verso le quattro del pomeriggio. Impossibile conciliare questi orari con un qualunque orario lavorativo.

    La bici e' impensabile usarla, con un tragitto di dieci chilometri ad una media del 4% di pendenza.

    Sto valutando l'unica alternativa possibile: l'acquisto di una bici elettrica a pedalata assistita. Ma costa un fracco di soldi. Ci sono degli incentivi statali pari a circa il 10%. Ma sono stati istituiti a gennaio, e a febbraio i finanziamenti erano gia' esauriti.

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  4. Sono pienamente d'accordo con il post ma anche con quanto detto da Dario. Infatti bisogna pure calarsi nella nuda realtà. E lo dico io che sono tra i più accaniti pendolari (i miei pensa non avevano nemmeno la macchina). Infatti se nei piccoli comuni è possibile trovare un'alternativa, nelle grandi città molte volte è impossibile in quanto i mezzi di trasporto spesso sono in ritardo, sovraffollati e sporchi e la bicicletta (a meno che non sei un ciclista professionista) non è percorribile anche per la sicurezza delle strade urbane.
    Guarda il mio caso: per andare al lavoro con i mezzi (15km) ci metto 1h (tranne eventuali ritardi non del tutto scontati specialmente in questo periodo estivo), mentre con l'auto facendo il raccordo ce ne metto 10min... tu che faresti?? Io, prendendomi gli accidenti di mia moglie, prendo lo stesso i mezzi.. ma non me la sentirei di consigliarlo a nessuno.

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  5. Ben tornato, Dario!
    Riguardo alla bicicletta i miei amici di Firenzeinbici che la usano tutti i giorni vi direbbero che 10 km con 4% di pendenza e 15 km sono fattibilissimi. :-)

    Spunto, io penso al contrario che nei piccoli paesi il trasporto pubblico sia di gran lunga meno praticabile delle citta' (come tra l'altro testimonia Dario ed anche Fabio Stassi nella puntata di Fahrenheit). Roma probabilemente non e' messa bene (eccetto forse la metro). Forse la situazione migliore e' nelle citta' medie come Firenze.
    In ogni caso io farei come te e lo consiglierei anche. L'importante sarebbe utilizzare quell'ora come uno tempo tuo (leggere, ascoltare musica, scrivere, ecc.)

    E comunque, ragazzi, non continuate a farmi casi sfigati perche' ve ne potrei fare altrettanti in cui la scelta bici/bus e' praticabilissima.

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  6. Frena, frena...
    10km con una pendenza media del 4% significa, calcoli alla mano, che in 10 km supero una differenza di altitudine di 400 metri. Tu che fai trekking sai che significa. Non e' tanto, se vai a fare una gita a piedi che ti occupa mezza giornata, ma se lo devi fare tutte le sere alle cinque per tornare dal lavoro (l'andata sarebbe tutta in discesa), in bicicletta, ammesso che ci riesci, credo che anche i tuoi amici di Firenzeinbici ti darebbero una medaglia alla memoria (che' non so se sopravviveresti). Quella strada la fanno solo quelli con bici megatecnologiche di domenica quei ciclisti scalatori con polpacci grossi come la mia panza (che ha gia' un bel volume di per se')!

    ;-) grazie per il bentornato. Ma purtroppo non ero mai partito :-(
    Quest'anno, niente soldi -> niente vacanze.

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  7. Ciao Artemisia; la mia esperienza, per quel che vale, ti dà ragione.Io, infatti, ho sempre portato mio figlio a scuola a piedi; trovavo che fosse un'occasione per parlare, mostrargli delle cose, sorridere di un passante con la faccia strana...a volte andavamo in auto, ma non essendoci abituato, di solito vomitava.Ora tende ad andare in bici, come te .-)).

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  8. il tempo ci incalza hai ragione; ma come sottrarsi se ti impongono degli orari rigidi?
    penso a mia figlia e alle sue corse per accompagnare Tommi all'asilo e arrivare in orario al lavoro
    marina

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  9. Marina, coi figli piccoli non ci possiamo permettere l'uso dei mezzi pubblici. Te lo posso testimoniare. E' stata infatti una grande liberazione per me il passaggio alle scuole medie.

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  10. Sai cara, dovrebbero far funzionare meglio i servizi pubblici, credo che se fossero efficienti la gente lascerebbe a casa le auto, anche perchè risparmierebbe in costi di manutenzione e carburante, l'equivalente costo dell'abbonamento è inferiore.
    Mi piace l'idea della clinica di Ravenna, ci vogliono incentivi per stimolare le persone.
    Buona giornata,
    un caro abbraccio.

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  11. Ma lo sai che hai ragione? Per quanto riguarda il tempo "in più" passato pedalando. E' verissimo che mentre sei lì e magari la strada la conosci a menadito, viene da sé che la mente pedali anche lei per conto suo, e non è affatto tempo perso, lo chiamerei invece prezioso e prodigo di riflessioni. Io credo che il tempo non sia mai perso se si riesce a dare valore anche a quello che pensavi di trascorrere in un altro modo e che invece resta lì a tua disposizione.

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