venerdì 18 marzo 2011

L'Italia unita al Miche

Ottima iniziativa quella dell'editore Laterza di organizzare delle conferenze sull'unità d'Italia presso le scuole coinvolgendo insegnanti e studenti e invitando anche la cittadinanza. Mercoledì pomeriggio sono l'ho passato al Liceo Classico Michelangiolo e ho seguito quattro lezioni magistrali una più bella dell'altra. Il "Miche" (come lo chiamano affettuosamente i fiorentini) è un liceo storico di Firenze, ospitato in un vetusto edificio, ex convento cistercense e poi carmelitano, del centro. Nel labirinto di ambienti angusti e poco luminosi non mi sentirei tanto a mio agio come studentessa ma i ragazzi che vi si aggiravano erano così belli e vivi che ho presto dimenticato il déjà vu che mi riportava alla mia vecchia scuola media.
Un po' scolastica la lezione di Giovanni Sabbatucci che mirava a rispondere alle due domande di fondo sull'unità d'Italia: valeva la pena farla e si poteva farla diversamente dalla forma centralista e monarchica? Quanto alla prima domanda lo storico ha sottolineato come non ci sarebbe stato lo sviluppo economico e sociale che abbiamo avuto se fossimo rimasti divisi. Per quanto riguarda le istanze federali o repubblicane, secondo Sabbatucci, la scelta di incorporare le varie parti di Italia sotto la monarchia più forte è stata saggia e inevitabile, sia per poter gestire territori così disomogenei e riottosi, sia ottenere il riconoscimento internazionale.
Travolgente la lezione di Maurizio Viroli che ha conquistato i presenti con un excursus storico sulla "libertà del suddito" come "assenza di impedimenti", perfettamente compatibile con il potere assoluto di un sovrano, contrapposta alla "libertà del cittadino", una libertà non facile, che si conquista con una vita ispirata alle virtù civili e che non ha prezzo. Praticamente, con la sua descrizione della corte (vedi post su "La libertà dei servi"), ha fotografato la situazione attuale senza mai nominare il nome di un politico.
Piacevole la lezione di Andrea Carandini che, con tono amabile, ci ha fatto capire come l'identità italiana trova le sue radici non nelle giovani e fragili istituzioni ma nel patrimonio storico, artistico e culturale e ci ha citato diversi luoghi di Roma in cui si può toccare con mano lo stratificarsi delle nostre origini cristiane e anche pagane. "Non possiamo vivere solo di presente", ha detto Carandini, "altrimenti siamo come delle foglie al vento".
Infine l'entusiasmo di Lucy Riall per la spedizione dei Mille ha conquistato i superstiti e dipingendoci un Garibaldi come modello di modestia e generosità ("tornò a Caprera povero come era partito").
Alle 20 saluto una mia amica, insegnante del liceo, che con la sua spilla tricolore sulla giacca, mi dice quanto sia contenta della giornata ma anche distrutta: "Sono qui da stamani alle 7 e un quarto." "Coraggio", le faccio io, "domani è festa e ti riposi". "Figurati!", esclama, "Ho cinque pacchi di compiti da correggere!"
Dobbiamo andare fieri della scuola pubblica italiana e dei suoi insegnanti.

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