"Quando vi diranno che l'Aspromonte è piccolo, brullo e brutto, saprete cosa rispondere" ci ha detto Antonio, forestale da quarant'anni, volto segnato dal sole e dalla vita all'aria aperta, camminatore instancabile con un'ascia in una mano e la Nazionale accesa nell'altra. Vive a San Luca Antonio ma appena può scappa dal quel paese inquietante per camminare tra le sue montagne con le quali ha un rapporto quasi carnale.
In effetti l'Aspromonte interno è bello al di là di ogni aspettativa. Rispetto al mio precedente viaggio in questa terra, incentrato più sugli aspetti culturali e soprattutto sull'eredità greco-bizantina, in questo ha prevalso la natura in tutto il suo splendore.
Notevoli i tre giorni nel campo tenda accanto al casello della forestale con il fuoco notturno per tenere lontani i lupi. Di selvaggia bellezza il paesaggio risalendo la Fiumara Buonamico da San Luca al famoso Santuario della Madonna di Polsi. Purtroppo lo Scirocco ha pregiudicato la vista dai quasi duemila metri della cima del Montalto. La Valle Infernale, a dispetto del suo nome, è invece un vero paradiso: boschi dove il pino rosso e quello nero si alternano al faggio, maestose querce millenarie, una marea di ginestre profumatissime, diversi tipi di orchidee, peonie e molti altri fiori, torrenti che scavano la roccia e disegnano suggestive cascate come le Forgiarelle.
Affascinante anche l'escursione intorno alla Pietra Cappa, singolare monolite la cui immagine è tristemente associata al periodo dei sequestri, ed anche quella ad Africo vecchio, paese abbandonato per l'alluvione nel 1951 le cui stradine e architetture si sta recentemente cercando di riportare alla luce dalla rigogliosa vegetazione (per saperne di più: Tra la perduta gente di Umberto Zanotti Bianco e Africo di Corrado Stajano).
Insomma un viaggio magnifico terminato nella rilassante azienda Il Bergamotto ad Amendolea. E' difficile che alla fine di un viaggio, anche se mi ha soddisfatto, provi il desiderio di tornare in quel luogo. Invece, sarà che finalmente sono riuscita a condividere l'esperienza con il mio compagno, saranno state le ottime persone del gruppo, sarà l'impeccabile professionalità di Andrea, mi è stato proprio difficile staccarmi dall'Aspromonte e non vedo l'ora di tornarci. Iamunindi!
Qui alcune immagini del viaggio e qui il sito di Naturaliter nel caso vi venisse voglia di andare in Aspromonte.
Altri post sui miei viaggi a piedi:
Perché fare un viaggio a piedi?
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Uno dei "salotti buoni" del pianeta Terra
Di ritorno dal Parco Nazionale d'Abruzzo
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Corsica Mare e Monti
Di ritorno dalla Val Maira
Il sentiero dell'Inglese (Aspromonte)
Il Cammino di Francesco (prima parte)
Sulcis Iglesiente
Dalle Alpi Marittime si vede il mare
Il Cammino di Francesco (seconda parte)
Bellissime le tue foto ed anche il tuo racconto. Io ho amato molto la Calabria, abbiamo visitato la Sila e il Pollino oltre che le coste ma senza spingerci nell'Aspromonte.
RispondiEliminaMa i tuoi viaggi a piedi hanno un qualcosa di magico!
Ciao
RispondiEliminaè da tempo che non commentavo sul blog, anche se lo seguo con regolarità!
Ti sono molto riconoscente per le belle parole dedicate alla mia amata-odiata terra.
La Calabria non si offre facilmente al viaggiatore, è come un cardo spinoso che va aperto con cautela e pazienza e se si possiede questa pazienza si scopre il cuore tenero e selvatico di una terra che accoglie senza chiedere, lo spirito fatalistico di chi sa che sei di passaggio e per questo va vissuta senza fermarsi all'apparenza, con gli occhi attenti, l'anima spalancata e la mente ripulita dai luoghi comuni.
Tu hai avuto questa pazienza e questo squardo.
In quanto al Camminare in sè credo proprio che l'uomo- nomade ,anche se temporaneamente,riesce ad esprimere il meglio della sua natura.
Silvia
Continuo a dorlo: quando mi porti con te? :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Ciao Silvia, ti pensavo proprio in questi giorni e mi chiedevo se avevi avuto ancora occasione di passare per questo blog.
RispondiEliminaMi sto sempre piu' legando alla Calabria, tanto che ci tornero' a luglio per un altro tipo di esperienza.
Sto leggendo "La malapianta" di Nicola Gratteri e sto cercando disperatamente il libro di Corrado Stajano su Africo (ho anche lanciato un appello a Fahrenheit).
segno tutto, quest'anno torno in Sardegna e chissà... -:)))
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