martedì 13 marzo 2012

Angeli o sbirri?


L'espressione "forze dell'ordine" mi suscita sentimenti contrastanti. Da un lato dà mi un senso di protezione, di qualcuno a cui appellarsi se mi sentissi in pericolo. Mi ricordo che quando ero piccola mia madre mi diceva: "Se ti dovessi perdere, rivolgiti a qualcuno in divisa per chiedere aiuto." Dall'altro lato le forze dell'ordine sono da sempre il tipico strumento di repressione del dissenso da parte del potere costituito. E come non pensare allora, per esempio, agli abusi di Genova nel 2001?
Riflettendoci in modo meno emotivo e più razionale, bisogna considerare che il panorama delle forze dell'ordine è molto vasto e variegato come dimostra la serie di puntate del programma "Sirene" che va in onda in seconda serata (in genere di giovedì) su RAI3.
Nonostante che Margherita Granbassi in studio non mi ispiri grande simpatia, devo ammettere che mi sono talmente appassionata per i servizi di Sirene che ho cominciato a coltivare in segreto il sogno di lavorare nella Guardia di Finanza o nel Gruppo Operativo Antidroga, di fare indagini, pedinamenti, appostamenti, ecc.
Tra i servizi che mi sono piaciuti di più c'è infatti quello ambientato nel porto di Gioia Tauro, dove transitano tre milioni di container l'anno nei quali spesso vi sono nascoste le partite di droga. Nonostante ciò è stato mostrato come un grande successo il primo caso di arresto di un corriere colto in flagrante. Bello anche quello sulla lotta allo spaccio nel quartiere di Scampia, dove i pusher istallano alle entrate dei palazzi delle porte di ferro chiudibili dall'interno per poter fare tranquillamente i loro commerci e i loro affari ("e sono pure bravi in matematica", dice un poliziotto indicando la scritta sul muro "150x2=250").
Emozionante anche il salvataggio ad opera della Guardia Costiera dei migranti alla deriva stipati su un barcone a largo di Lampedusa, alcuni dei quali, in pericolo di vita, trasportati all'ospedale con l'elicottero.
Commovente invece la testimonianza dei Vigili del Fuoco intervenuti sul luogo della strage di Viareggio del 2009: essi descrivono l'orrore di ciò che hanno visto e l'emozione di trovare un bambino vivo tra le macerie di una casa.
Probabilmente molti servizi sono ricostruzioni, magari la trasmissione è un po' uno spot delle divise, mentre sappiamo che in alcuni settori ci sono abusi assolutamente condannabili. Tuttavia credo che sia importante che ci si renda conto di quanto lavoro ci sia dietro alle attività di gestione dell'emergenza e del contrasto del crimine che troppo spesso tendiamo a dare per scontato.
Intanto, continuando ad interrogarmi su questa mia strana passione per le forze dell'ordine, mi accorgo che, sulla strada che da casa mia porta in centro, di tanti bar che ci sono, mi fermo sempre a prendere il caffè in un piccolo locale che espone con orgoglio un attestato di fedeltà della vicina stazione dei Carabinieri. Ovviamente il bar in questione rilascia sempre lo scontrino fiscale.

6 commenti:

  1. Non conosco questo programma, ma mi hai incuriosita e lo registrerò (non resisto a starmene davanti alla TV in seconda serata.
    Sei una garanzia per quanto riguarda programmi interessanti.
    Ciao
    Cristiana

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  2. A chi lo dici, Cristiana. Anch'io registro altrimenti non ce la farei mai a restare sveglia. :-(

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  3. stasera è l'ultima puntata, ancora su Scampia, qui c'è una piccola anteprima, piuttosto agghiacciante

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/gli-zombie-di-scampia/2176405

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  4. Grazie Anonimo. Ho già programmato la registrazione.

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  5. Purtroppo la trsmissione "SIRENE" èfinita ieri. un vero peccato!Concordo con quasi tutto quello che è stato scritto,la Granbassi a me è piaciuta invece molto per il suo stile eper la evidente sensibilità che ha dimostrato nel presentare i servizi più crudi.

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  6. Purtroppo la trsmissione "SIRENE" èfinita ieri. un vero peccato!Concordo con quasi tutto quello che è stato scritto,la Granbassi a me è piaciuta invece molto per il suo stile eper la evidente sensibilità che ha dimostrato nel presentare i servizi più crudi.

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