lunedì 5 marzo 2012

La domenica esplorando, tra orti sociali, campi rom e vedute metropolitane

Domenica mattina. Tempo mite anche se non bellissimo. Voglia di stare all'aperto. Troppo complicato però organizzare escursioni vere e proprie e poi è l'unico giorno in cui si può recuperare un po' di sonno. Allora io e la mia dolce metà infiliamo la porta di casa e ci incamminiamo in un giro esplorativo di 2-3 ore (una quindicina di chilometri circa). Non si può proprio chiamare "passeggiata", visto manteniamo una velocità media di oltre 6 km/h, ma neanche trekking (termine che non mi piace per nulla). Giusto per prendere un po' di allenamento. Macchina fotografica in tasca io, GPS lui.
Attraversiamo l'Arno sul quale si sono formate insolite barene probabilmente dovute alla siccità (ma com'è che non piove più!).


Poi passiamo vicino agli orti sociali del quartiere 4. La trovo un'ottima iniziativa: un utilizzo intelligente di uno spazio che diventerebbe facilmente una discarica di rifiuti, un'attività che fa bene agli anziani che se ne occupano, li fa sentire utili e li fa stare all'aria aperta anziché davanti alla TV.


Passiamo quindi accanto al campo Rom del Poderaccio. Solitamente evito di pronunciarmi sulla comunità Rom perché non mi piace giudicare un qualcosa che non conosco da vicino e perché non voglio cadere nel facile pregiudizio da un lato o nel buonismo pietista dall'altro. Mi limito ad osservare che tutto intorno al campo, fatto di casette di legno che da lontano appaiono abbastanza dignitose, vi sia una cintura fatta da masse di rifiuti di ogni genere mentre i cassonetti sono semivuoti. Mi chiedo come mai non dà loro noia questo contorno degradato e perché non raccoglierli differenziandoli accuratamente e magari ricavandone qualche soldo dalla vendita.


Continuamo a camminare attraversando la Greve e notiamo un'inquietante scarico bianco che vi si getta a pochi metri dalla confluenza con l'Arno. Siamo proprio sicuri che non sia una sostanza tossica o per lo meno inquinante a livello di ecosistema? Quasi quasi scrivo a Publiacqua.


Riattraversiamo l'Arno passando sotto il Ponte all'Indiano con viste da periferia metropolitana postmoderna. Ancora qualche chilometro e siamo a casa. Non abbiamo visto panorami mozzafiato o paesaggi bucolici, però non abbiamo aumentato di un grammo la CO2 mentre, forse, qualche caloria l'abbiamo bruciata.

1 commento:

  1. Il tuo spirito ecologico ti guida sempre, ti ammiro per questo.
    Ciao
    PS: Un saluto a R.

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