lunedì 4 giugno 2012

L'ambizioso figlio del vasaio e la sua Cosina


Ciarlone, sfacciato, presuntuoso, bestia maligna, ignorante, invidioso, bugiardo.
Tali ed altre offese forse peggiori pare fossero annotate da Annibale Carracci a margine di una copia dell'opera più famosa di Giorgio Vasari, "Le Vite de' più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri".
Ma perché ce l'avevano tanto con il Vasari? In  effetti, come tutti quelli "arrivati", tanta simpatia non la ispirava. Nato ad Arezzo da un vasaio (da lì il cognome acquisito) ebbe la gran fortuna di infilarsi a tredici anni in casa Medici grazie al Cardinale Silvio Passerini e godere di un'ottima formazione culturale da un lato, studiando insieme ai rampolli de' Medici, ed artistica dall'altro, frequentando le botteghe di Andrea Del Sarto e Baccio Bandinelli. Nonostante questo bel chiappo, Giorgio Vasari non fu mai un artista eccelso e se ne rese presto conto.
Tuttavia fu proprio questa sua consapevolezza il suo punto di forza perché seppe trovare come esprimere il suo genio: nell’organizzazione, nei progetti, in quell'abilità che oggi chiameremo "manageriale". Il Vasari fu molto ricercato perchè capace di portare a termine, in poco tempo e con soddisfazione del committente, le grandi commissioni affidategli occupandosi principalmente della fase progettuale e organizzativa e delegando l’esecuzione per lo più ai suoi collaboratori.
Il Corridoio Vasariano per esempio (quello che permetteva a Cosimo I di andare "dall'ufficio" in Palazzo Vecchio "a casa" in Palazzo Pitti senza scendere in strada), mentre i più erano scettici sul portarlo a termine in cinque anni, Vasari lo realizzò in soli cinque mesi. Altro esempio: nel 1546 la decorazione della Cancelleria in Vaticano detta “Sala dei Cento Giorni” (proprio perchè realizzata in tale lasso di tempo) con scene della vita di Paolo III, zio del cardinale Farnese. Risultato: mediocre anche per i contemporanei ma bastò per farsi un nome. 
Il Vasari ha deturpato con altari cinquecenteschi tutti uguali quasi tutte le antiche chiese di Firenze coprendone gli affreschi del periodo Gotico, ma d'altra parte obbediva probabilmente al gusto dell'epoca ed ai desideri del suo magnate, Cosimo I.
Ed inoltre, a noi contemporanei, fa storcere il naso un quarantenne che sposa una tredicenne, Niccolosa de' Bacci (soprannominata con vezzosa sineddoche Cosina) ma è anche vero che erano altri tempi e poi, come ci ha raccontato la brava Camilla Chiti durante l'ultima visita con gli Amici dei Musei Fiorentini a Casa Vasari, il loro fu un matrimonio senza figli ma felice tanto che nella Sala Grande della loro dimora, Giorgio si preoccupa di raffigurare lo stemma della famiglia de' Bacci e anche il ritratto della sua Cosina.
Insomma ambizioso, arrivista, uomo del fare, raccomandato, ammanicato, pur tuttavia ce ne fossero di Vasari oggi a Firenze, forse avremmo già realizzate le altre linee della tramvia. Altro che i' Renzi!

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