lunedì 29 ottobre 2012

A single man

Los Angeles, anni della guerra fredda. Un professore vive in solitudine il suo lutto per la perdita dell'amato compagno e cerca di continuare a recitare la sua parte nella società, accompagnato costantemente dalla sua angoscia, mentre gli altri si ostinano a non volerlo lasciare da solo a fare i conti con il proprio dolore ed il proprio male di vivere.
Davvero un bel film, molto poetico. Bravissimo il protagonista e splendide le musiche.

Incipit:
Ci si sveglia. Si comincia col dire "sono" e "ora". Negli ultimi otto mesi svegliarsi è stata una sofferenza. La consapevolezza di essere ancora qui lentamente si materializza. Il risveglio non mi è mai piaciuto. Non sono mai saltato giù dal letto per sorridere alla giornata come faceva Jim. A volte volevo prenderlo a pugni al mattino. Lui era così felice! Gli dicevo che solo gli stolti sorridono al giorno e solo gli stolti fuggono alla semplice verità: che "ora" non è semplicemente "ora". E' un freddo promemoria, un giorno più di ieri, un anno più dell'anno scorso, e che prima o poi Lei arriverà. Lui rideva di me e mi dava un bacio sulla guancia.
Ci metto tempo la mattina a diventare George. Tempo per adeguarmi a quello che ci si aspetta da George, a come deve comportarsi. Una volta vestito e data un'ultima lucidatura a quello che è il debolmente rigido ma perfetto George, so quale parte interpretare.
Dallo specchio mi fissa di rimando non tanto un volto, quanto l'espressione di una difficoltà.

A lezione con gli studenti:
Una minoranza è considerata tale solo quando costituisce una minaccia per la maggioranza, reale o immaginaria. Ed è lì che si annida la paura.
La paura dopo tutto è il nostro vero nemico. La paura sta invadendo il nostro mondo. La paura viene usata per manipolare la nostra società. E' così che i politici spacciano la loro politica. Madison Avenue ci vende cose che non ci servono. La paura di essere attaccati. La paura che ci siano comunisti in agguato dietro ogni angolo. La paura che un piccolo paese dei Caraibi che non condivide il nostro stile di vita costituisca una minaccia. La paura che la cultura nera possa conquistare il mondo. La paura dei fianchi di Elvis Presley. La paura che l'alito cattivo possa rovinarci le amicizie. La paura di invecchiare, di essere soli. La paura di essere inutili, che non interessi ciò che abbiamo da dire.

Finale:
Nella vita ho avuto momenti di assoluta chiarezza, quando per pochi, brevi secondi il silenzio soffoca il rumore e provo un'emozione, invece di pensare. E le cose sembrano così nitide. E il mondo sembra così nuovo. E' come se tutto fosse appena iniziato. Non riesco a far durare quei momenti. Io mi ci aggrappo ma, come tutto, svaniscono. Ho vissuto la vita per quei momenti. Mi riportano al presente e mi rendo conto che tutto è esattamente come deve essere.

1 commento:

  1. Un film bellissimo! E Colin Firth a livelli superlativi.
    Grazie per avermelo ricordato,
    biba

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