In una puntata del programma di RAI3 "Percorsi" mi ha colpito una frase della giovane ospite, Valeria Cucinotta, una ragazza che ha avuto la disgrazia di perdere tutta la sua famiglia in un incendio e che ha trovato la forza di riscattarsi e costruirsi un avvenire di tutto rispetto. Di fronte ad immagini di suoi coetanei, e soprattutto coetanee, preoccupati solo di diventare veline e tronisti e comunque di avere il proprio quarto d'ora di celebrità televisiva, Valeria ha affermato che dietro questo c'è "l'interesse del potere di creare un annichilimento generale dei pensieri e delle idee, della forza rivoluzionaria che i giovani potrebbero avere e che in realtà hanno, come hanno dimostrato sempre nella storia."
E' vero: i giovani hanno una grande forza, una grande energia che potenzialmente potrebbe essere rivoluzionaria ma che è abilmente disinnescata dalla società individualista che fa loro pensare di potercela fare da soli mentre è solo unendosi e facendo rete che riuscirebbero a conquistarsi lo spazio che è loro dovuto.
In verità c'è un campo dove invece i giovani trovano subito spazio e possibilità di arrivare presto ai vertici: la criminalità organizzata. Parte proprio da questa constatazione questa puntata di Fahrenheit prendendo come spunto l'estrema spavalderia dimostrata da due giovani che hanno ucciso, in modo plateale e sfrontato, la scorsa estate un boss della camorra su una spiaggia affollata.
Raffaele Cantone, magistrato che ha combattutto a lungo la camorra, conferma che, soprattutto nella camorra cittadina, i giovani hanno assunto ruoli di vertice e presentano aspetti di modernità e di spregiudicatezza inauditi. Su questo pare che la camorra abbia fatto da apripista e che la mafia e la 'ndrangheta, più legate alla tradizione, la stiano seguendo. E' vero anche che il fenomeno del ringiovanimento dei vertici è dovuto ai colpi giudiziari inferti negli ultimi anni che hanno aperto spazi incredibili per le nuove leve. Il magistrato denuncia anche che in queste nuove leve della camorra c'è un utilizzo abnorme di cocaina, soprattutto tra i killer che li rende delle bombe umane.
"Esistono realtà," dice Cantone, "nelle quali un ragazzino di dodici/tredici anni, facendo la vedetta, cioè stando semplicemente seduto davanti ad un palazzo, apparentemente senza fare nulla, guadagna 500 Euro a settimana che è la paga che un operaio apprendista non riesce a guadagnare in un mese."
Ed ecco ancora un salto associativo. Al campo di Libera l'estate scorsa ho conosciuto tre ragazzi che lavoravano per la cooperativa. Erano definiti "messi alla prova". Ingenuamente pensavo che fossero "in prova per essere assunti" ed invece poi mi hanno spiegato che il loro lavoro presso la cooperativa costituiva una pena alternativa al carcere. Erano ragazzi giovanissimi, coetanei di mio figlio maggiore (19-20 anni) con già uno o due figli a carico, provenienti da quartieri disagiati di Catania. "Sai, F. faceva già rapine a 13 anni" mi ha raccontato il responsabile della cooperativa.
Essere giovani oggi può significare condizioni assai diverse anche all'interno dello stesso nostro paese. Dai nostri figli superaccuditi, ai ragazzi che sognano l'apparire invece dell'essere, a quelli come Valeria Cucinotta che trovano la forza nei propri valori e nella cultura per farsi strada, ai ragazzi di Scampia, dello Zen o di Librino con le loro esistenze bruciate nella malavita. Eppure tutti loro avrebbero grandi potenzialità rivoluzionarie.
Ci sono ragazzi che... /1, /2, /3, /4
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